Il Monte Dosaip è una vetta satellite situata a Sud del gruppo Caserine-Cornaget dal quale è separato dalla dolce depressione di Forca di Caserata.
Pur non essendoci nessun sentiero CAI che ne raggiunge la cima, la facile via di salita attraverso il Cadin di Dosaip è menzionata in diverse guide, e questo fa di lui un must di escursionismo selvaggio tra gli appassionati.
Tuttavia, questo percorso ha una pecca: una volta raggiunta la cima e assaporato lo sconfinato panorama che va dalle dolomiti a lambire la punta dell’ Istria, si deve scendere per la stessa via di salita, rendendo il rientro un po’ noioso e poco interessante.
Vi è però la possibilità di compiere un anello salendo in vetta toccando minimamente la via normale. Tale anello, nasce dalla concatenazione di vari percorsi scoperti grazie all’ ardire delle genti locali la cui conoscenza giunge a noi come frutto di rapporti personali, ricerche nella memoria popolare, ed esplorazioni sul campo. La Cengla dal Giracùl è il primo di questi percorsi nonché quello che permette la possibilità di compiere l’ anello traversando il versante Est del Monte Dosaip ad una quota compresa tra i 1250-1350 metri di altitudine.
Da Casera Caserata si prende il sentiero CAI 398 che divalla ad Est nel Canale Piccolo di Meduna. Dopo aver attraversato un rio con degli schianti, si lascia il sentiero percorrendo in discesa il bosco e riguadagnando il fondo del torrente in prossimità di una fonte. Scesi ancora qualche metro, si imbocca una cengetta che è la prima di una serie di cenge colonizzate da mughi e bosco che lungamente portano a quella che è la cengia vera e propria.
Seguendo prima i bolli operati da qualche sprovveduto avventuriero per caso, e poi i tagli tra la vegetazione, si incontra ad un certo punto un antro denominato Claupa da la Thorla (thorla = cornacchia). Tale nome deriva probabilmente dalla nomenclatura clautana attribuita alla cengia (Cengla da la Thorla è il nome clautano della Cengla dal Giracùl). Se vuoi leggere una bella storia inerente alla Claupa da la Thorla, clicca qui.
Dopo un paio di brevi passaggi che richiedono passo sicuro, finalmente si perviene alla Cengla, sospesa su insondabili precipizi ma sempre larga e piacevole. Il nome Giracùl le viene attribuito dalla popolazione tramontina per il fatto che fino agli anni 50 in questo tratto vi era un masso che ostruendo il camminamento, costringeva a passare tenendosi ad esso dando le spalle al vuoto obbligando quindi a “giràr el cùl”.
Dopo aver attraversato un piccolo giardino sospeso sul baratro, la cengia si esaurisce e si monta alla base del costone della Thorla cui fa capo 400 metri più in alto la quota 1815 denominata Ciucul da lis Sterpis. Qui il percorso potrebbe continuare fino alla Forca del Poul, ma noi prendiamo invece a risalire il costone della Thorla seguendo un canalino dapprima boscoso che più in alto immette in un secondo canalino tra zolle misto erba fino ad una stretta forcellina. Con un passaggio esposto si monta sul crinale che si segue per cresta o poco sotto di essa a seconda di quello che permette la vegetazione, fino a montare sul Ciucul da lis Sterpis. Lungo questo tratto di percorso si puó ammirare tutta l’ imponenza del versante orientale del Dosaip.
Giunti sul Ciucul da lis Sterpis si prosegue verso occidente lungo lis Palis di Maglina, i ripidi prati che costringono quasi tutti gli avventurieri ad indossare i ramponi da prato (o da ghiaccio) per avanzare in sicurezza.
Si attraversano quindi i prati poco sotto la base delle imponenti pareti meridionali del Dosaip fino a portarsi sotto al canalone col quale arriveremo in vetta concatenando il terzo itinerario, la Via da la Bisa.
Intitolata a Maria Canderan detta la Bisa, fu la prima persona ad effettuarne l’ esplorazione; per saperne di più sulla storia di Maria clicca qui.
Al canale si accede prendendolo di petto arrampicandone il fondo roccioso…
…oppure sfruttando la ripida balza erbosa sulla sinistra.
Mantenendosi un po’ sul fondo e svincolando ai lati per evitare i risalti più difficili (obbligatorio un passaggio di II+) si passa attraverso un foro naturale sopra il quale ci si deve portare verso sinistra per poi obliquare su una cengia che porta ad una piccola selletta sul vuoto dalla quale parte una crestina erbosa ed aerea (vietato avere le vertigini).
Questi ultimi 80 metri di cresta sono l’ ultima difficoltà prima di accedere alla spaziosa cresta sommatale che in pochi minuti porta all’ anticima Sud e subito dopo alla vetta principale del Dosaip.
Il rientro avviene quindi per la via normale lungo il Cadin di Dosaip e i ruderi della Casera Dosaip fino alla Forca di Caserata; da lì sentiero CAI 398 fino in Podestine.
Per raggiungere la vetta ore 10 su difficoltà EE, RRRR, AD. Per il rientro ore 2.30, difficoltà E. Grazie a Giorgio per aver riscoperto e condiviso questo eccezionale percorso.
Belle foto! Bellla gita!
Mi spavento di meno a salire i Quattromila dalle mie parti….
Grazie a tutti per l’ottima compagnia, e a Giorgio anche per la guida (ma per un po’ non ritornerò dei vostri…. 🙂
…per una viperetta! Cosa vuoi che sia! Comunque mi sa che non sei l’unico che lascerà passare del tempo prima di imbarcarsi in certe avventure.
Ciao, complimenti per l’ardita escursione! Difficile da realizzare in un’estate dal tempo incerto come questa.
Ho visto che attribuisci il nome di “Ciucul da lis Sterpis” alla q 1815 raggiungibile dal costone della Thorla. Nella Guida dell’Alta Val Meduna questo nome sembra essere attribuito alla q. 1652, che si trova un po’ più ad ovest, in versante Silisia.
??
Credo che nella guida Alta Val Meduna ci sia un errore di stampa riguardo alla quota. Difatti, l’ itinerario 5/16 é esattamente quello che abbiamo seguito e arriva in quota 1815, la quale anche nella mappa viene denominata Ciucul da lis Sterpis.
Itinerario molto bello e selvaggio. Chiedo quali difficoltà mi attenderebbero per arrivare alla Claupa de la Thorla altrimenti detta Landre de la Thorla, ma soprattutto quale percorso dovrò seguire partendo dalla Casera Caserate? Quanto tempo dalla Casera alla Claupa? Per ragioni di ricerca mi sarà sufficiente arrivare alla Claupa, visionare e misurare gli interni, scattare qualche foto e ritornare alla Casera.
Ringrazio fin d’ora per le informazioni che vorrete darmi. Mario Tomadini.