Dai magredi verso le montagne. Temporale in arrivo.

Pur non essendo parte dell’ area montuosa presa in considerazione in questo blog, i Magredi di San Quirino meritano a mio parere di essere menzionati in quanto paesaggio suggestivo dal quale comunque si ha un’ ottima visuale sulle montagne pordenonesi, nonché frutto del processo di erosione delle montagne stesse che tramite l’azione degli agenti atmosferici lungo il corso di milioni di anni vengono disgregate e trasportate in quella steppa che è la confluenza tra i fiumi Meduna e Cellina.

Dal centro del paese (Piazza Roma) si percorre verso Sud via San rocco fino ad incontrare l’ omonima chiesetta dalla quale si deve prendere via Armenteressa; continuando per circa tre chilometri lungo la stessa direzione in aperta campagna si arriva ad un punto in cui si svolta seccamente a destra; poco piú avanti troveremo ampio parcheggio ed un cartello che indica l’ inizio del percorso.

Ci si inoltra quindi lungo il sentiero che ci permette di fare una specie di viaggio indietro nel tempo alla scoperta delle varie fasi di trasformazione del territorio.

Dapprima si passeggia tra i prati stabili, frutto di interventi dell’ uomo che con leggere concimazioni e sfalci periodici ha ottenuto un terreno ideale per procurare il foraggio.

Si passa poi al magredo evoluto, fase precedente al prato, dove si ha un fondo piú ghiaioso e una copertura erbacea discontinua.

Attraversato il magredo evoluto ci si trova su una specie di argine oltre il quale si apre la vastità del magredo primitivo, un paesaggio steppico che in questo punto ha una larghezza di otto chilometri prima di giungere all’ altra sponda.

Lino delle Fate.

In primavera si puó gironzolare liberamente in cerca delle fioriture migliori o a fantasticare di trovarsi nelle aride steppe dell’ Est o nel Deserto dei Tartari.