Misterioso e poco frequentato, il Canal Grande di Meduna è un luogo dove la fantasia ci porta per un giorno ad immedesimarci in coloro che volevano scoprire le leggendarie Montagne della Luna.
Da Casera Charpin ci si porta nel retro dell’ edificio verso gli alberi; pochi metri dopo essere entrati nel bosco si reperisce un sentiero che in breve affianca il corso del Meduna offrendo i primi magnifici scorci sulle poco conosciute montagne circostanti.
Seguendo i segnavia si passa sulla sponda opposta e si prosegue sempre per bel bosco fino a giungere presso il Clapòn dal Limèt, ricovero naturale utilizzato da secoli da pastori e cacciatori ora attrezzato con tavolo, panche e alcune suppellettili (da Casera Charpin Circa 40 minuti).
Dopo aver visitato il Clapòn si attraversa il rio che passa di fronte ad esso (sorgente con laghetto non sempre attiva) e si prosegue ancora seguendo attentamente il segnavia procedendo con poca pendenza in bosco di faggio. Facendo attenzione ai bracconieri, si incontra una scritta su un masso probabilmente dedicata ai partigiani e dopo di essa il sentiero torna sul greto del Meduna presso un’ ansa.
Dall’ altro lato del torrente si intravede un ometto che indica il bivio per Forcella Pierasfezza; lo si tralascia rimanendo sempre nella sponda sinistra orografica e si prosegue in cerca dei segnavia che ci portano in breve presso un pianoro alluvionale denominato Pian di Marmìn dal quale la vista si apre sulle anticime di Cima Leadicia e su Cima Leandrina.
Dal Plan di Marmìn si segue il corso d’ acqua che svolta a destra e ci si inerpica sul costone che si innalza sull’ altra sponda e che costituisce il costone di destra orografica che rinserra il Meduna. Si sale quindi faticosamente senza traccia portandosi sul culmine del costone dove si ritrova il sentiero molto ripido che a tornanti lambisce la voragine del fiume. Più in alto il terreno si appiana e si entra nel primo lembo di pascolo di Casera Cuel; tenendosi verso sinistra si salgono i primi prati giungendo al ripiano pascolivo dove vi sono i ruderi della Casera Cuel (cassetta con libro presenze mal conservato).
Dai ruderi della Casera si prosegue verso Sud passando alti sul torrente che scorre su un letto a scalinate; la visuale si apre ora su luoghi remoti, dominati da cime per nulla frequentate. Di fronte a noi la Forca del Cuel, méta della nostra escursione e sotto di essa i prati dove nascono le leggendarie Sorgenti del Meduna.
La traccia si abbassa a traversarlo passando sulla sponda opposta e dopo il guado si perde; probabilmente continua sul fondo della valle, ma a causa del nevaio spesso presente sul fondo di essa, si prosegue a mezza costa verso Sud. Dopo aver oltrepassato un paio di rii secondari si prende un costone boscato che digrada dalla quota 1698 e sulla sommità dello stesso si ritrova una evidente traccia che si segue fino a sbucare tra i prati.
Qui la traccia si perde di nuovo, ma si prosegue sfruttando l’ indicazione di alcuni piccoli larici tagliati. Nei pressi di una pozza si scorge sopra di noi un cimotto arrotondato; si punta ad esso e una volta giunti alla base si traversa il ghiaione a destra ritrovando subito i segnavia.
Si continua a salire dapprima su traccia debole e ripida fino ad arrivare in quota al cimotto sopraelencato. Qui il sentiero traversa verso sinistra e si porta sotto alla Forca del Cuel che si raggiunge in pochi minuti.
Dalla Forca la vista spazia sul Cadin di Senons e sulle spettacolari placconate dolomitiche che si affacciano su di essa.
Dalla Forca si scende per sentiero o per ghiaione nel Cadin di Senons e seguendo il segnavia del sentiero 393 che in basso torna ad essere manutentato (percorso ad anello; al bivio si prende a destra per arrivare prima) si arriva nei pressi dell’ omonima Casera Senons.
Da qui una comoda strada di servizio con alcuni tornanti evitabili ci riporta alla civiltà nei pressi del Rifugio Pussa preannunciato dal tintinnío della campana situata nelle vicinanze e suonata dai numerosi vacanzieri.
Da Casera Charpin ore 4.30 alla Forca del Cuel, 7.00 al Rifugio Pussa. Partendo dal Lago del Ciul aggiungere 4.00 ore. Difficoltá EER
Un grazie a Giorgio (Il “ciccio col bastone”) che anche questa volta non si è perso, e al Ruggi che ha supportato la logistica dei trasporti.
E’ uno dei sogni che ho nel cassetto!! Fino a Charpin si è materializzato, ma manca il resto….. Non ho ancora perso la speranza e spero che nella stagione giusta e con i “giusti” compagni mi possa levare anch’io la soddisfazione. In ogni caso complimenti a te e alla squadra!!
Ti auguro vivamente di realizzare questo sogno! Erano almeno dieci anni che sognavo anch’io questa traversata. Mettiti al lavoro perché merita ma ci sono dei dettagli da non trascurare (certamente é stato faticoso camminare, ma la parte piú difficile é stata organizzare le macchine…). Grazie e auguri.
Caro Luciano mi sa che questo percorso non lo farai più! La tempesta Vaia ci ha messo lo zampone e ha atterrato boschi interi di faggi. Chi conosce bene quel sentiero in qualche modo e con fatiche immani riesce a passare, ma uno che lo fa per la prima volta non ha speranze.
Caro Ciccio dici bene: oltre all’età che avanza, ci si è messa anche Vaia! ma …. mai dire mai
Complimenti…a tutti voi.un gran bel giro..belle le foto.