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Plan di Salenc (1400 m)

Il plan di Salenc è un bellissimo ripano isolato dal mondo in alta Val Provagna deliziato dalla pregevole ed esclusiva visuale in primo piano sulla parete Est del Crep Nudo, nonché, in lontananza, dal Lago di Barcis.

Dai prati superiori, panorama verso il lago di Barcis.

Antico pascolo in abbandono, il ripiano veniva raggiunto dal Bivacco Val Provagna cui era collegato da una mulattiera che ancor oggi stupisce ed emoziona per l’ ottimo stato di conservazione di buona parte del tracciato.

I pascoli di Plan Salenc visti dalla selletta sotto al Crep Nudo.

Dal Bivacco Val Provagna si prosegue per l’ufficiale sentiero CAI 969 stando attenti in basso a sinistra ad un cartello di sentiero dismesso. Imboccato quello, si cammina per bel bosco su traccia larga e comoda a raggiungere in breve una selletta dalla quale si apre un’inaspettata visuale sulla dirimpetta cresta del Monte Formica dove sappiamo avranno fine le incognite e difficoltà che ci aspettano, talmente vicina da sembrare di poter già afferrare la salvezza. Non si rivelerà così.

Il percorso cambia quindi ambiente andando a traversare le pareti su una cengia boscata larga e comoda che si intuisce offre riparo anche ai numerosi ungulati che abitano la valle. Su percorso sempre accattivante si traversa quindi la base dello zoccolo che sorregge il Plan di Salenc, fino ad aggirare il costone.

A questo punto inizia la salita sul costone prativo intervallato a metà da un bosco di faggio. Usciti dal bosco la salita si fa ripida a raggiungere la cresta del costone che si aggira più in alto tra i mughi.

Dopo un breve passaggio su un franamento, ci si immette in una valletta con delle belle fioriture alla sommità della quale si esce sul Plan di Salenc. Al centro del ripiano un masso aggettante è stato sistemato alla meglio con dei muretti, mentre in alto, il Crep Nudo mostra da posizione privilegiata un lato meno arcigno di quello cui siamo abituati.

Il sentiero prosegue dietro al masso attraversando altri lembi di pascolo per poi traversare il rio principale che taglia la valle. A questo punto, il comodo sentiero costruito con finalità economiche di sussistenza cede il passo ad una traccia per lo più di animali o al massimo di cacciatori.

Si prosegue tra boschette, prati e attraversamenti di canali fino a portarsi ad una selletta posta sulla dorsale che scende dal Crep Nudo; al di là si inizia finalmente a scendere su terreno decisamente boscato che traversa innumerevoli canali.

Facendo attenzione a non perdere il segnavia nei pressi di un evidente traccia che prosegue dritta, ci si abbassa qualche metro per terreno ripidissimo e poi si continua in quota la lunga traversata per la Sella di monte Formica che si raggiunge dopo aver sacramentato un altro po’ anche per via di un’antesella posta poco prima della stessa. In sella ci si rilassa ma non troppo, in quanto i segnavia sono di difficile individuazione tra gli alberi posti sul limitare sinistro della pala erbosa da discendere. Entrati nel bosco, anche qui i segnavia si seguono con attenzione rimanendo sempre nello stesso costone fino ad incrociare il sentiero segnavia CAI 980 proveniente dal vicino Bivacco Val Zea.

Difficoltà Escursionisti Esperti, ore 7 da Bivacco Provagna a Bivacco Val Zea, altre 2,30 per eventuale rientro al Ponte di Mezzo Canale lungo la Val Prescudin.

Tempistiche calcolate comprese soste, ma senza perdere zaini e macchine fotografiche.

Bivacco Val Provagna (1123 m)

Un tempo utilizzato come bivacco per i boscaioli, il Bivacco Val Provagna è ora un piccolo edificio abbandonato tra i verdi prati della poco conosciuta Val dei Rosari. Fornito di piccola stufa e tavolo con panche, l’ambiente è fornito di quattro letti a castello (otto posti in totale) sprovvisti di materasso, e si presenta piuttosto spartano agli occhi dell’escursionista.

L’accesso da fondovalle al bivacco inizia nei pressi del Ponte di Mezzo Canale, qualche chilometro oltre l’abitato di Barcis mediante il sentiero CAI 969.

Dal ponte si prosegue un centinaio di metri fino a trovare sulla sinistra l’inizio del sentiero che subito si inerpica ad oltrepassare un colletto, ultima propaggine della dorsale che scende dal monte Castel de Barcis, dove il sentiero si biforca: a sinistra il tracciato che risale il fondovalle lungo il torrente, e a destra vi è la variante alta, ideale nei periodi in cui la portata d’ acqua rende impraticabili i guadi dell’ altro percorso. Noi andiamo a sinistra, tenendo in considerazione la variante per un rientro ad anello in caso di ritirata.

Proseguiamo quindi lungo il percorso basso che poco dopo si affaccia alto sopra il fondo della Val di Provagna, inoltrandosi nella valle su sentiero esposto ma comodo e ben marcato. In breve, nei pressi di una curva, si raggiunge il greto del torrente serrato da alte pareti. La visuale si apre sul Monte Castel di Claut e il percorso oltrepassa varie volte il corso d’acqua impegnando in l’escursionista con alcuni guadi sui sassi.

Giunti alla confluenza con la Val dei Rosari, il percorso abbandona il fondovalle per inerpicarsi ripidamente nel bosco fino ad incontrare la variante alta. Da qui, il sentiero si inoltra verso Nord a lambire una serie di fosse con spettacolari cascate che possiamo ammirare al di sopra e al di sotto del tracciato.

Si monta quindi anche l’ultimo costoncino terminante in una valletta con giovani alberi a sinistra della quale si apre un pascolo sulla cui sommità si trova il nostro bivacco.

Ore 2.30; difficoltà Escursionistica.

Come già anticipato, si può rientrare alla macchina percorrendo a ritroso l’ultima parte del percorso per poi intraprendere il sentiero variante , oppure proseguire per l’attuale segnavia CAI 969 a valicare la Forcella Giaveit per poi raggiungere il Monte Provagna o scendere direttamente in Val Chialedina.

Dal bivacco verso Forcella Tamais.

Molto più avventuroso seguire invece il tracciato dell’ex CAI 969 che si inoltrandosi per l’alta Val Provagna passa sotto il Crep Nudo e scavalca la Sella di Monte Formica a raggiungere il Bivacco Val Zea in Val Prescudin. Per saperne di più su questo misterioso tracciato CLICCA QUI.

Casera Bitter (1139 m)

Casera BitterCasera Bitter è un piccolo ma molto accogliente edificio situato nel bel bosco di faggio a cavallo della cresta che divide la Val Pentina dalla Val Prescudin. Inizialmente ricovero forestale degli anni ’50, venne abbandonato e poi ristrutturato del comune di Barcis. Dal 2002 richiamò l’ attenzione del Gruppo Montagna Fiume Veneto che, deciso di utilizzarlo come punto di appoggio, in collaborazione con la Comunità di Barcis ne cura il mantenimento. Dotato di tavolo con panche, caminetto e cucina economica al piano terra, dispone di 10-12 posti letto con brandine al piano superiore accessibile dal retro dell’ edificio. Nei pressi anche una legnaia.

Casera Bitter

Per raggiunger il bivacco si deve imboccare il sentiero CAI 978 presso Case Nest in Val Pentina. Il sentiero risale prima a comodi tornanti la piccola Val dei Tass incontrando un paio di fonti per poi salire sulla cresta erbosa sempre comodo a portarsi dentro ad una valletta di faggi.

Casera Bitter

Casera Bitter

Casera Bitter

Risalita la valletta ci si trova in un punto panoramico con panca dopo il quale si contorna il fianco boscoso sempre per marcato sentiero raggiungendo infine il ripiano sempre nel bosco dove sorge la casera. Ore 1.45, difficoltà E.

Casera BitterCasera Bitter

Dalla Casera il giro classico che si può affrontare è alla sommità del Monte Laura dalla quale si può proseguire lungamente per cresta seguendo il recente segnavia CAI e chiudere l’ anello tornando alla macchina (ore 6.00 per compiere l’ anello completo; EE).

Casera Bitter

Ai fini escursionistici di questo sito ci dedichiamo al prosieguo del sentiero CAI 978 diretto in Val Prescudin favorendo le proposte di collegamento con i bivacchi presenti.

Casera Bitter

Dal bivacco Bitter si continua a seguire il sentiero il quale continua nel bosco in leggera salita. Ignorando il bivio per il già citato Monte Laura si prosegue a sinistra guadagnando la cresta divisoria tra Prescudin e Pentina che si fa aerea ed erbosa nonché molto panoramica verso i contrafforti Pianina-I Muri-Paster-Mésser.

Casera Bitter

Dove la cresta diviene più frastagliata ed esposta il sentiero improvvisamente si abbassa una cinquantina di metri in versante Pentina su zolle erbose per poi proseguire in quota tagliando il versante sotto la cresta fino alla boscata Forca di Sass.

Casera Bitter

Casera Bitter

Giunti alla Forca si divalla con brevi tornanti mettendo piede ufficialmente in Prescudin scendendo di un centinaio di metri ad un bel pianoro di faggi che finisce presso una selletta che scende dalla vicina Croda de Piera.

Casera Bitter

Da qui ancora in discesa ad incrociare il sentiero CAI 978 proveniente da Villa Emma che sale al Bivacco Pastour, oppure all’ imbocco del sentiero CAI 980 per il Bivacco Val Zea.

Ore 1,15 dal Bitter al bivio sentiero CAI 978 (difficoltà E); dal bivio ore 0.45 a Villa Emma, ore 2.00 al Bivacco Groppa-Pastour, ore 3.00 al Val di Zea (difficoltà come da relazione accessibile con il link).

Casera Bitter

Casera Bitter

Casera Bitter

Monte Páster (2067 m)

Il Monte Páster è una delle tante cime appartenenti all’ acrocoro della catena Col Nudo Cavallo, attraversate dall’ Alta via Numero 7.

Monte Paster

Il settore centrale del Col Nudo-Cavallo visto dal Monte Fara. Da destra, in evidenza il Crep Nudo, Venal, Antander, Mèsser, Brut Pass e Monte Paster.

Dalla cima del Monte Mèsser, il Monte Paster è quello al centro della foto.

Dalla cima del Monte Mèsser, il Monte Paster è quello al centro della foto.

Tale cima, essendo una modesta elevazione posta nelle vicinanze del ben più pronunciato Monte Mèsser, quasi non si nota percorrendo l’ Alta Via. Ben altra sensazione invece produce l’ ascensione ad essa partendo da fondovalle nella scorbutica Val Prescudin, dopo lungo avvicinamento al Bivacco Groppa Pastour nell’ isolato e suggestivo Gravon dai Salz.

Salendo il Gravon dai Salz.

Salendo il Gravon dai Salz.

Dal bivacco si sale verso sinistra fino a raggiungere un canalone d’ origine del Gravon dai Salz; per il canalone, superando a destra una paretina e poi piegando per il ramo di destra ad una biforcazione, seguendo il segnavia a bolli rossi, si raggiunge la cresta spartiacque e, poco sopra, la panoramica vetta.

Monte Paster

Il canale da risalire si intuisce tutto a sinistra.

Il canale da risalire si intuisce tutto a sinistra.

Monte Paster

Monte Paster

Monte Paster

Ore 1.15 dal bivacco Groppa Pastour, difficoltà Alpinistica.

Monte Paster

Monte Paster

Bivacco Fisso Groppa Pastour (1617 m)

Bivacco Groppa PastourIl bivacco, di proprietà dell’ Azienda delle Foreste della Regione Friuli Venezia Giulia, è un prefabbricato a semibotte con 9 posti letto ed è sempre aperto.

Bivacco Groppa Pastour

Da Arcola (frazione a monte di Barcis) si sale per la strada della Val Prescudin (sbarra all’ inizio, divieto di transito per gli automezzi non autorizzati dalla Forestale) e si raggiunge la Villa Emma (o palazzo Prescudin).

Bivacco Groppa Pastour

Villa Emma.

Si prosegue a sinistra per una strada non asfaltata che risale la Val del Tasséit fino a circa quota 730.

Dalla strada forestale si osserva il settore centrle del gruppo Col Nudo-Cavallo. Spicca tutto a destra il Monte Messer e, a sinistra, il Gravon dai Salz dove sale il nostro sentiero.

Dalla strada forestale si osserva il settore centrle del gruppo Col Nudo-Cavallo. Spicca tutto a destra il Monte Messer e, a sinistra, il Gravon dai Salz dove sale il nostro sentiero.

Qui ha inizio un sentiero (segnavia 978) che, prima in bosco e poi per un lunghissimo ghiaione (Gravon dai Salz) sale a tornanti regolari fino a raggiungere il promontorio dove sorge il bivacco.

Risalendo il Gravon dai Salz.

Risalendo il Gravon dai Salz.

Bivacco Groppa Pastour

Durante la salita, a circa 950 metri si lascia a sinistra l’ itinerario (segnavia 978) diretto in Val Pentina e a Barcis oltre la Forca di Sass e a quota 1250 l’ itinerario (segnavia 980) diretto, verso destra, al bivacco Val di Zea. Ore 4.00, difficoltà T.

Bivacco Groppa Pastour

Dal bivacco si può salire alla vetta del soprastante Monte Paster, o traversare per la Forcia Bassa verso la Forca Grava Piana. Entrambi gli itinerari sono escursionisticamente non facili.

Bivacco Groppa Pastour

Monte Antánder o Cima Piái (2184 m)

Monte Antander

Dal Bivacco Toffolon si scende sulla destra della Val Antánder, tenendosi alla base del monte, per il primo tratto quasi pianeggiante.

Monte Antander

Monte Antander

Si segue quindi il segnavia dell’ Alta Via numero 7 che si porta sulla cresta Sud del Monte; tenendosi presso la cresta si sale in vetta aggirando a sinistra un salto di roccia.

Monte Antander

Monte Antander

Monte Antander

Ore 1.00, difficoltà EE.

Il Crep Nudo e Monte Venal.

Il Crep Nudo e Monte Venal.

Monte Mèsser e alle spalle il massiccio del Cavallo.

Monte Messer e alle spalle il massiccio del Cavallo.

L' Alpago e il Lago di Santa Croce.

L’ Alpago e il Lago di Santa Croce.

La selvaggia Val Prescudin.

La selvaggia Val Prescudin.

Le Malerope.

Le Malerope.

Monte Antander

Abbiniamo a questa vetta la discesa in Alpago presso la Casera di Pian Formosa tramite un percorso non segnalato nella mappa.

Ritornati sul sentiero Alta Via numero 7 si prosegue verso la Forcella Federole, ed aggirato il costone Ovest del Monte Antánder ci si trova nella valle cui fa capo la forcella; guardando in basso, si scorgerà un altro sentiero con segnavia CAI che dal fondovalle sale alla forcella.

Alta Via numero 7.

Alta Via numero 7.

Forcella Federole.

Forcella Federole.

Raggiunto quindi tale sentiero, lo si segue in discesa fino a quando svolta bruscamente a destra (freccia bianco rossa su un albero); a questo punto si abbandona il sentiero proseguendo dritti per una traccia che si perde dopo pochi metri in un prato.

Monte Antander

Monte Antander

Dal prato si deve prestare attenzione a reperire a sinistra un bollo sbiadito su un albero dal quale parte un marcato sentiero che attraversando una zona di schianti porta ad un breve passaggio in cengia. Dopo la cengia, la traccia prosegue marcata su terreno erboso molto inclinato traversando una zona di paretine con landri dalla quale si esce sui macereti della Val Antánder andando a reperire il sentiero CAI 979 che ci porterà alla Casera di Pian Formosa.

Monte Antander

Ore 2.00 dalla vetta del monte Antánder, difficoltà EE.

Monte Antander

Monte Mèsser (2230 m)

Dalla vetta del monte Messerpanorama verso la Val Prescudin e il Monte Resettum.

Dalla vetta del monte Messer panorama verso la Val Prescudin e il Monte Resettum.

Dal Bivacco Toffolon presso la Forcella Antánder si sale per il ripido pendio erboso lungo la cresta; seguendo il segnavia dell’ “Alta Via” lungo la cresta Nord oppure scendendo a sinistra per pochi metri nella caratteristica conca ghiaiosa, ben visibile da Barcis, e quindi raggiungendo la facile ma esposta cresta Est, si perviene sulla panoramica vetta.

Monte Messer

Monte Messer

Salendo lungo la cresta Nord. Da destra in primo piano il Crep Nudo, Venal e Antander.

Monte Messer

Panorama verso Barcis e il suo lago; sopra di essi il monte Raut.

Panorama verso Barcis e il suo lago; sopra di essi il monte Raut.

Monte Messer

Panorama verso l' Alpago.

Panorama verso l’ Alpago.

Ore 1.00, difficoltà EE.

Monte Messer

Monte Messer

Monte Messer

Bivacco Fisso Val di Zea (1245 m)

Bivacco Val Zea

Il bivacco (prefabbricato a semibotte, sempre aperto, con 9 posti letto) è di proprietà dell’ Azienda delle Foreste della Regione Friuli-Venezia Giulia, proprietaria di tutto il bacino idrografico del Prescudin.

Alcune pareti che racchiudono il bacino del Prescudin da Villa Emma.

Alcune pareti che racchiudono il bacino del Prescudin da Villa Emma.

L’ accesso più diretto (nonchè l’ ultimo rimasto accessibile ufficialmente) al bivacco avviene dalla località di Arcola, frazione a monte di Barcis.

Da Arcola si sale per la strada della Val Prescudin (sbarra all’ inizio, divieto di transito per gli automezzi non autorizzati dalla Forestale) e si raggiunge la Villa Emma (o Palazzo Prescudin).

Val Prescudin

Lungo la strada della Val Prescudin.

Villa Emma

Villa Emma.

Si prosegue a destra e per carrozzabile si attraversa prima il Torrente Tasséit e poi il Torrente Prescudin e si risale la Val Zea fino al termine della strada a circa quota 700 metri.

Val Prescudin

Val Prescudin

Si prosegue per un bel sentiero (segnavia CAI 980) che sale sulla sinistra idrografica della valle in un piacevole bosco di faggio e di abeti, avvicinandosi all’ imponente e dominante vetta del Crep Nudo.

Bivacco Val Zea

Bivacco Val Zea

A quota circa 1200 metri, si lascia salire a destra il sentiero (ex segnavia CAI 969 oggi dismesso) diretto alla Sella di Monte Formica e si piega a sinistra. Attraversato un rugo in una zona sconvolta dalle valanghe, si sale ancora per pochi minuti raggiungendo il bivacco sul bordo inferiore di una faggeta.

Bivacco Val Zea

Bivacco Val Zea

Difficoltà T; ore 3.00 (ore 2.00 dalla fine della strada della Val Zea).

Bivacco Val Zea

Bivacco Val Zea

Vecchia Strada della Val Cellina

La vecchia strada della Val Cellina, costruita nel 1906 e dismessa nel 1992, è oggi una bellissima e nostalgica passeggiata percorribile anche con bambini. Aperta nei mesi estivi con entrata regolamentata da Ponte Antoi (Barcis) e dalla località Ponte Molassa, è inserita nella Riserva Naturale Forra del Cellina. Personalmente per me quella strada è sinonimo di avventura in quanto legata al ricordo delle prime esplorazioni con il mio amico Adriano che mi portò anni fa a percorrerla quando ancora non era stata riaperta al pubblico.

Strada Val Cellina

Scorcio della strada provenendo da Ponte Antoi.

Da qualche anno è stato allestito un sentiero CAI con segnavia 996 che da Montereale Valcellina percorre le falde del monte I Cameroni in destra orografica, e il Monte Fara alla sinistra potendo realizzare un ideale anello. Ideale in quanto i due tronconi di sentiero sono divisi dalla strada che è aperta solo in estate, e tuttora parzialmente, in quanto un franamento ha portato le autorità competenti a tenere chiuso il tratto interessato in quanto non in sicurezza.

Strada Val Cellina

Un mio amico però mi ha proposto un piano diabolico per effettuare l’ anello partendo dal cimitero di Montereale; nonostante abbia appurato che il punto di partenza è a quota 333 (perfetta metà del Numero della Bestia), e sapendo bene che il mio amico, come un mio Zio fa le pentole ma non i coperchi, accetto di partecipare…

Strada Val Cellina

Dal cimitero si punta alla salita alla prima galleria per la Valcellina; alla prima curva salendo dal ristorante si prende un sentiero che poco più in alto sbuca su una pista. Si segue la pista verso Ovest portandosi sul crinale sopra il paese del monte Castello; passata la forcellina tra l’ elevazione del Castello e il Monte Spia si prosegue seguendo il segnavia CAI che lambisce la strada e poi giunge presso un pozzo in un caratteristico spiazzo lastricato nel bosco. A questo punto il sentiero scollina sul versante Nord e si inizia ad intravedere i primi scorci sulla Val Cellina.

Strada Val Cellina

Il sentiero prosegue ora in quota nel bosco, offendo alcune deviazioni verso Casera Rupeit, oppure verso il basso sulla vecchia strada; proseguiamo in quota seguendo fedelmente il segnavia bianco rosso.

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

La catena del Resettum. Al centro la Forcia Bassa, a sinistra l’ omonima vetta e a destra il Colciavas. Spunta il Monte Corta e la Guardia.

Dopo aver passato un canalone con rio secco ed esserci portati sotto le pareti della Cengla dai Pic, il sentiero scende decisamente fino a depositarci sull’ asfalto della vecchia strada nei pressi di una galleria in località Siviledo.

Strada Val Cellina

Volendo limitare l’ escursione si potrebbe percorrere la strada verso Sud alla località di Nale dove uno dei sentieri precedentemente incontrati riporta al segnavia CAI 996. Per saperne di più clicca qui. Noi proseguiamo passando la galleria ed entrando nel canyon della Val Cellina.

Strada Val Cellina

Sulla vecchia strada.

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

Dopo una quarantina di minuti di cammino accompagnati dal torrente e da suggestivi scorci della forra, si giunge al cancello che delimita la Riserva Naturale Forra della Val Cellina nei pressi di quella che era la Vecchia Diga.

Strada Val Cellina

Vecchia diga.

Strada Val Cellina

La strada nei pressi della confluenza con il Torrente Molassa. A destra si intravede il franamento che ha interessato la strada.

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

L’ orrido della Molassa.

Giunti in quache modo al ponte Molassa (altro cancello) si prosegue per la galleria stradale oltre alla quale, nei pressi di un’ opera per lo scolo delle acque, si nota un cartello che indirizza su per una costa boscata. Qui il nostro segnavia CAI 996 coincide con il 983.

Monte Fara

La salita nel bosco sul costone occidentale del Monte Fara.

Il sentiero, a tratti inesistente ma costantemente segnalato, sale per il bosco guadagnando quota. Giunti al bivio segnalato, si abbandona il 983 per seguire il nostro 996 che valicando il costone ci porta ad affacciarci sul versante Ovest del monte Fara; qui l’ambiente cambia nettamente e passiamo da un tranquillo sentiero nel bosco ad una esile traccia su un ripido versante in cui prestare molta attenzione.

Sentiero 996

Scorcio su Barcis e la catena del Col Nudo Cavallo. Spiccano da sinistra i monti Paster, Mèsser, Antander, Venal, Crep Nudo e Col Nudo.

Sentiero 996

Sentiero 996

La vecchia strada vista dll’ alto.

Traversando lungamente in quota si scavalcano tre sellette; dopo la terza il sentiero scende per un macereto a toccare il fondo di un canale; poco dopo si trova un antro adattato a ricovero, ottimo per una meritata sosta.

Sentiero 996

Sentiero 996

Sentiero 996

Antro con muretto a secco.

Ripreso il cammino su una caratteristica cengia, il sentiero migliora decisamente mantenendosi su un versante con pendenza minore. Dopo aver incontrato la deviazione che sale al monte Fara ci si abbassa lungo un altro canale ghiaioso attrezzato con cavetto inutile e divelto, si giunge finalmente ne pressi della galleria del Fara, dove si potrebbe raggiungere la strada e rientrare a Montereale.

Sentiero 996

Sentiero 996

Sentiero 996

Decidiamo ugualmente di proseguire lungo il sentiero che risale decisamente il versante meridionale del monte Fara. Risalendo faticosamente il costone dove parte la Via Michela, si traversa in ghiaione in direzione Est con interessanti scorci sul sottostante invaso di Ravedis.

Sentiero 996

Sentiero 996

Raggiunta faticosamente una croce a ricordo di un defunto cacciatore finalmente finisce la salita ed iniziamo l’ ultimo tratto dapprima in leggera discesa, poi con pendenza più marcata.

Sentiero 996

Nei pressi della croce sul cocuzzolo denominato Sucul Pitau.

In quest’ ultimo tratto il sentiero 996 va ad immettersi sul sentiero CAI 967 che scende in località Fous presso il Ponte di Ravedis. Segnaliamo che poco prima del bivio si può reperire un altro sentiero non numerato che scende direttamente al ponte.

Per compiere l’ anello completo 10 ore; difficoltà E fino a Siviledo, EE dal bivio 983 alla galleria del Fara. Obbligatorio dotarsi di casco da indossare quando si percorre la strada.

Ringraziamo Houdini e Sultana per averci offerto un passaggio fino alla macchina.

Casera La Pala (1195 m)

Casera La Pala

Piccolo edificio situato nel bosco Montelonga a Nord della Pala d’ Altei, la Casera La Pala offre un vano cucina attrezzato di tavolo con panca, stufa e caminetto; adiacente ad essa vi è un vano con tre tavolacci per dormire.

Da Barcis, per carrozzabile, si raggiunge la frazione di Portúz, sopra la diga del lago. Da Portúz, per sentiero in bosco, si sale fino al pascolo ed alla Casera La Pala. Ore 2.00, difficoltà T; segnavia CAI 970.

Casera La Pala

Casera La Pala

Dalla Casera La Pala si puó proseguire a raggiungere altre casere presenti nel comprensorio, quali Casera Montelonga, Casera di Giais e Casera Rupeit. Quest’ ultime due si possono raggiungere in circa 1.30 ore seguendo rispettivamente i segnavia CAI 986 e 987 che si dipartono dal trivio situato in localitá Bosco di Montelonga a circa 30 minuti dalla casera.

Per raggiungere Casera Montelonga continueremo invece a seguire il sentiero CAI 970 con il quale possiamo compiere un anello che ci riporterà a Portúz.

Si prosegue seguendo il sentiero che prima sale e poi piega a destra fino ad incontrare, sul bordo di una conca erbosa, il sentiero con segnavia 987 (tabella su un albero isolato). Si prosegue verso destra ed in breve si perviene alla casera. (1.15 ore dalla Casera La Pala)

Casera La Pala

Casera La Pala

Casera La Pala

Casera Montelonga

Dalla casera il sentiero prosegue logico e ben segnalato in discesa lungo il Costone Grandánele fino a sbucare sulla strada asfaltata lungo il lago. Da qui, facciamo ritorno al punto di partenza lungo la strada oppure tramite il Sentiero degli Alpini lungolago che ci permette di evitare un buon tratto d’ asfalto. In tutto ore 6.00; difficoltà E.

Casera La Pala

Casera La Pala