Con i suoi 2548 metri di altezza il Monfalcon di Montanaia è la vetta più alta del gruppo; per raggiungerne la cima bisogna affrontare una scalata di circa trecento metri in ambiente puramente dolomitico.
Dal Rifugio Pordenone (occhio a non svegliare i turisti) si risale la Val Monfalcon di Cimoliana mediante il sentiero CAI 349 fino al bivio con il dimesso sentiero CAI 360 dedicato a Piero Taiariol.
Qui si può scegliere tra le 2 alternative: proseguire per Forcella Leone e reperire poco più in alto un sentiero (ometto sulla sinistra) che si alza in direzione Nord per poi piegare a Sud portandosi sotto le pareti; un passaggio tra i mughi (bolli rossi) permette di accedere ad un canalino che risalito porta in breve all’ ingresso del Cjadinut di Cimoliana.
Diversamente, al sopraccitato bivio si sale lungo il rio con acqua che scende da Nord; prima del salto roccioso si obliqua a destra e seguendo tagli e ometti si giunge in maniera più diretta sotto alle pareti dove si incontra il passaggio tra i mughi.
Una volta giunti al Cjadinut lo si risale tra i prati mantenendosi poco più alti delle ghiaie cercando il terreno migliore. Contornando si arriva quindi nella parte alta dove il terreno diventa più ripido portando alla parte finale del Cjadinut dove un’ evidente freccia rossa indica il canale da prendere.
Inizia qui la parte alpinistica dell’ escursione costituita da canali dal fondo instabile e cenge ricoperte da detriti.
Si comincia subito con un angusto canalino che porta ad una cengia facile ma esposta su un insondabile precipizio. In alternativa si sale a sinistra e si traversa su terreno friabile ma meno vertiginoso.
Dopo questo passaggio vi è un secondo canale ancora più angusto del primo che in uscita oppone alcuni metri di II grado da affrontare in spaccata per guadagnare una panoramica spalla (a destra chiodi con cordino per eventuale doppia).
Dalla spalla si cambia direzione per una cengia abbastanza infida ed aerea all’ inizio che poi diviene più larga e meno esposta. Dopo esserci alzati di quota, la cengia insiste nella stessa direzione per poi esaurirsi; si riprende quindi a salire repentinamente per roccette e canalini in direzione di Punta Mantica fino a giungere ad una bella sella tra quest’ ultima e la cima principale. Qui il panorama finalmente si apre sulla valle del Piave e sulle famose vette dolomitiche tra cui spiccano Pelmo e Antelao, Civetta, Tre Cime di Lavaredo ed il vicino Cridola.
Dalla sella si va a sinistra e si sale per la tormentata cresta finale. Dopo pochi passaggi si affronta una breve cengetta e il seguente canalino entrambi esposti ma con roccia buona e ottimi appigli.
Superate queste difficoltà si è finalmente in vista della piccola croce di vetta dalla quale si gusta un panorama a 360 gradi su tutto il gruppo Spalti di Toro-Monfalconi, Pramaggiore, Caserine, Duranno, Cima Preti, Col Nudo, Dolomiti e Alpi Carniche fino agli Alti Tauri.
Dal Rifugio Pordenone 5 ore; 1.45 dall’ attacco della via; difficoltà E fino a tutto il Cjadinut, la parte finale oppone un’ arrampicata mediamente di I grado con un paio di passaggi di II su terreno friabile ed anche esposto.