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Sentiero dei cacciatori di Forni di Sotto

Per raggiungere la Casera Chiampiuz è possibile salire per un itinerario alternativo alla carrareccia: il Sentiero dei Cacciatori di Forni di Sotto. Tale sentiero si reperisce lungo la strada di servizio che sale da Vico poco prima della curva nei pressi dei Fienili Colau.

Subito si incontrano dei fabbricati in rovina oltre i quali il sentiero inizia a salire ripidamente nel bosco.

Lungo il sentiero si incontra un altro stabile e poco dopo si esce in un pascolo; portandosi sulla sommità del pascolo, il sentiero piega a sinistra e sbuca nello spiazzo alla fine della strada di servizio.

Da qui, per comodo sentiero, in una ventina di minuti si è alla casera.

Difficoltà Escursionistica; ore 3.00 alla casera.

Dalla Casera si può raggiungere la vetta del Cimon d’ Agar oppure proseguire verso Casera Chiampis oppure in Pussa mediante il Sentiero Sergio Fradeloni.

Cimon di Agar (1932 m)

Dal ricovero Casera Chiampiuz si prende il sentiero CAI 370 in direzione della Casera Naiarduzza.

Dal Sentiero CAI 370 il panorama si apre verso Casera Chiampiuz.

Tra mughi e rododendri danzanti si percorre un tratto sulla linea di cresta spartiacque tra Val Tagliamento e Canal di Meduna; quando il sentiero si abbassa in versante di Forni, lo si abbandona per proseguire sulla cresta erbosa e per traccia a tratti evidente in breve si arriva in vetta al Cimon di Agar.

Panorama dalla vetta verso la Val Tagliamento.

Ore 1.00; difficoltà EE.

Panorama verso la Val Meduna. In primo piano Caserine Alte e Cima Leadicia.

Sentiero Fradeloni

Dal Ricovero Casera Chiampis si sale in circa ore 1.00 in Forchia del Mùgnol dalla quale si segue verso Ovest il sentiero segnavia 378. Aggirata la testata del Rio Secco, si raggiungono i ruderi della Casera Naiarduzza (qui si può arrivare direttamente dalla Forchia di Monte Rest senza passare per la Forchia del Mùgnol e toccando invece la Casera Venchiaréit 1392 metri).

Forca dal Mugnol.

Casera Naiarduzza.

Casera Venchiareit.

 

Si segue verso Nord-Ovest traversando circa 50 metri sotto il Foos di Naiarda 1742 metri (I.G.M.:Forcella di Naiarda) e quindi si sale con breve ripida rampa per prato e ghiaia alla Forcella delle Palote (Tabacco 1:25000 F. 02: Forcella di Naiarda).

Da Forcella delle Palote verso la Val Tagliamento.

Si continua attraversando il catino a Nord del Cimòn d’Agar e passando sopra la conca ed i ruderi della Casera Agar; si sale quindi per facili roccette (I grado fino a quota 1886 sulla panoramica cresta spartiacque che si segue per qualche centinaio di metri verso Ovest. Per buon sentiero su prato si scende ora fino alla Casera Chiampiuz, recentemente restaurata; fin qui ore 4.00-4.30.

Si sale ora verso Ovest ed in breve si raggiunge la forcelletta quotata 1736 (“Tabacco” 1:25000 F.02: Forcella Ciampinz) dalla quale, verso Nord, ha inizio la dorsale che culmina con la Punta del Mezzodì 1923 metri. Si lascia a destra un sentiero e si segue il segnavia 394 verso sinistra per un sentiero che si riporta sulla cresta spartiacque, quota 1760, aggirando a Sud l’ampio impluvio chiamato Certelòna.

Forca da la Crous (Forcella Ciampinz).

Il Chiarescons. Sotto di esso, l’ambiente su cui si estende il Sentiero Fradeloni.

Da quota 1760 si scende e si oltrepassa la prima dorsale che divide la valle percorsa dal Rio di Peschis da quella percorsa dal Rio della Valle e poi si attraversa il Cadìn, compreso tra le Céngle Fornèzze a Sud-Ovest e le Lastre di Péschis ad Est (all’inizio, una breve cengia esposta richiede molta attenzione); si raggiunge così, a quota 1569, il sentiero che risale il Rio della Valle. Per questo sentiero si sale fino alla sella 1820 m fra il monte Chiarescòns 2168 m ad Ovest ed il Col della Valle 1901 m ad Est; fin qui ore 7-8.

Verso il Cadin sotto il Chiarescons.

Le Fornezze.

Per roccette e verdi si sale aggirando a Nord la vetta del Monte Chiarescòns; si raggiunge così una forcelletta (quota 2050 circa) dalla quale si scende ancora per facili rocce incontrando in breve l’itinerario che sale alla base delle rocce per raggiungere la vicina Forcella Libertàn.

Per questo itinerario si scende per verdi e ghiaie e quindi per un canale fra i mughi fino a raggiungere la radura di quota 1540 con cespugli e radi larici dove si incontra il sentiero segnavia CAI 364. Per questo sentiero si scende nella Val delle Camòscie fino al Rifugio Pussa.

Forca da la Crous (1752 m)

Ovvero collegamento Casera Charpin-Chiampiuz

Forca da la Crous non è segnata nelle mappe, forse perché raggiungibile con non meno di 4 ore di marcia, forse a causa della sua ubicazione fuori dagli itinerari segnalati, bollati, decantati, famosi e che fanno curriculum. Eppure, mai ho visitato forcella più bella, accogliente, rigenerante di questa, a tal punto che la prima volta che ci sono stato mi sono sentito a casa.

Tralasciando il semplice accesso dalla Casera Chiampiuz, descriviamo la possibilità di salire dal ricovero Charpin.

Dal ricovero Casera Charpin si prosegue per l’ex sentiero 393 in direzione del Clapon del Limet.

Oltrepassato il Clapon si prende il primo emissario che scende da destra e si sale fino ad un emissario proveniente da sinistra; si prosegue lungo quest’ultimo fino ad approdare ad un macereto presso l’incontro del Rug da la Crous e il Rio Brustulat.

A questo punto si sale lo sperone che fa da spartiacque tra i due e in qualche modo se ne raggiunge la cresta. Giunti sotto ad alcune paretine si mantiene la destra e dopo aver incontrato “LINO” ci si abbassa a raggiungere il fondo del Rug da la Crous.

Si risale il Rug oltrepassando due risalti, il primo si passa alzandosi a sinistra e il secondo verso destra con passaggio esposto; oltrepassato questo si risale l’ultima parte del Rug andando a confluire nella traccia che proviene da Forcella Claupe.

Dirigendosi verso oriente si scavalca un dosso e poi un ultimo facile traverso ci porta nella splendida Forca da la Crous.

Da lì, grazie al Sentiero Fradeloni si giunge in circa un’ora a Casera Chiampiuz.

Ore 6.00; difficoltà RRR.

Escursione effettuata durante la Greppata 2018 partendo dalla Diga del Ciul al Ricovero Chiampiuz il primo giorno e rientro il secondo per il Sentiero Fradeloni (prossimamente su questi schermi!), Naiarduzza e Rugon.

Cenglòn

Casera Chiampiuz e Casera Senons sono le due belle casere del gruppo Caserine Cornaget affacciate rispettivamente sul versante Val Tagliamento e Val Settimana di due diversi settori del gruppo: dorsale del Limèt e Nodo Centrale.

Tra le due casere non vi è alcun collegamento ufficiale, ad eccezione del mai realizzato sentiero CAI 394 (che arriva però al Rifugio Pussa) e della traversata da noi effettuata attraverso le Lastre di Peschis, consigliabile in direzione Senons-Chiampiuz.

Bello, spettacolare, e consigliabile nel verso opposto è invece il Cenglòn, una bancata formata da una serie di catini ghiaiosi sospesi centinaia di metri sopra il Canal Grande di Meduna, generatasi dallo scorrimento delle faglie spinte dalla placca africana su quella europea, fenomeno geologico unico nella regione Friuli Venezia Giulia.

Evidenziate dal sole, a destra le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze.

Evidenziate dal sole, a destra Forca da la Crous e le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze. Foto scattata dal Frascola.

Da Casera Chiampiuz per il sopra citato sentiero CAI 394 si raggiunge in breve l’ ampia e verdeggiante Forca da la Crous, dalla quale ci si discosta in versante Meduna per una traccia che porta ad entrare in un catino ghiaioso posto a Sud delle Lastre di Peschis.

Forca da La Crous.

Forca da La Crous.

Cenglon

Questi va attraversato in leggera discesa seguendo le tracce di animali e raggiungendo una dorsale boscata dalla quale si entra nel bacino imbrifero del Rio Brustulat. Una volta raggiunto il fondo del canalone si continua a scendere seguendo l’ impluvio e dopo aver disceso una parte particolarmente friabile, si perviene ad una sorgente sulla destra.

Cenglon

Dalla sorgente si inizia a traversare in quota mantenendosi sotto le pareti, cercando a volte i varchi migliori tra la fitta vegetazione di mughi. Aiutati da tagli e radi ometti si passano un paio di punti friabili ed alcuni ripari naturali fino a trovarsi sotto al compluvio di Forca Claupe che si guadagna quindi in salita.

Foto di Jacopo Verardo.

Tra mughi e roccette. (Foto di Jacopo Verardo).

Foto di Maja Ogrizek.

Qui solo roccette. (Foto di Maja Ogrizek).

In Forcella Claupe. Foto di Antonio Armellini.

In Forcella Claupe. (Foto di Antonio Armellini).

Dalla forcella si prosegue verso Sud-Ovest risalendo la pala di quota 1906 e puntando ad una evidente lingua d’ erba che sale ripidamente diventando canalino e portando a guadagnare un panoramico pulpito rivolto verso le Lastre di Peschis.

Cenglon

Le Lastre di Peschis dal panoramico pulpito.

Qui un passaggio permette di tornare in versante Meduna su un costoncino sempre colonizzato da mughi che va disceso per una quarantina di metri volgendo poi verso destra dove improvvisamente ci si trova di fronte all’ imbocco del Cenglòn.

Costoncino con mughi. Foto di Maja.

Costoncino con mughi. (Foto di Maja).

L' imbocco del Cenglòn. Foto di Jacopo.

L’ imbocco del Cenglòn. (Foto di Jacopo).

Qui parte una meravigliosa cavalcata in quota che si mantiene costantemente in panoramica visuale sulle Sorgenti del Meduna, il pascolo di Casera Cuel e la dirimpettaia Cima Leadicia. A fare da sfondo Frascola, Celorum, Caserine, Cima Nartais.

Cenglon

Le Sorgenti del Meduna. Svetta il Burlaton e dietro di esso le Caserine Alte. A sinistra Forcella Pierasfezza ed in basso il pascolo di Casera Cuel.

Il percorso parte su ghiaino compatto e riserva subito uno spettacolare esempio di specchio di faglia formatosi dalla enorme pressione della spinta delle placche che ha levigato perfettamente le superfici di contatto degli strati.

Foto di Antonio.

Fotografando lo specchio di faglia. (Foto di Antonio).

Si attraversano poi una miriade di catini abbastanza larghi da non far intuire l’ estrema esposizione sul vuoto a cui si è sottoposti percorrendo il Cenglòn.

Foto di Antonio.

(Foto di Antonio).

Cenglon

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

Cenglon

Cenglon

Cenglon

Foto di Andrea.

(Foto di Andrea).

Dopo aver sceso una bella e comoda rampa ghiaiosa, si giunge infine alla parte terminale della cengia che, come è iniziata, si conclude con un traverso su ghiaino compatto.

Cenglon

Comoda rampa finale. Foto di Tiziano Ros.

Comoda rampa finale. (Foto di Tiziano Ros).

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Si giunge quindi nel canalone che scende dalle due Vette Fortezze, lo si traversa, e si punta a raggiungere la soprastante Forcella Nartais risalendo il canale che da essa si genera (terreno molto friabile, pericolo di muovere sassi su chi segue, masso incastrato che obbliga ad un passaggio di III grado, ripido prato finale), oppure si suggerisce di puntare a raggiungere appena possibile gli arbusti posti sul costone in destra orografica per aiutarsi a risalire il ripido contrafforte (mugo-ferrata).

Cenglon

Il canalone tra le Fornezze.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

In entrambi i casi si esce nei pressi di Forcella Nartais dove ad accoglierci troveremo dei mughi amicali.

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

In forcella! (Foto di Jacopo).

Dalla forcella prima per facile traverso su ghiaino e poi per comodo sentiero, in poco più di un’ ora si arriva a Casera Senons e di lì al Rifugio Pussa.

Ore 8.00 da Casera Chiampiuz al Rifugio Pussa. Difficoltà RR+