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Cima Valmenon (2250 m)

Spartiacque tra la Valmenon e la Val di Brica, cima Valmenon è una verde e arrotondata cima che si raggiunge facilmente sia da una valle che dall’altra.

Dal Camporosso nei pressi di Casera Valmenon, o dalla testata della Val di Brica sopra al Bivacco Milan, si raggiunge la Forcella val di Brica lungo il sentiero segnavia CAI 369. Nei pressi della forcella parte una traccia che risale i prati dell’anticima di Valmenon oltre la quale una forcella ci anticipa l’arrivo alla vetta principale. Magnifico panorama su Monfalconi, Pramaggiore, Val Tagliamento, Alpi Carniche e Dolomiti.

 

 

Bivacco Giancarlo Milan al Cason di Brica (1745 m)

Il Bivacco Giancarlo Milan si trova in Val di Brica, nel cuore del Parco Dolomiti Friulane, ed è un piccolo ricovero in legno gestito dalla sezione CAI di Rovigo. Presenta quattro posti letto, un tavolo con panche, una stufa, e l’acqua è reperibile presso un torrentello che scorre a poca distanza.

Essendo stato recuperato dopo la stesura della guida di Sergio Fradeloni, riportiamo ugualmente la relazione così com’era senza apportare correzioni.

Dal Rifugio Pordenone si scende sul Pian Meluzzo raggiungendo direttamente la Casera Meluzzo, recentemente ricostruita. Per carrareccia chiusa al traffico non autorizzato, si risale la pianeggiante valle alluvionale fino all’incrocio con la val Postegae. Si lascia a destra l’itinerario per Forcella e Passo Pramaggiore – Val Inferno e si prosegue a sinistra prima per carrareccia e poi seguendo il segnavia CAI 361 sul greto. Più in alto si ritrova il sentiero che giunge allo sbocco della Val di Brica nella Val Meluzzo; fin qui ore 1.10. Si oltrepassa il greto e si segue il sentiero 379 sulla destra idrografica della Val di Brica; a quota 1730 (acqua) si lascia a destra il sentiero che in pochi minuti porta al Cason di Brica che, probabilmente, verrà ristrutturato.

Dal bivacco l’itinerario classico è l’anello che raggiunge Camporosso e Casera Valmenon.

Il sentiero esce quindi dal bosco, piega a sinistra passando sotto al caratteristico torrione isolato in mezzo alla valle (Mus di Brica) e, salendo per magri pascoli e macereti, va ad incontrare il sentiero con segnavia CAI 369 proveniente dalla Casera Valmenon oltre la Forcella Fantulina (IGM: Forcella di Val di Brica); Fin qui ore 2.45. Si segue questo sentiero segnavia 369 verso sinistra attraversando la testata della Val di Brica raggiungendo in leggera salita la Forcella Val di Brica (o Fantulina) caratterizzata da uno strano torroncino (la Fantulina).

Si scende nel pascolo di Camporosso lasciando a destra il segnavia CAI 367 diretto al Passo del Lavinal; dopo essere passati presso il Casone di Camporosso 1945 metri (piccolo ricovero) ci si addentra nel pascolo e quindi si prosegue seguendo il segnavia 369 fino alla Casera Valmenon.

 

 

 

Casera Valmenon (1778 m)

Si trova nell’alta Valmenon, all’inizio dei vasti pascoli del Camporosso.

Non più utilizzata per la monticazione, è stata sistemata e può dare un buon ricovero; l’acqua si trova poco sopra la casera, presso il bivio del sentiero che sale nel Camporosso con quello diretto a sinistra alla Forcella Urtisiel ed al Rifugio Giaf.

Dal Rifugio Pordenone si scende sul Pian Meluzzo raggiungendo direttamente la Casera Meluzzo, recentemente ricostruita. Per carrareccia chiusa al traffico non autorizzato, si risale la pianeggiante valle alluvionale fino all’incrocio con la val Postegae. Si lascia a destra l’itinerario per Forcella e Passo Pramaggiore – Val Inferno e si prosegue a sinistra prima per carrareccia e poi seguendo il segnavia CAI 361 sul greto. Più in alto si ritrova il sentiero che, superato l’incrocio con la Val di Brica risalita da QUESTO ITINERARIO, porta sul prato dove sono ancora evidenti i ruderi della Caseruta o Cason dei Pecoli 1363 metri; fin qui ore 1.15.

Si prosegue salendo, dapprima ripidamente, sulla sinistra della Valmenon; poi, a quota 1500, il sentiero oltrepassa il greto e, attraverso boschi ed ampie radure, sale a destra raggiungendo il pascolo e la bella casera.

Ore 2.45, difficoltà Turistica.

Cridola (2581 m)

Mentre dall’ alto valico scendevo verso la vallata del Piave, vidi aprirsi sulla mia sinistra una valletta breve, ma grandiosa, con nello sfondo una stupenda forma dolomitica. Sorpreso da tanta bellezza, mi domandai come mai si chiamasse quel monte turrito. “El Cridola”, mi disse infine un uomo che lavorava in un pascolo. E la via per salirci? “Su la croda del Cridola no se ghe vien”, fu la risposta. Rimasi colpito: una vetta dolomitica ancora vergine mi guardava! Due giorni dopo le Marmarole, la vetta superba era mia. Mi trovavo per primo, felice e contento, sulla cima piú alta delle Alpi Clautane settentrionali e il mio sguardo spaziava a Sud su un mondo inebriante di mirabili castelli e torri  e colonne, molte delle quali superavano la mia montagna, se non in altezza, certo per l’attrattiva delle loro forme incredibilmente ardite. Sorgevano lingueggianti le “lame di spade”e i “fasci di baionette”, come il Murray chiamava le dolomiti con immagini felici. Un regno fantastico che, chiuso dall’ anello fatato dell’ignoto e del mistero, sbarrate le porte, aspettava, in purità verginale, il rivelatore: le Alpi Clautane.

                                                                                             Julius Kugy “Dalla vita di un Alpinista”.

Dal Rifugio Giaf si sale alla soprastante Forcella Scrodavacca per la bella mulattiera con segnavia CAI 346.

Cridola

Cridola

Giunti in forcella si abbandona il sentiero che scende in Val Prá di Toro e al Rifugio Padova per salire sulla destra (segnavia CAI 344) prima per detriti e poi per un friabile canalino a raggiungere la Tacca del Cridola, forcella che si affaccia sulla Val Cridola (fin qui EE, ore 3.00).

Cridola

Cridola

Cridola

Cridola

Dalla Tacca in corrispondenza di alcune lapidi parte a sinistra la via normale al Cridola segnalata da bolli rossi ma su terreno friabilissimo e pericoloso. Senza problemi di orientamento, in un paesaggio dolomitico spettacolare tra cenge, canalini e strane conformazioni della roccia, si arriva a toccare l’agognata cima dove svetta la croce posizionata dalla comunitá di Lorenzago.

Cridola

Cridola

Cridola

Cridola

Cridola

Cridola

L’ agognata croce di vetta del Cridola. Foto di Daniele.

Panorama dalla vetta del Cridola verso la valle del Piave. Foto di Pietro.

Panorama dalla vetta del Cridola verso la valle del Piave. Foto di Pietro.

Cridola

Ore 2.00, difficoltá A (in prevalenza I grado e tre brevi passaggi di II grado, attenzione ai bolli in discesa).

Cridola

Cridola

Cridola

Cridola

Cridola

Rifugio Giâf (1405 m)

Rifugio Giaf

Foto di Pietro Del Negro.

Di proprietà del Comune di forni di Sopra, è affidato alla Sezione CAI di Forni di Sopra. Sorge alla base del Costón di Giâf, nell’ Alta Val di giâf, ed è accessibile per carrozzabile, molto dissestata nella parte alta, da Chiandaréns (962 metri), frazione di Forni di Sopra (si consiglia di lasciare gli automezzi presso le opere di presa idroelettrica o comunque prima di attraversare il ponte sul torrente dal quale si può raggiungere il rifugio, anche per una bella scorciatoia, in circa 40 minuti). Aperto d’ estate con servizio d’ alberghetto, è dotato di 45 posti letto; telefono 0433 – 88002. Un edificio poco sotto il rifugio può costituire un buon ricovero invernale.

Rifugio Giaf

Foto di Pietro Del Negro.

Il rifugio gode di un’ ottima posizione alla base delle Dolomiti di Forni e del gruppo del Cridola.

Rifugio Giaf