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Cengia Tullio Trevisan

Imprevedibile, Soleggiata, Esposta, la Cengia Trevisan è quel percorso degli Dei che non ti aspetti in un sottogruppo che nessuno frequenta, le cui cime non hanno neanche un nome.

Merito dell’intuito di Giorgio Madinelli che con Andrea Fiorot esplora per la prima volta questo percorso in quota il giorno 3 settembre 2017.

Dal Cadin di Bortolusc si punta all’Antro di Andrea e, passando nei pressi della cavità, si sale per facili canalini la placconata a destra di essa fino ad arrivare sulla soprastante cresta spartiacque.

Da qui parte la cengia che, dopo un primo piccolo circo e una forcellina, attraversa un secondo circo che oppone un primo passo del gatto. Subito dopo si sale ad un’altra forcellina e si prosegue in modo analogo aggirando la parete Sud di Cima Pussa fino a portarsi sotto alla Forcella de Gasperin; e qui la prima cima è fatta.

Si prosegue in ombra per l’evidente bancata che passa il versante meridionale della quota 2014 delle Cime de Gasperin, larga e comoda, e dopo una divertente passeggiata si giunge ad un prato con mughi che si oltrepassano alzandosi di quota e riportandosi sotto le pareti. Dopo aver passato un paio di canalini e un burrone vero e proprio, si giunge ad un prato posto sotto alla congiunzione tra la Cima di San Francesco e la sua Quota 2213, dove vi è una seconda via di uscita dall’itinerario.

Oltre a questo punto la cengia si fa più difficile e alterna facili tratti a passaggi espostissimi da superare carponi o comunque in presenza di roccia sporgente. Verso la fine un primo lavatoio in discesa con detrito compatto fa da preambolo ad una lastra inclinata verso il basso con tettuccio aggettante ricoperta di sabbietta alla quale segue canalino di roccia marcia da fare sempre in discesa. Oltrepassato tutto ciò, un paio di passaggi ancora su cengia stretta con parete aggettante espostissima ed ecco che finiscono le difficoltà: unico problema adesso rimane salire il ripidissimo canalino prativo che porta alla Forcella di San Francesco, dalla quale non serve altro che farsi portare giù dalla discesa in Casera Senons passando per l’omonimo Cadin.

Ore 8.00 per tutto il giro, 3.00 solo di cengia. Difficoltà RRR.

Ringrazio il Ciccio col Bastone e Claudio Segaossi per la fiducia riposta nelle mie capacità, Fiorone da Galli perché è sempre un gran bel pezzo d’uomo, ma soprattutto Marika e Ivan (di quest’utimo le foto 6-10-18) che mi hanno fatto da angeli custodi.

Per vedere il video completo della Cengia Trevisan clicca qui.

Sentiero Fradeloni

Dal Ricovero Casera Chiampis si sale in circa ore 1.00 in Forchia del Mùgnol dalla quale si segue verso Ovest il sentiero segnavia 378. Aggirata la testata del Rio Secco, si raggiungono i ruderi della Casera Naiarduzza (qui si può arrivare direttamente dalla Forchia di Monte Rest senza passare per la Forchia del Mùgnol e toccando invece la Casera Venchiaréit 1392 metri).

Forca dal Mugnol.

Casera Naiarduzza.

Casera Venchiareit.

 

Si segue verso Nord-Ovest traversando circa 50 metri sotto il Foos di Naiarda 1742 metri (I.G.M.:Forcella di Naiarda) e quindi si sale con breve ripida rampa per prato e ghiaia alla Forcella delle Palote (Tabacco 1:25000 F. 02: Forcella di Naiarda).

Da Forcella delle Palote verso la Val Tagliamento.

Si continua attraversando il catino a Nord del Cimòn d’Agar e passando sopra la conca ed i ruderi della Casera Agar; si sale quindi per facili roccette (I grado fino a quota 1886 sulla panoramica cresta spartiacque che si segue per qualche centinaio di metri verso Ovest. Per buon sentiero su prato si scende ora fino alla Casera Chiampiuz, recentemente restaurata; fin qui ore 4.00-4.30.

Si sale ora verso Ovest ed in breve si raggiunge la forcelletta quotata 1736 (“Tabacco” 1:25000 F.02: Forcella Ciampinz) dalla quale, verso Nord, ha inizio la dorsale che culmina con la Punta del Mezzodì 1923 metri. Si lascia a destra un sentiero e si segue il segnavia 394 verso sinistra per un sentiero che si riporta sulla cresta spartiacque, quota 1760, aggirando a Sud l’ampio impluvio chiamato Certelòna.

Forca da la Crous (Forcella Ciampinz).

Il Chiarescons. Sotto di esso, l’ambiente su cui si estende il Sentiero Fradeloni.

Da quota 1760 si scende e si oltrepassa la prima dorsale che divide la valle percorsa dal Rio di Peschis da quella percorsa dal Rio della Valle e poi si attraversa il Cadìn, compreso tra le Céngle Fornèzze a Sud-Ovest e le Lastre di Péschis ad Est (all’inizio, una breve cengia esposta richiede molta attenzione); si raggiunge così, a quota 1569, il sentiero che risale il Rio della Valle. Per questo sentiero si sale fino alla sella 1820 m fra il monte Chiarescòns 2168 m ad Ovest ed il Col della Valle 1901 m ad Est; fin qui ore 7-8.

Verso il Cadin sotto il Chiarescons.

Le Fornezze.

Per roccette e verdi si sale aggirando a Nord la vetta del Monte Chiarescòns; si raggiunge così una forcelletta (quota 2050 circa) dalla quale si scende ancora per facili rocce incontrando in breve l’itinerario che sale alla base delle rocce per raggiungere la vicina Forcella Libertàn.

Per questo itinerario si scende per verdi e ghiaie e quindi per un canale fra i mughi fino a raggiungere la radura di quota 1540 con cespugli e radi larici dove si incontra il sentiero segnavia CAI 364. Per questo sentiero si scende nella Val delle Camòscie fino al Rifugio Pussa.

Anello di Casera Pramaggiore

Per gli amanti del trekking proponiamo un itinerario di collegamento tra Casera Pramaggiore e il Rifugio Pussa, utile per un’ avventura di più giorni, ma accessibile anche all’ escursionista in giornata potendo percorrere un anello che ho intitolato “Anello di Casera Pramaggiore”.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore.

Dal Bivacco Pramaggiore si attraversa verso Ovest l’ ampio pascolo dirigendosi verso l’ evidente sentiero che sale diagonalmente sulla cresta Sud-Est del Monte Rua.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

Per sentiero segnavia 387 si raggiunge la cresta a quota 1970 circa e quindi si scende per circa 200 metri lungo il sentiero che percorre due canalini separati da una crestina.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

Per tracce si segue ora il segnavia che sale a sinistra ed in breve raggiunge l’ evidente sentiero orizzontale che proviene da sinistra dal Rifugio Fláiban-Pacherini attraverso il Passo di Suola e la forcella delle Sarodine (segnavia CAI 373).

Forcella Sarodine.

Forcella Sarodine.

Lungo questo sentiero si va a destra e si attraversa il versante meridionale della Cima delle Sarodine raggiungendo il Passo Chiavallí. Il sentiero prosegue ora prima sulla cresta e poi traversando a lungo ed aggirando a Sud la Cima Chiavallí: qui il vecchio sentiero è stato recentemente riaperto fra i pini mughi.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

Giunti in un ampio prato, si prosegue lungo la cresta e si sale fino a pochi metri dalla Cima Camosci (ampio panorama) per poi scendere lungo la cresta Nord-Est della stessa.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

Casera PramaggioreDopo circa 80 metri, si lascia a sinistra l’ itinerario che prosegue lungo la cresta verso la Casera Masons, visibile più in basso, e si piega a destra (segnavia CAI 373A) per tracce che, in leggera discesa su pendio ripido, si dirigono verso la Forcella Lareseit. Per giungere in forcella, il sentiero scavalca alcune sellette a Nord della Cresta e poi percorre un tratto della cresta stessa.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

In forcella si incontra il sentiero segnavia CAI 364 che sale da sinistra da Forni di Sotto per la Val dell’ Orso; fin qui ore 3.15. Per questo sentiero (VEDI QUI) si scende con numerose serie di tornanti in bosco avvicinandosi al fondo della Val delle Camoscie. Lasciato a destra il sentiero segnavia CAI 366A diretto alla Casera Col de Post si scende ancora e con alcuni tornanti, si raggiunge il Rifugio Pussa, alla fine della Val Settimana. Difficoltà EE, ore 4.45 dal bivacco.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

Cenglòn

Casera Chiampiuz e Casera Senons sono le due belle casere del gruppo Caserine Cornaget affacciate rispettivamente sul versante Val Tagliamento e Val Settimana di due diversi settori del gruppo: dorsale del Limèt e Nodo Centrale.

Tra le due casere non vi è alcun collegamento ufficiale, ad eccezione del mai realizzato sentiero CAI 394 (che arriva però al Rifugio Pussa) e della traversata da noi effettuata attraverso le Lastre di Peschis, consigliabile in direzione Senons-Chiampiuz.

Bello, spettacolare, e consigliabile nel verso opposto è invece il Cenglòn, una bancata formata da una serie di catini ghiaiosi sospesi centinaia di metri sopra il Canal Grande di Meduna, generatasi dallo scorrimento delle faglie spinte dalla placca africana su quella europea, fenomeno geologico unico nella regione Friuli Venezia Giulia.

Evidenziate dal sole, a destra le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze.

Evidenziate dal sole, a destra Forca da la Crous e le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze. Foto scattata dal Frascola.

Da Casera Chiampiuz per il sopra citato sentiero CAI 394 si raggiunge in breve l’ ampia e verdeggiante Forca da la Crous, dalla quale ci si discosta in versante Meduna per una traccia che porta ad entrare in un catino ghiaioso posto a Sud delle Lastre di Peschis.

Forca da La Crous.

Forca da La Crous.

Cenglon

Questi va attraversato in leggera discesa seguendo le tracce di animali e raggiungendo una dorsale boscata dalla quale si entra nel bacino imbrifero del Rio Brustulat. Una volta raggiunto il fondo del canalone si continua a scendere seguendo l’ impluvio e dopo aver disceso una parte particolarmente friabile, si perviene ad una sorgente sulla destra.

Cenglon

Dalla sorgente si inizia a traversare in quota mantenendosi sotto le pareti, cercando a volte i varchi migliori tra la fitta vegetazione di mughi. Aiutati da tagli e radi ometti si passano un paio di punti friabili ed alcuni ripari naturali fino a trovarsi sotto al compluvio di Forca Claupe che si guadagna quindi in salita.

Foto di Jacopo Verardo.

Tra mughi e roccette. (Foto di Jacopo Verardo).

Foto di Maja Ogrizek.

Qui solo roccette. (Foto di Maja Ogrizek).

In Forcella Claupe. Foto di Antonio Armellini.

In Forcella Claupe. (Foto di Antonio Armellini).

Dalla forcella si prosegue verso Sud-Ovest risalendo la pala di quota 1906 e puntando ad una evidente lingua d’ erba che sale ripidamente diventando canalino e portando a guadagnare un panoramico pulpito rivolto verso le Lastre di Peschis.

Cenglon

Le Lastre di Peschis dal panoramico pulpito.

Qui un passaggio permette di tornare in versante Meduna su un costoncino sempre colonizzato da mughi che va disceso per una quarantina di metri volgendo poi verso destra dove improvvisamente ci si trova di fronte all’ imbocco del Cenglòn.

Costoncino con mughi. Foto di Maja.

Costoncino con mughi. (Foto di Maja).

L' imbocco del Cenglòn. Foto di Jacopo.

L’ imbocco del Cenglòn. (Foto di Jacopo).

Qui parte una meravigliosa cavalcata in quota che si mantiene costantemente in panoramica visuale sulle Sorgenti del Meduna, il pascolo di Casera Cuel e la dirimpettaia Cima Leadicia. A fare da sfondo Frascola, Celorum, Caserine, Cima Nartais.

Cenglon

Le Sorgenti del Meduna. Svetta il Burlaton e dietro di esso le Caserine Alte. A sinistra Forcella Pierasfezza ed in basso il pascolo di Casera Cuel.

Il percorso parte su ghiaino compatto e riserva subito uno spettacolare esempio di specchio di faglia formatosi dalla enorme pressione della spinta delle placche che ha levigato perfettamente le superfici di contatto degli strati.

Foto di Antonio.

Fotografando lo specchio di faglia. (Foto di Antonio).

Si attraversano poi una miriade di catini abbastanza larghi da non far intuire l’ estrema esposizione sul vuoto a cui si è sottoposti percorrendo il Cenglòn.

Foto di Antonio.

(Foto di Antonio).

Cenglon

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

Cenglon

Cenglon

Cenglon

Foto di Andrea.

(Foto di Andrea).

Dopo aver sceso una bella e comoda rampa ghiaiosa, si giunge infine alla parte terminale della cengia che, come è iniziata, si conclude con un traverso su ghiaino compatto.

Cenglon

Comoda rampa finale. Foto di Tiziano Ros.

Comoda rampa finale. (Foto di Tiziano Ros).

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Si giunge quindi nel canalone che scende dalle due Vette Fortezze, lo si traversa, e si punta a raggiungere la soprastante Forcella Nartais risalendo il canale che da essa si genera (terreno molto friabile, pericolo di muovere sassi su chi segue, masso incastrato che obbliga ad un passaggio di III grado, ripido prato finale), oppure si suggerisce di puntare a raggiungere appena possibile gli arbusti posti sul costone in destra orografica per aiutarsi a risalire il ripido contrafforte (mugo-ferrata).

Cenglon

Il canalone tra le Fornezze.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

In entrambi i casi si esce nei pressi di Forcella Nartais dove ad accoglierci troveremo dei mughi amicali.

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

In forcella! (Foto di Jacopo).

Dalla forcella prima per facile traverso su ghiaino e poi per comodo sentiero, in poco più di un’ ora si arriva a Casera Senons e di lì al Rifugio Pussa.

Ore 8.00 da Casera Chiampiuz al Rifugio Pussa. Difficoltà RR+

Cima di Bortoluth (2160 m)

Cima di Bortolusc

La Cima di Bortoluth vista dall’ omonimo Cadin. Ben evidenti le tre rampe del versante Nord-Est, superiore, mediana e inferiore

Ignorata dai più in quanto non raggiungibile da alcun sentiero segnalato nelle mappe, la Cima di Bortoluth è una caratteristica vetta all’ ombra delle Caserine. La via normale aperta da G. Morassutti con A. Giordani si reperisce dal Cadin delle Pregoiane utilizzando il versante Nord-Ovest che è il più appoggiato; viceversa, rimanendo in ambito classico si può salire da Sud tramite la via Fradeloni-Segolin, oppure la più impegnativa via Casara-Cavallini sul versante Ovest. Tuttavia, Giorgio Madinelli ha svolto negli ultimi mesi un lavoro certosino di esplorazione ricavandone altre 3 vie di ascensione nei versanti Nord, ed Est. Descriviamo in questa sede la salita per il Canalone Est in quanto pregevole è l’ avvicinamento ad esso tramite il Cadin de Bortoluth.

Dalla Casera Senons si traversano i prati che la precedono e ci si abbassa nella fossa del rio sottostante. Guidati dagli ometti si traversa il greto e si va a reperire una traccia che risale un costone boscato.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

La traccia, ben visibile, sale nel bosco a tratti agevole e in alcuni punti più sconnessa e incerta fino ad entrare nel suggestivo Cadin de Bortoluth rinserrato tra l’ omonima vetta, Cima Pussa e Cima di San Francesco.

Cima di Bortolusc

Si attraversa quindi il cadin con percorso non obbligato puntando alle ghiaie che scendono dalla Cima de Bortoluth; raggiunta la base delle stesse, in terreno si fa più ripido e la salita più faticosa.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Guadagnando quota la prospettiva ci rivela la fenditura in cui scende la rampa-canale da affrontare, fin qui celata alla vista. Giunti alla base si attacca quindi la rampa cercando i passaggi migliori e facendo particolare attenzione alla roccia friabile, nonché a non smuovere possibili massi in bilico.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Dopo 200 metri di arrampicata divertente, ma da affrontare con la giusta concentrazione, si giunge quindi ad un foro naturale tramite il quale si esce dalla via pochi metri sotto la vetta.

Cima di Bortolusc

Panorama esteso sulla Carnia e Alti Tauri, Dolomiti e Alpi Giulie, le vicine Pregoiane e Pramaggiore.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Ore 3.30; difficoltà Escursionisti Esperti. Rientro per la via normale.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Monte Libertán (2087 m)

Dal Rifugio Pussa (presso il generatore) si sale a sinistra per sentiero segnavia CAI 364 internandosi nella Val delle Camosce e risalendo poi a tornanti il vasto Bosco Libertán.

Camoscia che risale il Bosco Libertan.

Camoscia che risale il Bosco Libertán.

 

Monte Libertan

Monte Libertan

Ad una radura con cespugli e radi larici (1540 m; qui c’ era la Casera Libertán) si lascia la mulattiera segnavia CAI 364, che prosegue a sinistra per raggiungere in circa trenta minuti la Forcella Laresèit, e si sale diritti imboccando un rugo fra i mughi.

Monte Libertan

La camoscia si destreggia...

La camoscia si destreggia…

Monte Libertan

Monte Libertan

Usciti dalla fascia di mughi, per terreno erboso e ghiaioso si sale fino alla base delle rocce di cresta fino a raggiungere la Forcella Libertán 2000 metri, a destra del bel torrione roccioso del Monte Chiarescòns.

Monte Libertan

La Forcella Libertán verso le Caserine. Sotto, la Casera Senons.

La Forcella Libertán verso le Caserine. Sotto, la Casera Senons.

Monte Libertan

Panorama dalla forcella. In primo piano l’ Anello di Casera Pramaggiore.

Per un canalino ghiaioso ed una cresta friabile, si sale in pochi minuti e senza difficoltà sulla panoramica vetta, vero balcone verso il gruppo Caserine – Cornagét, subito a Sud Ovest della Forcella Libertán.

Il Chiarescons.

Il Chiarescons.

Monte Libertan

La Val Settimana.

Ore 3.30, difficoltà EE.

Monte Libertan

Monte Libertan

Monte Libertan

Monte Libertan

 

 

Caserine Alte (2306 m)

Il Monte Caserine Alte appare dalla pianura come una cima piatta, quasi fosse stata mozzata da un gigante per farne uno sgabello, oppure si trattasse di una pianura innalzata in tempi remoti da qualche misterioso cataclisma.

Le Caserine viste dalla Piana di Toppo.

Le Caserine viste dalla Piana di Toppo.

In realtà tale cima è la piú alta del sottogruppo, e dà quest’idea a causa della prospettiva schiacciata; infatti, dalla valle di Senòns la forma della vetta appare ben definita, e dalla stessa poi parte la lunga ed affilata cresta che porta alle Caserine Basse.

Caserine Alte viste da Casera Senòns.

Caserine Alte viste da Casera Senòns.

Se visto da Est invece il corpo del monte appare un’ imponente, maestosa, spettacolare successione di placconate che si innalzano per mille metri dal fondovalle.

Essendo la seconda cima di un gruppo pressoché sconosciuto ai piú, ovviamente il Caserine Alte non gode di grande fama; la via normale sale lungo la cresta Nord partendo dalla Forca del Pedòle e si svolge in gran parte su traccia evidente con qualche passaggio su roccia, segnalata da bolli e ometti.

Al Centro la Forca del Pedóle.

Al centro la Forca del Pedóle.

Dalla Casera Senòns si prende il nuovo sentiero del Parco con segnavia 393 che porta sotto al Cadin de Senons. Giunti al punto piú alto del sentiero, si deve reperire l’ ex sentiero CAI 393 diretto alla Forca dal Cuel; una volta giunti sotto la parete del Burlaton si abbandona il sentiero per portarsi sotto le pareti puntando alla Forca del Pedòle.

I pascoli di Casera Senòns.

I pascoli di Casera Senòns.

Al centro il Burlaton; a sinistra di esso la Forca dal Cuel, e a destra la forca del Pedòle.

Al centro il Burlaton; a sinistra di esso la Forca dal Cuel, e a destra la forca del Pedòle.

Forca del Pedòle verso il Canal dal Vuar.

Forca del Pedòle verso il Canal dal Vuar.

Giunti alla forca sulla destra si scorge evidente la traccia che parte dalla stessa e che aggirando uno spuntone si porta sui prati ad Est della forca che vanno risaliti fino a montare sulla cresta Nord delle Caserine Alte.

Caserine Alte

Caserine Alte

Dalla cresta ci si porta sotto le pareti ad affrontare una zona dirupata che presenta canalini con alcuni passaggi di I superiore oltre i quali la sommitá del monte diventa piú larga e meno ripida, e dove si segue un largo sentiero tra le ghiaie fino alla cima.

Caserine Alte

Campanula Morettiana.

Campanula Morettiana.

Caserine Alte

Panorama sulla Val di Senòns.

Panorama sulla Val di Senòns.

Dalla cima verso il Canal dal Vuar.

Dalla cima verso il Canal dal Vuar.

Cima di San Francesco e quota 2213.

Cima di San Francesco e quota 2213.

Difficoltá EE; dalla Forca del Pedòle ore 1.00, dalla casera Senòns ore 1.30.

Caserine Alte

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Canal Grande di Meduna

Misterioso e poco frequentato, il Canal Grande di Meduna è un luogo dove la fantasia ci porta per un giorno ad immedesimarci in coloro che volevano scoprire le leggendarie Montagne della Luna.

Da Casera Charpin ci si porta nel retro dell’ edificio verso gli alberi; pochi metri dopo essere entrati nel bosco si reperisce un sentiero che in breve affianca il corso del Meduna offrendo i primi magnifici scorci sulle poco conosciute montagne circostanti.

Casera Charpin

Canal Grande di Meduna

Seguendo i segnavia si passa sulla sponda opposta e si prosegue sempre per bel bosco fino a giungere presso il Clapòn dal Limèt, ricovero naturale utilizzato da secoli da pastori e cacciatori ora attrezzato con tavolo, panche e alcune suppellettili (da Casera Charpin Circa 40 minuti).

Canal Grande di Meduna

Clapòn dal Limèt.

Dopo aver visitato il Clapòn si attraversa il rio che passa di fronte ad esso (sorgente con laghetto non sempre attiva) e si prosegue ancora seguendo attentamente il segnavia procedendo con poca pendenza in bosco di faggio. Facendo attenzione ai bracconieri, si incontra una scritta su un masso probabilmente dedicata ai partigiani e dopo di essa il sentiero torna sul greto del Meduna presso un’ ansa.

Canal Grande di Meduna

Dall’ altro lato del torrente si intravede un ometto che indica il bivio per Forcella Pierasfezza; lo si tralascia rimanendo sempre nella sponda sinistra orografica e si prosegue in cerca dei segnavia che ci portano in breve presso un pianoro alluvionale denominato Pian di Marmìn dal quale la vista si apre sulle anticime di Cima Leadicia e su Cima Leandrina.

Canal Grande di Meduna

Il Pian di Marmin.

Dal Plan di Marmìn si segue il corso d’ acqua che svolta a destra e ci si inerpica sul costone che si innalza sull’ altra sponda e che costituisce il costone di destra orografica che rinserra il Meduna. Si sale quindi faticosamente senza traccia portandosi sul culmine del costone dove si ritrova il sentiero molto ripido che a tornanti lambisce la voragine del fiume. Più in alto il terreno si appiana e si entra nel primo lembo di pascolo di Casera Cuel; tenendosi verso sinistra si salgono i primi prati giungendo al ripiano pascolivo dove vi sono i ruderi della Casera Cuel (cassetta con libro presenze mal conservato).

Canal Grande di Meduna

Il primo lembo di pascolo di Casera Cuel.

Canal Grande di Meduna

Casera Cuel

Canal Grande di Meduna

Canal Grande di Meduna

Le pareti meridionali di Cengle Fornezze; là in alto passa il Cenglòn.

Casera Cuel

Dai ruderi della Casera si prosegue verso Sud passando alti sul torrente che scorre su un letto a scalinate; la visuale si apre ora su luoghi remoti, dominati da cime per nulla frequentate. Di fronte a noi la Forca del Cuel, méta della nostra escursione e sotto di essa i prati dove nascono le leggendarie Sorgenti del Meduna.

Casera Cuel

Sorgenti del Meduna

Le Sorgenti del Meduna.

Sorgenti del Meduna

La traccia si abbassa a traversarlo passando sulla sponda opposta e dopo il guado si perde; probabilmente continua sul fondo della valle, ma a causa del nevaio spesso presente sul fondo di essa, si prosegue a mezza costa verso Sud. Dopo aver oltrepassato un paio di rii secondari si prende un costone boscato che digrada dalla quota 1698 e sulla sommità dello stesso si ritrova una evidente traccia che si segue fino a sbucare tra i prati.

Forca del Cuel

Qui la traccia si perde di nuovo, ma si prosegue sfruttando l’ indicazione di alcuni piccoli larici tagliati. Nei pressi di una pozza si scorge sopra di noi un cimotto arrotondato; si punta ad esso e una volta giunti alla base si traversa il ghiaione a destra ritrovando subito i segnavia.

Forca del Cuel

Si continua a salire dapprima su traccia debole e ripida fino ad arrivare in quota al cimotto sopraelencato. Qui il sentiero traversa verso sinistra e si porta sotto alla Forca del Cuel che si raggiunge in pochi minuti.

Forca del Cuel

Forca del Cuel

La Forca del Cuel.

Dalla Forca la vista spazia  sul Cadin di Senons e sulle spettacolari placconate dolomitiche che si affacciano su di essa.

Forca del Cuel

Dalla Forca del Cuel Cima Pussa e Cima di San Francesco.

Dalla Forca si scende per sentiero o per ghiaione nel Cadin di Senons e seguendo il segnavia del sentiero 393 che in basso torna ad essere manutentato (percorso ad anello; al bivio si prende a destra per arrivare prima) si arriva nei pressi dell’ omonima Casera Senons.

Cadin di Senons

In discesa nel Cadin di Senons. Sullo sfondo il Chiarescons.

Cadin di Senons

Da lontano si intravede Casera Senons

Casera Senons

Da qui una comoda strada di servizio con alcuni tornanti evitabili ci riporta alla civiltà nei pressi del Rifugio Pussa preannunciato dal tintinnío della campana situata nelle vicinanze e suonata dai numerosi vacanzieri.

Casera Senons

Canal Grande di Meduna

Canal Grande di Meduna

Canal Grande di Meduna

Canal Grande di Meduna

Da Casera Charpin ore 4.30 alla Forca del Cuel, 7.00 al Rifugio Pussa. Partendo dal Lago del Ciul aggiungere 4.00 ore. Difficoltá EER

Un grazie a Giorgio (Il “ciccio col bastone”) che anche questa volta non si è perso, e al Ruggi che ha supportato la logistica dei trasporti.

Canal Grande di Meduna