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Monte Corda (1463 m) per Cresta Est

Una delle più belle cime della Val Silisia, il Monte Corda si lascia salire sia  da Sud che da Nord per vari percorsi di grande respiro adatti agli amanti del genere fuori sentiero. La via Normale l’abbiamo già descritto in QUESTO ARTICOLO, ma per gli amanti delle creste e dei percorsi poco frequentati proponiamo questa variante che offre grande possibilità di avventura; visto che questo percorso come dice Pietro è roba per “salvadi” (e dice che anch’io sono un salvadi), mi limiterò ad indicare poche scarne informazioni, tanto è un percorso facile, caratterizzato da Cartelli, senza possibilità di errore. Chi anela a certi percorsi poi, si sa, è abile nell’arte dell’arrangiarsi (RR).

Da Inglagna si prende il sentiero CAI 393a diretto alla Forcella Dodismala. Ad un certo punti si abbandona il sentiero 393a per seguire il sentiero che porta alla Claupa di Andreuzzi che si abbandona a sua volta per salire alla Forcella della Fusita (cartello); se non vi siete persi e arrivate in Fusita è quasi fatta!

Dalla Fusita la cresta volge verso Est a raggiungere il Monte Ropa; si prosegue dall’altra parte passando a Nord della torre Andreuzzi e via via salendo di quota in quota fino alla vetta principale.

Per il rientro volendo si può deviare per Stalle Lastreiz.

 

 

 

Stalle Lastreiz (1018 m)

Ridotte a cumuli di macerie, i resti delle Stalle Lastreiz si trovano su un dosso lungo il versante Nord del Monte Corda, in bella posizione panoramica sul lago del Ciul.

Anticamente dette stalle erano di proprietà di alcune famiglie di Inglagna, e per raggiungerle vi erano addirittura due sentieri: il “Troi dai Omps” (Sentiero degli Uomini) e il “Troi da lis Vacis” (Sentiero delle Vacche) entrambi reperibili nei pressi di Forcella Dodismala.

Il Troi dai Omps era, come dice il nome, il sentiero che utilizzavano gli uomini per andare e venire alle stalle e quindi si presentava più rapido, stretto ed esposto; senza perdite di quota porta dalla Forcella Dodismala alle stalle di sopra (1018 m).

Il Troi da lis Vacis era invece più “turistico” in quanto più largo e meno esposto, adatto al passaggio delle bestie; con un tracciato meno diretto e con alcune perdite di quota questo sentiero porta alle stalle di sotto (973 m).

Visto che comunque entrambi i sentieri richiedono attenzione, la comunità ha posizionato una statua di Sant’Antonio in Forcella Dodismala affinchè chi si apprestava a percorrerli potesse affidare la propria anima al santo. Se vuoi saperne di più sul Sant’Antonio in Dodismala CLICCA QUI.

 

 

 

Creste di Meduna

Il selvaggio e misterioso Canal di Meduna si divide in tre rami: Canal Grande, Canal Piccolo e Canal dal Vuar. Mentre il Canal Piccolo da qualche anno può avvalersi di un sentiero di fondovalle (sentiero CAI 398), gli altri due non hanno più ufficialmente sentieri manutentati, fattore questo che contribuisce quindi a renderli meno accesibili e più affascinanti. Tra i due, lo spartiacque è una verdissima cresta che facente capo alle vette del Burlaton e di Cima Leadicia si estende per quattro chilometri dalla Forca del Cuel alla Casera Charpin con panorami mozzafiato sui Canali di Meduna e le prospicienti vette ed oltre, fino a spaziare alle Alpi Giulie, Carniche e Dolomiti.

Si parte da Casera Senons verso Forca del Cuel e il Burlaton.

Dalla vetta del Burlaton le Caserine Alte sembrano inespugnabili. Eppure è lì davanti la via normale!

Dalla vetta del Burlaton vediamo tutta la cresta da percorrere: in primo piano la cima centrale, a destra Cima Ettore. A sinistra la cresta che scende a Cima Leandrina e dietro la seghettata cresta della Leadicia.

In breve siamo anche su Cima ettore, la cavalcata continua verso la Leandrina…

Chiarescons, Vetta Fornezze e Cengle Fornezze.

… che riserva un traverso “da bestie”

Poi tranquilli prati fino in Pierasfezza.

La cresta percorsa.

Ecco la Forcella!

Il Dosaip affascina da ogni prospettiva.

Dopo una meritata pausa si riparte alla volta di Cima Leadicia…

…dalla quale insuperabile è la veduta sul Cenglòn…

… e dell’ itinerario da noi percorso.

Si continua per cresta!

Dopo quattordici cime totali si inizia quindi a scendere al tamer di Leadicia per poi digradare fino alla base della montagna presso la Casera Charpin.

Landre de le Ciaure.

Tempistiche 11 ore totali da Senons al Charpin, difficoltà non troppo elevate a parte alcuni passaggi esposti su zolle e roccia friabile. Elevato rischio di perdersi in discesa. Percorso da riproporre!

 

 

 

Aquila di Tramonti (1616 m)

L’ Aquila di Tramonti è un trittico roccioso appartenente al sottogruppo del Frascola dalla particolare forma di un’ aquila dalle ali spiegate pronta a spiccare il volo se viene osservata da Frasseneit o dalla costiera del Monte Cuerda.

Tale conformazione rocciosa, formata da tre cime variamente raggiungibili, trova in quella che possiamo definire “l’ ala sinistra” la sommità maggiore, la quale è meta di pochi escursionisti  amanti dei percorsi selvaggi.

Per raggiungerla ci si deve portare preso la Forca del Frascola (raggiungibile da Casera Chiampis in 45 minuti, oppure dalle Stalle Giavons in ore 1.30.

Stalle Giavons.

Dalla Forca del Frascola si prende la crestina con croce che in direzione Sud si collega al corpo dell’ Aquila. Dopo aver passato con un salto agevolato dai mughi una spaccatura della montagna, si prosegue sulla cresta un po’ esposta fino alla base della rocciosa ala sinistra dell’ Aquila (sinistra inteso guardando da Sud).

Evitando il canale in macadam nel quale si svolge la nuova via tracciata da Andrea Favret, ci si mantiene a sinistra tra la vegetazione (mughi tagliati), fino ad arrivare alla base della conformazione rocciosa che costituisce la testa dell’ Aquila. A questo punto alla nostra destra abbiamo un bel pulpito che si raggiunge saltando una seconda spaccatura andando a montare sull’ ala; con una cengetta ci si porta fra i mughi che ci aiutano a salire ripidamente tra zolle ed in pochi minuti si guadagna la vetta dell’ Aquila. (difficoltà EE; ore 0.30 dalla forca).

Dall’ Aquila panorama verso la piana di Chiampis. Di fronte la forca del Mugnol, a destra la Costa Paladin, e a sinistra i Lastreit di Venchiareit.

Questa è la via normale all’ Aquila che tuttavia però presenta una pecca fatta notare dal suo curatore e divulgatore Giorgio Madinelli: su questo percorso, specialmente giungendo da Chiampis, della forma dell’aquila non si vede nulla.

Ecco dunque che il sopracitato Autore ha individuato e sperimentato una nuova via che non solo permette di guardare costantemente in faccia la meta, ma addirittura ci passa attraverso!

Dalle Stalle Giavons si prende il costone in destra al canale che evidente scende tra l’ Aquila e l’ antecima del Giavons; al momento opportuno, si entra nel canale e lo si risale a volte deviando nel pendio alla sua destra in occasione di alcuni salti impraticabili.

Rientrati definitivamente nel canale, si arriva all’ imbocco della rampa, la quale si risale aiutati anche dalla massiccia presenza di mughi (attenzione a prendere la rampa giusta).

Dopo essere passati quindi sotto l’ ala destra e la testa, ci si infila in una spaccatura con un antro.

Girato l’ angolo e affrontato il “Passaggio Mugo Morto”, ancora un traverso esposto e si è finalmente fuori dalla parete verticale. Risalito il ripido fianco occidentale dell’ ala facendosi spazio tra i provvidenziali e intralcianti mughi (attenzione a non incastrarsi) in pochi minuti si giunge alla vetta dell’ agognata cima.

Difficoltà: pur non avendo difficoltà alpinistiche importanti, l’ itinerario non può a mio parere essere sottovalutato a grado escursionistico a causa della continua esposizione nella parte alta, della mancanza di una traccia e della fatica da sostenere, caratteristiche queste che rendono l’ itinerario adatto ad escursionisti abituati alle lunghe marce che richiedono attenzione continua e per lunghi periodi di tempo.

Ore 2.30 dalle Stalle Giavons; difficoltà RR

 

Stalle Giavons di Sopra (1154 m)

Come già descritto in questo sito, le Stalle Giavons si dividono in tre alpeggi: di Sotto, di Mezzo (adattate a ricovero) e di Sopra. Quest’ ultime, poste poco sopra alle Stalle di Mezzo, sono raggiungibili direttamente da Tramonti per un itinerario che ricalca vecchi collegamenti tra le stalle in Canal di Meduna.

Stalle Giavons di Sopra

I ruderi di Stalle Giavons di Sopra.

Da Tramonti di Sopra, località Pradiel, presso la casa Alpina di Concordia si reperisce la scalinata con segnavia CAI segnalata come “Strada da lis Fornas” che in breve porta alla Casa Bianca poco più sopra.

La casa Bianca con alle spalle il Monte Giavons; il nostro percorso si svolge sotto la fascia rocciosa in centro alla foto.

La casa Bianca con alle spalle il Monte Giavons; il nostro percorso si svolge sotto la fascia rocciosa in centro alla foto.

Dietro la casa il sentiero continua portandosi a costeggiare i muretti di confine di casa Abis; seguendo fedelmente e con attenzione il segnavia, il sentiero fa una secca svolta a sinistra portandosi nei pressi della casa; poco prima si incontra un cartellone illustrato che parla del tasso; a questo punto si lascia il sentiero CAI per prendere un sentiero a sinistra sbarrato con alcune frasche (in alternativa, presso la secca svolta proseguire invece dritti e prendere il bivio a destra).

Casa Abis.

Casa Abis.

Iniziamo a percorrere un bel sentiero che prima in piano, poi in leggera salita ci porta a contornare la base del Cualnardon. Dopo aver attraversato alcuni rii, il terreno circostante si fa più ripido, e sotto di noi si intravedono le pozze e cascate del Rio Rusubeit.

Stalle Giavons di Sopra

Un passaggio attrezzato ci fa accedere in Val di Fisar sul fondo del rio che risaliamo brevemente fino a trovarci di fronte ad un salto impraticabile; voltate le spalle al salto, scorgiamo in destra orografica sopra di noi una pala boscosa con i resti delle stalle Val di Fisar.

Val di Fisar

Stalle Val di Fisar.

Stalle Val di Fisar.

Dai ruderi proseguiamo traversando in leggera salita il noccioleto, fino ad incontrare un poco accentuato canale tra la pala boscosa ed una pala più piccola e più rada con fondo prativo.

Stalle Giavons di Sopra

Si risale il canalino sul fondo, oppure divagando tra le erbe della pala più rada. Giunti al sommo del canalino presso una selletta, ci si sposta a destra presso i ruderi di un manufatto. Sopra il rudere un’ altra pala va risalita fino ad uscirne in cresta.

In prossimità della prima selletta.

In prossimità della prima selletta.

Sulla cresta.

Sulla cresta.

Seguendo la cresta si affronta prima un tratto breve ma piuttosto ripido verso destra (tagli nella vegetazione) per poi piegare verso occidente. Quando la cresta volge verso Nord, la si abbandona per prendere una traccia che si stacca a sinistra e prosegue in quota inizialmente su terreno ripido, poi sempre più piacevole. Superato un primo rio ed una selletta a cui fa seguito un secondo rio, in breve si arriva ad un’ altra sella posta tra il corpo del Monte Giavons ed il Cocolar.

Stalle Giavons di Sopra

Stalle Giavons di Sopra

Tra le nebbie, attraversiamo il canalone del “Ghiro Volante“.

Scollinando oltre la sella, ci si abbassa tra i faggi mantenendosi nell’ impluvio e puntando ai sottostanti prati facenti parte del pascolo di Casera Giavons di Sopra giungendo in pochi minuti ai ruderi delle omonime stalle.

Stalle Giavons di Sopra

Dalle stalle ci si porta al vicino Rug dal Giavons mantenendosi in quota ed attraversando il canale portandosi sull’ evidente sentiero sull’ altra sponda.

Passaggio di bouldering in Rug dal Giavons.

Passaggio di bouldering in Rug dal Giavons.

Seguendo la traccia si perviene ad una biforcazione dalla quale si prende la traccia più bassa che si perde quasi subito. Con intuito ci si abbassa di qualche metro scorgendo un paio di fettucce che confermano di essere sulla via giusta; ci troviamo poco sopra al Ricovero Stalle Giavons, visibile anche da un piccolo pulpito poco discosto dalla traccia che in breve ci deposita sul sentiero CAI 386 a pochi metri dal ricovero.

Il Ricovero Stalle Giavons tra la vegetazione visto dall' alto.

Il Ricovero Stalle Giavons tra la vegetazione visto dall’ alto.

Stalle Giavons

Per il rientro a Tramonti si può optare per il sopracitato CAI 386, oppure si può compiere un inusuale anello percorrendo a ritroso il sentiero descritto qui. Ore 4.00, difficoltà EE da Tramonti al ricovero; ore 7.00 per l’ anello completo.

In arancio il percorso di andata per la Val di Fisar; in verde il percorso di rientro per Cualtramon.

In arancio il percorso di andata per la Val di Fisar; in verde il percorso di rientro per Cualtramon.

Stalle Giavons di Sopra

Stalle Giavons di Sopra

Stalle Giavons di Sopra

Fangorn

Nel frattempo gli Hobbit avanzavano con tutta la velocità che l’ oscura foresta ingarbugliata concedeva, seguendo il corso d’ acqua che fluiva da Ovest, risalendo le pendici dei monti, sempre più profondamente immerse nel bosco.

Val Meduna

Val Meduna

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[…]Il terreno continuava a salire ripido, e stava diventando sempre più pietroso. La luce, man mano che avanzavano, si faceva più forte, e presto videro che innanzi a loro si ergeva una parete rocciosa: il fianco di un colle o l’ estremità di qualche lungo braccio proteso dalle lontane montagne. Non vi crescevano alberi, ed il sole cadeva in pieno sulla superficie rocciosa. I rami degli alberi ai suoi piedi erano tesi e immobili, come intenti a cogliere il calore. Là dove tutto era parso grigio e squallido, ora il bosco splendeva di colori bruni e caldi e di lisce cortecce grigio-nere simili a lucida pelle. I tronchi brillavano di un verde fresco come erba tenera: intorno agli Hobbit era giunta in anticipo la primavera, o una passeggera visione di essa.

Val Meduna

Val Meduna

Intagliata nella parete rocciosa vi era qualcosa di simile a una scala: probabilmente naturale, causata dal corrodersi e dal fendersi della pietra, essendo rozza e disuguale. In alto, quasi al livello delle cime degli alberi, un ripiano sovrastato da una rupe a picco. Non vi crescevano altro che un po’ d’ erba e di gramigna sui bordi, e un vecchio ceppo d’ albero con due solitari rami contorti: sembrava quasi l’ immagine di un vecchietto nodoso abbagliato dalla luce del mattino.

Val Meduna

[…]Due grossi mani dalle giunture nodose si posarono sulle loro spalle e li costrinsero dolcemente ma irresistibilmente a girarsi; poi, due lunghe braccia li sollevarono. […]Si trovarono faccia a faccia con l’ essere più straordinario che avessero mai visto.

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Aveva il fisico di un Uomo, quasi di un Vagabondo, alto però più del doppio, molto robusto, con una lunga testa, e quasi senza collo. […]Ma sulle prime gli Hobbit notarono soltanto gli occhi. Occhi profondi che li osservavano, lenti e solenni, ma molto penetranti. Erano marrone, picchiettati di luci verdi. In seguito Pipino tentò più volte di descrivere la sua prima impressione.

Val Meduna
“Sembrava vi fosse dietro le pupille un enorme pozzo, pieno di secoli di ricordi e di lunghe, lente e costanti meditazioni; ma in superficie sfavillava il presente, come sole scintillante sulle foglie esterne di un immenso albero, o sulle creste delle onde di un immenso lago. Non so, ma era come se qualcosa che cresceva nella terra quasi in letargo, o consapevole soltanto della propria presenza tra la punta delle radici e quella delle foglie, tra la profonda terra ed il cielo, si fosse improvvisamente destato e ci stesse considerando con la stessa lenta attenzione che aveva prestato ai propri problemi interiori per anni e anni”.

J.R.R.Tolkien, Le Due Torri

Val Meduna

Val Meduna

Val Meduna

Monte Tamaruz (1930 m)

Dalla Costa Paladin il Monte Tamaruz. Ben visibili i Lastreit di Venchiareit.

Dalla Costa Paladin il Monte Tamaruz. Ben visibili i Lastreit di Venchiareit.

Da Casera Chiampis si imbocca il sentiero segnavia CAI 377 che in circa un’ ora porta alla Forca del Mugnol. Dalla forca ci si dirige verso Ovest imboccando il sentiero CAI 378 che mantenendosi in quota nel bosco aggira il Monte Mugol e oltrepassa i resti di una casera; dopo i ruderi in pochi minuti si giunge ad una nuova schiarita presso un arbusto ricurvo con parecchie segnalazioni dove si abbandona il sentiero per risalire il versante Nord dei Lastreit di Venchiareit.

Lastre di Venchiareit

L' arbusto ricurvo con poche segnalazioni.

L’ arbusto ricurvo con poche segnalazioni.

Il successivo tratto si presenta privo di segnalazioni e di sentiero eccezion fatta di alcune tracce discontinue di animali, nonché parzialmente investito da schianti. Ci si alza pazientemente evitando le lastronate mantenendosi tra bassi arbusti e giovani larici, dopodichè, attraversato un canalino di sfasciumi, si continua tra la bassa vegetazione fino a toccare i mughi appena sotto la cresta.

Lastre di Venchiareit

Dopo circa un’ ora si guadagna il filo di cresta (in prossimità di alcuni metri di affilata cresta esposta) e, dopo ulteriore lotta con i mughi, in pochi minuti si guadagna l’ elevazione più alta dei Lastreit di Venchiareit (1833 metri).

La gobba pelosa in primo piano è l' elevazione più alta dei Lastreit di Venchiareit.

La gobba pelosa in primo piano è l’ elevazione più alta dei Lastreit di Venchiareit.

Oltrepassata la quota massima e proseguendo la cresta tra i mughi, si arriva ad una succesiva elevazione dalla quale ci si affaccia ad un salto roccioso; dall’ insellatura che la precede ci si abbassa sul ripido versante meridionale portandosi prima alla base delle rocce e poi puntando alla base dei mughi; in questo modo si giunge presto alla depressione denominata Passo di Venchiareit (circa 1815 metri).

Il Passo di Venchiareit

Il Passo di Venchiareit.

Giunti al passo si incrocia quella che è la via normale al Monte Tamaruz che prosegue lungo la cresta tra i mughi arrivando in vetta in circa trenta minuti.

Monte Tamaruz

La cresta finale.

Manca poco...

Manca poco alla vetta…

Panorama estesissimo dalla Carnia alle Alpi Giulie, dalle Dolomiti venete a quelle friulane, nonché sulle sottostanti Val Viellia e Canal Grande di Meduna.

La cresta appena percorsa e la cresta della Costa Paladin.

La cresta appena percorsa e la cresta della Costa Paladin.

La "fossa" del Canal Grande di Meduna.

La “fossa” del Canal Grande di Meduna.

La Val Tagliamento. Al centro il Tinisa; in basso a sinistra lambito dall' ombra il pascolo di Casera Naiarduzza.

La Val Tagliamento. Al centro il Tinisa; in basso a sinistra lambito dall’ ombra il pascolo di Casera Naiarduzza.

Al centro in primo piano Giavons e Roppa Buffon. dietro da sinistra Monte Rest, Valcalda e Monte Rossa. In lontananza Alpi Giulie.

Al centro in primo piano Giavons e Roppa Buffon. dietro da sinistra Monte Rest, Valcalda e Monte Rossa. In lontananza Alpi Giulie.

Monte Frascola.

Il Monte Frascola con a sinistra la Pala dai Colomp.

Ore 3.30 dalla Casera Chiampis, un’ ora in più con partenza dal Passo Rest; difficoltà EE. Si può riempire totalmente la giornata concatenando la cresta della Costa Paladin, effettuando così una bella ed appagante traversta in cresta. Per il rientro si segue la via normale e poi i segnavia CAI 378 (sentiero alla Forca del Mugnol) o 377 (al Passo Rest, sentiero e strada forestale).

Monte Tamaruz

Monte Tamaruz

Monte Tamaruz

Monte Tamaruz

In verde la cresta dei Lastreit di Venchiareit e Tamaruz, in blu la via normale di discesa. In giallo la cresta della Costa Paladin.

In blu la via normale al Monte Tamaruz, in verde la cresta dei Lastreit di Venchiareit. In giallo la cresta della Costa Paladin.

Roppa Buffon (1688 m) – Cresta Sud

Sebbene il Monte Roppa Buffon abbia una bellissima via normale di salita denominata “ Varda l’ Aip”, vi è possibilità di raggiungere la cima da Tramonti risalendo il crestone meridionale per via greppistica non segnalata, e non priva di emozioni; tale via parte dalla selletta tra il corpo del monte principale ed un cimotto denominato Cualnardon.

Roppa Buffon

Dalla selletta del Cualnardon l’inizio della Cresta Sud.

Dalla selletta del Cualnardon si prende a salire la cresta meridionale del Monte Roppa – Buffon evitando alcuni piccoli risalti aggirandoli per lo piú a sinistra.

Roppa Buffon

Roppa Buffon

Giunti sotto la prima anticima che ci sovrasta ed appare invalicabile, ci si porta sotto le pareti obliquando a sinistra fino a montare su una cengetta con passo del gatto. La cengia porta sotto ad un canalino erboso che va risalito fino a pervenire in vetta alla quota 1459.

Roppa Buffon

La cengia…

Roppa Buffon

…il canalino…

Roppa Buffon

…ed eccoci sulla sommità. La visuale si apre sull’ anticima Sud.

Roppa Buffon

Proseguendo verso Nord ci si abbassa di qualche metro traversando la selletta ad attaccare il pilastro che sorregge l’ anticima Sud (passaggio obbligato a destra e successiva risalita del ripidissimo pendìo su zolle e roccia; non banale ed esposto) fino a raggiungerne la sommità.

Roppa Buffon

Roppa Buffon

Da qui è finalmente ben visibile la cima vera e propria staccata dall’ anticima Sud da una terza selletta oltrepassata la quale si accede ai prati sommitali ripidi, ma più agevoli del precedente tratto.

Roppa Buffon

Roppa Buffon

Roppa Buffon

Roppa Buffon

Giunti in vetta ci si volge indietro. Spicca a destra l’ anticima Sud.

Dalla vetta del Monte Roppa Buffon verso il Monte Rest e Valcalda.

Dalla vetta del Monte Roppa Buffon verso il Monte Rest e Valcalda.

Costa Paladin con alle spalle le carniche.

Costa Paladin con alle spalle le carniche.

Roppa Buffon

La cresta Ovest. Dietro di essa ben riconoscibili il Monte Tamaruz e, a sinistra, la cuspide del Frascola. Sotto di essa il Monte Giavons.

Da Tramonti ore 4.30; difficoltà RRR (Rangiarse, Rangiarse, Rangiarse).

Per il rientro si consiglia la via “Varda l’ Aip”.

Roppa Buffon

Roppa Buffon

Roppa Buffon

Cualnardon (1056 m)

Panoramico cimotto a Sud del Monte Roppa Buffon, il Cualnardon si presta bene per essere raggiunto nelle tranquille giornate invernali, a goderne del panorama verso il Canal di Meduna e la Piana di Tramonti fino al Valcalda.

Per accedervi bisogna risalire il sentiero denominato “Giro del Monte Cretò” portandosi ai ruderi della Casera Cualnardon poco sopra alla fonte denominata Aga dai Malàs (bel punto panoramico, panche e bicchieri); a questo punto si abbandona il sentiero per risalire un boschetto di faggi che si incontra pochi metri oltre la casera portandosi a scavalcare un colletto.

Cualnardon

Casera Cualnardon.

Si scende di qualche metro a rasentare delle pareti strapiombanti sotto le quali sgorga una bella sorgente. Il suggestivo scenario è il risultato della spinta che la placca africana esercita verso quella europea, ed è una peculiarità di queste valli.

Cualnardon

Cualnardon

Dopo essere passati sotto ad una parete di gocce, si obliqua a sinistra sempre rasentando le pareti fino a sbucare in un bosco di giovani alberi.

Cualnardon

Proseguendo verso Ovest e mirando alla forcella ben visibile, in breve si raggiunge la selletta di pochi metri più bassa del Cualnardon.

Cualnardon

Dal Cualnardon verso Tramonti di Sopra e di Mezzo; in serie le dorsali dei monti Cretò, Cengla, Brusò e Celant.

Monte Frascola tra le nuvole.

Monte Frascola tra le nuvole.

Monte Rest.

Monte Rest.

Valcalda e Casera Sopareit.

Valcalda e Casera Sopareit.

Himalaya? No, Dosaip.

Il Dosaip in versione Himalayana.

Ore 1.30, difficoltà EE. Da qui si può proseguire lungo la cresta fino alla vetta del Monte Roppa Buffon con percorso selvaggio e impegnativo non adatto a tutti. Per saperne di più clicca qui.

Cualnardon

Cualnardon

Cualnardon

Stalle Giavons (1050 m)

Stalle Giavons

Le Stalle Giavons, situate sul versante meridionale dell’ omonimo monte, erano un tempo degli edifici impiegati per le attività pastorali divisi in tre complessi: di sotto, di sopra e di mezzo; in quest’ ultimo complesso è stato ricavato un piccolo ricovero dotato di caminetto, tavolo, panche ed un paio di posti letto su graticcio. Purtroppo il ricovero ha subito il parziale scoperchiamento del tetto in lamiera per cui è per metà a cielo aperto. In ogni caso, augurandoci che venga presto ripristinato, può ancora essere utile come ricovero di emergenza, nonché come tappa di viaggio offrendo un ottimo angolo merenda retrostante.

Stalle Giavons

Situato lungo il sentiero CAI 386, il ricovero è raggiungibile dal Ricovero Ex Scuola di Frasseneit, oppure dalla Casera Chiampis in ore 2.00. Entrambi gli itinerari, seppur comodi e manutentati, vanno intrapresi da Tramonti di Sopra e risultano lunghi e tortuosi; vi è in alternativa  un itinerario che dal paese porta direttamente alle Stalle Giavons e che andiamo ora a descrivere.

Dalla località Pradiel, nei pressi della Casa Alpina di Concordia si prende la scalinata indicata dal cartello “Sentiero da lis Fornas” ed in breve si giunge prima alla Casa Bianca e poi a Casa Abis; da questa il sentiero continua verso occidente sempre con segnavia CAI non numerato. Ad un primo bivio ci si tiene a sinistra, e dopo aver attraversato un pascolo con rudere infestato dai rovi si rientra nel bosco proseguendo in falso piano fino ad arrivare ai ruderi del borgo di Cualtramon.

Stalle Giavons

Cualtramon

Le Case Cualtramon.

Dietro le case il sentiero scende ripido e attraversa il rio Rusubeit al di là del quale seguiamo il sentiero affiancati da un muretto; facendo attenzione si reperisce una traccia che si stacca a destra e va a risalire l’ impluvio in destra orografica fino a giungere ad un colletto a quota 740 denominato Vualt da la Liedra (Passaggio dell’ Edera).

Cualtramon

Stalle Giavons

Dal Vualt da la Liedra si sale lungo la dorsale e in prossimità di un relitto di albero schiantato la traccia volge verso Ovest ad attraversare una serie di pareti con ricoveri d’ animali al cui termine si traversano due corsi d’ acqua; dopo il secondo si risale l’ impluvio fin dove possibile, portandosi poi sulla dorsale di sinistra e salendo ad incontrare in serie tre sellette con masso sulla sinistra; le prime due vengono sfiorate, mentre la terza viene valicata. Subito dopo la traccia si biforca e si prende quella che scende in una valletta con un torrente.

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Attraversato il rio si sale seguendo la traccia e alla prima occasione si traversa verso sinistra a risalire una pala boscosa che culmina nel crestone meridionale del Monte Cocolar.

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Dal crestone meridionale del Cocolar la vista si apre sulla piana di Tramonti. Al centro della foto chiude l’ orizzonte il Monte Taiet.

Seguendo i bolli si traversa abbassandosi lievemente fino a portarsi alla quota delle Stalle Giavons visibili dall’ altro lato se la vegetazione non è ancora fiorita. Si prosegue in quota attraversando il Rio Giavons oltre il quale la traccia si immette nel sentiero CAI 386 tramite il quale in pochi minuti si perviene alle Stalle Giavons.

Stalle Giavons

Stalle Giavons

La valle del Meduna.

Stalle Giavons

Dalle Stalle Giavons la vista si apre sull’ Aquila di Tramonti.

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Da Pradiel ore 3.50; difficoltà EE. Al ricovero si può accedere da Tramonti mediante un altro itinerario che passa per le già citate Stalle Giavons di Sopra e che trovi relazionato a questo link. Dalle stalle si parte l’ itinerario per la Rampa all’ Aquila.

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Stalle Giavons

Le pozze del Meduna.

Stalle Giavons