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Al Lago di Selva in Val Silisia

Dalla Casera di Pala Barzana si segue il segnavia che sale a monte del boschetto di larici e, diagonalmente verso destra per tracce di pascolo, raggiunge il poco marcato canalone ghiaioso che scende lunghissimo dalla Forcella Capra seguendo la direttrice della salita.

Si prosegue per traccia, ora a destra ed ora a sinistra del canalone, fino a raggiungere le rocce verticali (grande landro: buon ricovero) a sinistra del canalone che qui inizia ad internarsi fra le pareti. Si sale sulla sinistra del canalone, si supera un facile salto roccioso levigato dalle valanghe e, piegando verso destra, si raggiunge una cresta secondaria dove si incontra il sentiero che sale dal Pian delle Merie per il vallone alla base dei Paredach. Si prosegue per buon sentiero che, risalendo prima una dorsale e poi sulla destra di un breve canalone, si raggiunge la Forcella Capra; fin qui ore 2.00.

Si scende ora verso Nord; il segnavia si tiene sulla destra, ma può essere convenente scendere in fondo alla conca (spesso nevai) e proseguire lungo il fondo stesso fino a ritrovare il segnavia alla base delle verticali pareti rocciose del Crinal de Basson.

Si continua a scendere lungo la base delle pareti (neve); entrati nel bosco, si segue il segnavia (qui solo tracce de sentiero in una zona battuta dalle valanghe) fino a raggiungere la conca erbosa dove sono evidenti i ruderi della Casera Basson; ore 3.30.

Oltrepassata la conca, si ritrova il sentiero che scende nel bosco sulla sinistra della valle fino ad incontrare circa a 1000 metri la mulattiera diretta a sinistra alla vicina Casera Chiavalot. Si segue la mulattiera verso destra (Est), si attraversa il Plan di Crous e si raggiunge la località Ciuccui (vecchio pascolo infestato dal lampone) nella parte bassa del Crinal de Basson. Qui, dopo aver attraversato la nuova strada forestale che ha devastato la vecchia mulattiera, si incontra il sentiero segnavia CAI 968 che sale a destra diretto alla Casera Valina; si prosegue la discesa per una bella mulattiera in bosco fino a sbucare sulla strada della Val Silisia, circa un chilometro a monte della diga e della piccola frazione di Selva.

Ore 5.00, difficoltà Escursionisti Esperti.

 

 

 

Monte Corda (1463 m) per Cresta Est

Una delle più belle cime della Val Silisia, il Monte Corda si lascia salire sia  da Sud che da Nord per vari percorsi di grande respiro adatti agli amanti del genere fuori sentiero. La via Normale l’abbiamo già descritto in QUESTO ARTICOLO, ma per gli amanti delle creste e dei percorsi poco frequentati proponiamo questa variante che offre grande possibilità di avventura; visto che questo percorso come dice Pietro è roba per “salvadi” (e dice che anch’io sono un salvadi), mi limiterò ad indicare poche scarne informazioni, tanto è un percorso facile, caratterizzato da Cartelli, senza possibilità di errore. Chi anela a certi percorsi poi, si sa, è abile nell’arte dell’arrangiarsi (RR).

Da Inglagna si prende il sentiero CAI 393a diretto alla Forcella Dodismala. Ad un certo punti si abbandona il sentiero 393a per seguire il sentiero che porta alla Claupa di Andreuzzi che si abbandona a sua volta per salire alla Forcella della Fusita (cartello); se non vi siete persi e arrivate in Fusita è quasi fatta!

Dalla Fusita la cresta volge verso Est a raggiungere il Monte Ropa; si prosegue dall’altra parte passando a Nord della torre Andreuzzi e via via salendo di quota in quota fino alla vetta principale.

Per il rientro volendo si può deviare per Stalle Lastreiz.

 

 

 

Stalle Lastreiz (1018 m)

Ridotte a cumuli di macerie, i resti delle Stalle Lastreiz si trovano su un dosso lungo il versante Nord del Monte Corda, in bella posizione panoramica sul lago del Ciul.

Anticamente dette stalle erano di proprietà di alcune famiglie di Inglagna, e per raggiungerle vi erano addirittura due sentieri: il “Troi dai Omps” (Sentiero degli Uomini) e il “Troi da lis Vacis” (Sentiero delle Vacche) entrambi reperibili nei pressi di Forcella Dodismala.

Il Troi dai Omps era, come dice il nome, il sentiero che utilizzavano gli uomini per andare e venire alle stalle e quindi si presentava più rapido, stretto ed esposto; senza perdite di quota porta dalla Forcella Dodismala alle stalle di sopra (1018 m).

Il Troi da lis Vacis era invece più “turistico” in quanto più largo e meno esposto, adatto al passaggio delle bestie; con un tracciato meno diretto e con alcune perdite di quota questo sentiero porta alle stalle di sotto (973 m).

Visto che comunque entrambi i sentieri richiedono attenzione, la comunità ha posizionato una statua di Sant’Antonio in Forcella Dodismala affinchè chi si apprestava a percorrerli potesse affidare la propria anima al santo. Se vuoi saperne di più sul Sant’Antonio in Dodismala CLICCA QUI.

 

 

 

Borghi dal Rug dai Ghambars

Come in tutta la Val Tramontina, anche in Val Inglagna vi sono numerose borgate costituite da nuclei di piccole case addossate l’una all’altra o edifici singoli, testimoni di un tempo storico in cui la valle era tutt’altro che selvaggia e abbandonata come la vediamo oggi. Se si vuol fare un bel giro e visitare alcuni di questi luoghi, la valletta del Rug dai Ghambars e l’attiguo Rug Boschit si prestano perfettamente per essere esplorate.

Selvagge balze meridionali di Pizzo Lovet e Cuel da la Luna.

La prima borgata che visitiamo è quella di Clez, sul Rug del Boschit, un bell’insieme di case nate in prossimità delle stalle che furono i primi manufatti con cui l’uomo ha colonizzato la valle.

Poco più in alto troviamo Val, altro nucleo di case questa volta posizionate in linea su un versante assolato dove trovano habitat ideale gli agrifogli. Grazie al fatto di poter essere raggiunti tramite strada, in questi 2 borghi troviamo ancora case in buono stato, utilizzate dai proprietari come casa di villeggiatura animandone la quiete nei fine settimana.

Da Val un sentiero si inerpica sul costone dietro l’ultima casa ad aggirare il Tui e portandosi in una valletta dove una pineta non governata ha inghiottito i manufatti di Chiamerada ormai in rovina.

Proseguendo verso Nord in quota si passa sotto alle pareti del Cuel da la Luna fino a giungere alle case del nucleo più basso di Culeiba congiungendosi al sentiero CAI 986; val la pena di salire fino al nucleo più alto che, sebbene anch’esso inghiottito dal bosco, dà l’idea di trovarsi in una posizione più assolata e panoramica.

Per il sopracitato sentiero CAI si rientra quindi assecondando il rug che scende dalla soprastante Forcella Spessa; oltrepassato questo, si prosegue a mezzacosta alti sopra il Rug dai Ghambars che raggiungiamo in prossimità di Pospalta, altra località posta nei pressi di Forca del Prete e quindi sulla via di collegamento principale tra la Val Silisia e le Ville di Tramonti.

Qui troviamo alcuni edifici ben ristrutturati tra cui una casa pittoresca dedicata ai folletti e creature del bosco. Oltre a queste, ormai in rovina vi è anche la casa costruita dalla famiglia Cassan la quale presenta la facciata con due archi, particolare architettonico questo che ci rivela una certa disponibilità economica da parte della famiglia.

Proseguendo per la strada si giunge in breve alla località Chiampees che come dice il nome, è una fortunata località sorta su piccoli lembi di terra coltivabile dove la presenza di prati umidi permetteva anche un maggior numero di sfalci annuali rispetto agli altri prati.

Da Chiampees si segue la strada a raggiungere la carrozzabile per Inglagna (possibilità di tagliare presso il secondo ponte) e successivamente salire a Clez dove si conclude l’anello.

Chiampees e il poggio dove sorge sul Rug dai Ghambars, visto dalla strada per Clez e Val.

Ore 4.00; difficoltà Escursionistica.

Stalle Polacia


Il sentiero che sale a Casera Salinchieit da Casera Ropa già descritto in questo sito, era troppo bello e ben conservato per essere un sentiero a sé stante. La fitta rete di sentieri  a Nord della Dassa che si riscontra nelle mappe poi non può che lasciar presagire un collegamento certo tra la bella borgata di Chievolis, cittadina della Val Silisia posta allo sbocco con la Val Tramontina, e la Casera Salinchieit, complice il sentiero sopra menzionato, quasi un’autostrada tra i boschi di faggio a Nord del Rodolino.

Parto quindi prima dell’alba da Tamarat lungo il sentiero di servizio all’elettrodotto in compagnia di un amico che ha un po’ di pratica di questo tipo di attività: Claudio. Con noi Giorgetto, anche lui esperto di ricerca sentieri, anche se alle volte soffre di preoccupanti vuoti di memoria …

Chievolis.

Il sentiero, ben tenuto e anche bollato, segue l’elettrodotto fin poco prima dell’ultimo traliccio dove si alza per passare un rio con franamenti e si mantiene in quota fino alle Stalle Polacia, proprietà di Adriana.

Stalle Polacia.

Dopo aver passato un paio di rii (occhio ai dinosauri) si arriva alle Stalle Foos (proprietà di Maria Grazia) oltre le


quali ci si abbassa a traversare un corso d’acqua dopo il quale un ultimo rudere si affaccia sulla Busa Granda.

Di fronte a noi si percepisce la depressione della Busa Granda. Sopra le pareti passa il sentiero tra Casera Ropa (sul pianoro che si intuisce a destra) e Casera Salinchieit (dietro la forcella che si intuisce a sinistra).

Stalle Foos.

Oltrepassata anche questa sempre in lieve discesa,si passa un altro rio costituito da ciottoli grossolani oltre il quale la mole della diga di Selva appare sempre più imponente e minacciosa.

Superato il Silisia su un ponticello, il sentiero riprende sull’altra sponda in salita e risale il bosco fino ad una selletta dove vi è il tratto più difficile e pericoloso dell’escursione: giungere a Selva attraversando i prati di Moranda senza essere impallinati!

In evidenza Pizzo Lovet e Col di Luna. Si vede gran parte del Sentiero Andreuzzi.

Giunti a questo punto del racconto direte: ma come, non dovevano arrivare in Salinchieit dall’altra parte della valle 800 metri più in alto?!? Certo, ma questo racconto parla delle Stalle Polacia, attraversata adatta a tutti, remunerativa e divertente per gli amanti del genere. Come dite? Se ci siamo arrivati in Salinchieit? Voi cosa ne pensate?

Fontanon del Tasseit

Fontanone: in geografia fisica, nome dato alle sorgenti carsiche caratterizzate da variazione rapida di flusso, o da intermittenza, o da oscillazioni assai marcate nella portata. (Enciclopedia Treccani)

I Fontanon sono nella Regione FVG delle risorgenze in quota che sgorgano direttamente dalla roccia e che solitamente dopo brevissimo percorso evolvono in spettacolari cascate alte anche centinaia di metri.

Fontanon dal Toff.

Il fenomeno si spiega nella natura carsica di un gruppo montuoso che, nella parte superiore, raccoglie le acque grazie ai propri pianori sommitali simili a degli imbuti e che vengono inghiottite dalle varie cavità presenti nel terreno. Tali acque quindi entrano nel ventre della montagna dove si accumulano dentro i lunghi e complessi sistemi ipogei all’ interno della roccia. Quando le cavità più profonde sono colme, l’acqua in eccesso trabocca dalle aperture laterali ritornando alla luce nelle spettacolari forme che possiamo apprezzare.

Ciadin di Dosaip. Qui la neve in fusione e la pioggia scendono nelle cavità sotto la montagna e alimentano il Fontanon del Tasseit.

In Dolomiti Destra Tagliamento possiamo apprezzare questo tipo di spettacolo in Val Silisia, nel versante Sud del sottogruppo del Dosaip; le acque meteoriche captate dal Ciadin de Dosaip si inabissano nei meandri della montagna per sgorgare 800 metri più in basso presso il Fontanon del Tasseit.

 

Cengla dal Giracùl

Il Monte Dosaip è una vetta satellite situata a Sud del gruppo Caserine-Cornaget dal quale è separato dalla dolce depressione di Forca di Caserata.
Pur non essendoci nessun sentiero CAI che ne raggiunge la cima, la facile via di salita attraverso il Cadin di Dosaip è menzionata in diverse guide, e questo fa di lui un must di escursionismo selvaggio tra gli appassionati.

Il Cornaget e Forcella delle Pregoiane dalla Casera Dosaip.

Il Cornaget e Forcella delle Pregoiane dalla Casera Dosaip.

Tuttavia, questo percorso ha una pecca: una volta raggiunta la cima e assaporato lo sconfinato panorama che va dalle dolomiti a lambire la punta dell’ Istria, si deve scendere per la stessa via di salita, rendendo il rientro un po’ noioso e poco interessante.
Vi è però la possibilità di compiere un anello salendo in vetta toccando minimamente la via normale. Tale anello, nasce dalla concatenazione di vari percorsi scoperti grazie all’ ardire delle genti locali la cui conoscenza giunge a noi come frutto di rapporti personali, ricerche nella memoria popolare, ed esplorazioni sul campo. La Cengla dal Giracùl è il primo di questi percorsi nonché quello che permette la possibilità di compiere l’ anello traversando il versante Est del Monte Dosaip ad una quota compresa tra i 1250-1350 metri di altitudine.

Cengla dal Giracul

Da Casera Caserata si prende il sentiero CAI 398 che divalla ad Est nel Canale Piccolo di Meduna. Dopo aver attraversato un rio con degli schianti, si lascia il sentiero percorrendo in discesa il bosco e riguadagnando il fondo del torrente in prossimità di una fonte. Scesi ancora qualche metro, si imbocca una cengetta che è la prima di una serie di cenge colonizzate da mughi e bosco che lungamente portano a quella che è la cengia vera e propria.

Cengla dal Giracul

Seguendo prima i bolli operati da qualche sprovveduto avventuriero per caso, e poi i tagli tra la vegetazione, si incontra ad un certo punto un antro denominato Claupa da la Thorla (thorla = cornacchia). Tale nome deriva probabilmente dalla nomenclatura clautana attribuita alla cengia (Cengla da la Thorla è il nome clautano della Cengla dal Giracùl). Se vuoi leggere una bella storia inerente alla Claupa da la Thorla, clicca qui.

Cengla dal Giracul

Claupa da la Thorla

Dopo un paio di brevi passaggi che richiedono passo sicuro, finalmente si perviene alla Cengla, sospesa su insondabili precipizi ma sempre larga e piacevole. Il nome Giracùl le viene attribuito dalla popolazione tramontina per il fatto che fino agli anni 50 in questo tratto vi era un masso che ostruendo il camminamento, costringeva a passare tenendosi ad esso dando le spalle al vuoto obbligando quindi a “giràr el cùl”.

Cengla dal Giracùl

Cengla dal Giracùl

Cengla dal Giracùl

Cengla dal Giracùl

Cengla dal Giracùl

Dopo aver attraversato un piccolo giardino sospeso sul baratro, la cengia si esaurisce e si monta alla base del costone della Thorla cui fa capo 400 metri più in alto la quota 1815 denominata Ciucul da lis Sterpis. Qui il percorso potrebbe continuare fino alla Forca del Poul, ma noi prendiamo invece a risalire il costone della Thorla seguendo un canalino dapprima boscoso che più in alto immette in un secondo canalino tra zolle misto erba fino ad una stretta forcellina. Con un passaggio esposto si monta sul crinale che si segue per cresta o poco sotto di essa a seconda di quello che permette la vegetazione, fino a montare sul Ciucul da lis Sterpis. Lungo questo tratto di percorso si puó ammirare tutta l’ imponenza del versante orientale del Dosaip.

Cengla dal Giracùl

Cengla dal Giracùl

Cengla dal Giracùl

Giunti sul Ciucul da lis Sterpis si prosegue verso occidente lungo lis Palis di Maglina, i ripidi prati che costringono quasi tutti gli avventurieri ad indossare i ramponi da prato (o da ghiaccio) per avanzare in sicurezza.

In prossimitá del Ciucul da lis Sterpis.

In prossimitá del Ciucul da lis Sterpis.

Ciucul da lis Sterpis
Si attraversano quindi i prati poco sotto la base delle imponenti pareti meridionali del Dosaip fino a portarsi sotto al canalone col quale arriveremo in vetta concatenando il terzo itinerario, la Via da la Bisa.

Lungo lis Palis di Maglina.

Lungo lis Palis di Maglina.

Intitolata a Maria Canderan detta la Bisa, fu la prima persona ad effettuarne l’ esplorazione; per saperne di più sulla storia di Maria clicca qui.
Al canale si accede prendendolo di petto arrampicandone il fondo roccioso…

Via da la Bisa

…oppure sfruttando la ripida balza erbosa sulla sinistra.

Via da la Bisa

Via da la Bisa

Via da la Bisa

Mantenendosi un po’ sul fondo e svincolando ai lati per evitare i risalti più difficili (obbligatorio un passaggio di II+) si passa attraverso un foro naturale sopra il quale ci si deve portare verso sinistra per poi obliquare su una cengia che porta ad una piccola selletta sul vuoto dalla quale parte una crestina erbosa ed aerea (vietato avere le vertigini).

Via da la Bisa

Via da la Bisa

Via da la Bisa

Questi ultimi 80 metri di cresta sono l’ ultima difficoltà prima di accedere alla spaziosa cresta sommatale che in pochi minuti porta all’ anticima Sud e subito dopo alla vetta principale del Dosaip.

Dosaip

La crestina percorsa lungo la Via da la Bisa. Al centro, in prospettiva verticale la cengia percorsa per uscire in cresta.

La crestina percorsa lungo la Via da la Bisa. Al centro, molto verde e in prospettiva verticale la cengia utilizzata per uscire in cresta.

Dosaip

Dosaip

Le Caserine dalla vetta del Monte Dosaip. Sotto di esse la Costa de Pu.

Dosaip

Il rientro avviene quindi per la via normale lungo il Cadin di Dosaip e i ruderi della Casera Dosaip fino alla Forca di Caserata; da lì sentiero CAI 398 fino in Podestine.

Dalla vetta , il Cadin di Dosaip

Dalla vetta , il Cadin di Dosaip

Per raggiungere la vetta ore 10 su difficoltà EE, RRRR, AD. Per il rientro ore 2.30, difficoltà E. Grazie a Giorgio per aver riscoperto e condiviso questo eccezionale percorso.

Dosaip

Dosaip

Dosaip

 

 

 

Plan di Malgustà (1560 m)

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Nel complesso delle malghe situate a Nord del Monte Raut, demoninate dagli abitanti di Frisanco Malghe Davoraut, spicca per bellezza il luogo denominato Plan di Malgustà.
Situato sulla spalla orientale del Monte Randellino, l’ accesso più rapido e semplice ad esso parte nei pressi di Casera Chiavalot, esattamente dal tornante della strada forestale che vi passa a monte.
Si risale la costa a rapidi zig-zag rasentando il ciglio di un vertiginoso inghiottitoio puntando a raggiungere la dorsale principale del costone; una volta montati su di essa, la si percorre in salita godendo di magnifici scorci man mano che la vegetazione si dirada.

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Vacalizza e l' omonima Torre.

Vacalizza e l’ omonima Torre.

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Alzandosi di quota si giunge presso una forcella con croce in legno e metallo intitolata a Colussi Bonaventura dalla quale prende il nome la Forca di Bonaventura; nei pressi di essa si guadagna una visuale parziale del Plan di Malgustà che si raggiunge ad intuito traversando in quota il bosco di larici su terreno martoriato dal carsismo.

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Giunti alla meta ci si spalanca agli occhi la visuale di un luogo magico non solo per modo di dire, ma anche per le leggende che riecheggiano su di esso. Per saperne di più clicca qui.

Plan di Malgustà
Dalla radura si può anche risalire la cresta che rinserra ad occidente il catino dalla quale si può godere di un interessante panorama sulla Val Silisia e le Dolomiti.

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Dalla Casera Chiavalot ore 2.00; difficoltà RR.

Plan di Malgustà

Per il rientro si può ripercorrere la via di salita, oppure compiere un anello proseguendo verso sud seguendo un antico sentiero perso tra le erbe che porta ai pascoli di Casera Basson; ore 1.00, difficoltà RR.

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Plan di Malgustà

Casera Basson (1271 m)

Situata a nord del Monte Raut nella valle incassata tra il Crinal de Basson e il costone del Chiavalot, della Casera Basson non rimangono che pochi resti e un piccolo lembo di pascolo non ancora invaso dal bosco.

Al centro della foto la valle dove si colloca Casera Basson; si nota a destra il ripiano di Casera Chiavalot.

Al centro della foto la valle dove si colloca Casera Basson; si nota a destra il ripiano di Casera Chiavalot.

La casera rimane però impressa nella memoria storica per aver avuto una piccola parte nella vicenda dei Moti Friulani. Accadde infatti che il 25 ottobre 1864 la Banda di Navarons vi si trasferisse dalla località Valina per poi trascorrervi la notte e ripartire il giorno successivo alla volta di Andreis.

Il monte Buttignan dal sentiero CAI 967.

Il Monte Buttignan dal sentiero CAI 967.

I passi dei garibaldini sono oggi facilmente ripercorribili grazie alla sentieristica ancora in gran parte conservata com’ era. Dalla strada Selva-Tronconere in prossimità del ponte sul Rug Valina parte il sentiero CAI 967. Intersecata la strada che sale a Casera Valina e trascurato il sentiero CAI 968 che sale alla casera, si prosegue seguendo fedelmente il sentiero CAI 967 che dopo essersi inserito sulla strada un paio di volte, diventa definitivamente sentiero.

Sentiero CAI 967

Sentiero CAI 967

Sentiero CAI 967

Per bel bosco di faggio si sale con pendenza lieve fino a giungere al vecchio pascolo attraversato dal nostro sentiero.

Casera Basson Ore 2.30; difficoltà E.

Per gli amanti delle traversate si consiglia l’itinerario da Casera Pala Barzana che potete trovare a QUESTO LINK.

Aiguille de Crodòns (1588 m)

Sulla mappa Crodòns pare una dirupata ed inaccessibile costola che scende dalla cresta Gialina-Domanzon; in realtà si tratta di una piccola elevazione la cui posizione  all’ interno della valle e la sua quota non eccessivamente elevata, fanno sì che dalla sua cima si possa godere di un panorama completo della Val Silisia.

Crodóns

Crodóns dalla Strada degli Alpini.

Come primo approccio a questa sconosciuta vetta si è pensato di percorrere il canalone Sud che si incrocia lungo la Strada degli Alpini a quota 1000 metri circa partendo dalle Tronconere .

Il Lago di Selva sovrastato dal Buttignan dalla Strada degli Alpini

Il Lago di Selva sovrastato dal Buttignan dalla Strada degli Alpini.

Il [Pizzo] Caregon [Badile].

Il [Pizzo] Caregon [Badile].

Nonostante la bassa quota e l’ esposizione a Sud non ci siamo fatti ingannare; vista la morfologia del canale stretto e incassato tra alte pareti, e la stagione particolarmente abbondante di neve, fedeli alla nostra politica di raggiungere l’ obiettivo ad ogni costo, abbiamo ingaggiato per l’ occasione Luca, un famoso occidentalista.Ed infatti, dopo un inizio tranquillo, la neve appare ben presto.

Crodóns

Crodóns

Eccoci impegnati nel couloir prima del passaggio chiave…

Crodóns …un buco nel ghiaccio che ci costringe a togliere gli zaini e ad effettuare un passo del gatto.

Crodóns

Crodóns

Il canale principale si esaurisce contro alte pareti a quota 1347; poco prima ne scende un altro dalla destra che porta ad una forcellina poco sotto la vetta e da lì verso destra in pochi minuti si è in cima.

Crodóns

Crodóns

Crodóns

Crodóns

Crodóns

Crodóns

Domanzon

La Gialina e Domanzon.

Resettum

Colciavas, Colon, Resettum e in fondo Monte Fratte.

Crodóns

Rientro per la stessa via prestando molta attenzione a seracchi e crepacce.

Crodóns

Crodóns

Crodóns

Dalle Tronconere ore 3.30; difficoltà PD. Da verificare l’ accessibilitá del canalone in assenza di neve.

Vipera dal Corno

Stalurban