Troi de Moliesa

Sulla tragedia del Vajont si sono ormai scritte librerie intere il più delle volte in maniera populista, sfruttando la tragedia ancor oggi con ferrate della memoria e un carrozzone di visite guidate che gridano alla “strage di Stato” e “genocidio italiano”, con tanto di furgone degli hotdog per placare l’appetito dei turisti più ingordi di storia. La Val Vajont inoltre rimane negli scritti moderni una valle triste, stuprata da una tragedia incancellabile che nulla potrà risollevare; i pochi che vi abitano e tutti gli esuli sembrano essere condannati ad una grigia esistenza abbandonati da tutto e tutti.

La vicenda del Vajont è certamente una immane tragedia che non può essere dimenticata, ma noi in Val Vajont non ci andiamo per commiserare, criticare, odiare, andiamo per il piacere di passeggiare nei boschi all’aria aperta, provare l’emozione di affacciarci sui suoi precipizi, ammirare una delle opere ingegneristiche più imponenti del mondo, rabbrividire provando ad immaginare una massa di 260 milioni di metri cubi di terra che si muove, girare per i bei paesi e magari far 2 chiacchiere con i locali.

E allora se vuoi tutte queste cose insieme senza far fatica, devi intraprendere il Troi de Moliesa (sentiero CAI 380) che dal Terminal Diga sale al paese di Casso lungo un boscato cengione soprastante le pareti a picco della forra del Vajont. Giunti ad un primo bivio senza indicazioni si sale a destra fino a che il sentiero si appiana nella faggeta; un secondo bivio indica la deviazione per Codissago che tralasciamo proseguendo per il nostro segnavia e dopo pochi metri ci innestiamo nel “Troi di Sant’Antoni” (altra deviazione per Codissago).

Svoltiamo quindi decisamente verso oriente seguendo l’indicazione per Casso andando a percorrere una bellissima e comoda mulattiera sopra gli esposti precipizi celati dalla vegetazione.

Accompagnati dagli aggetti rocciosi, guadagnamo i verdi prati e poi il paese di Casso che merita certamente una visita per le sue viuzze caratteristiche, nonché d’obbligo lo spazio Dolomiti Contemporanee dove dallo Skyline sospeso sul vuoto si possono ammirare degli splendidi cavi della media tensione (fin qui ore 1.30).

Da Casso il rientro è per il sentiero che scende diretto all’osteria “Diga del Vajont” e poi a destra per la palestra di arrampicata dove si possono ammirare i corpi statuari degli arrampicatori nelle loro plastiche pose mentre sfidano la morte e l’impossibile appesi sulle estreme verticalità delle pareti dove nessuno ha mai osato (solo col sereno, in caso di pioggia se la danno a gambe perché pare che al contatto di acqua piovana si sciolgano. Fortuna che in caso di ritirata possono calarsi direttamente in macchina!)

Durata complessiva 1h50, difficoltà T-E

Un pensiero su “Troi de Moliesa

Lascia un commento