Via dei Cacciatori di Andreis

Da qualche giorno nel web impazza una nuova ferrata atletica tipo “Cassiopea”, “Senza Confini”, “Clap Varmost”, tracciata in una parete a picco su un cimitero (probabilmente per risparmiare nei trasporti), di quelle in cui la roccia si aggira sul quarto grado e gli adrenalinici fruitori raggiungono con cani e porci l’altopiano di Lauco a forza di bicipiti.

Siccome io di bicipiti non ne ho e sono poco ferrato, avendo piuttosto una testa fatta di mugo e ciuffi d’erba, propongo un’interessante alternativa per tutti quelli che la pensano come me, che si accontentano di fare semplice escursionismo e, se proprio devono tirarsi su di peso con qualcosa, preferiscono  roccia mughi ed erba: la Via dei Cacciatori di Andreis.

Per realizzare quindi l’alternativa alla “Farina del Diavolo”, devo assoldare una guida che ne sa una più del diavolo ovvero il Ciccio col Bastone, che questa volta si impegna e supera se stesso: si è perso solo una volta!

Lasciata l’auto in località Sott’Anzas ci si dirige verso l’acquedotto a reperire il sentiero Plangiaria-Albins. Una volta giunti sulla parte alta del sentiero, lo si abbandona per salire la conoide di Albins mantenendosi sul crinale che lo separa dal vecchio pascolo di Plangiaria.

Numerosi schianti in Albins che però riusciamo a superare pur non essendo guide AIGAE!

Quando il crinale si esaurisce sotto le pareti, le si aggira verso destra entrando in una pala prativa sotto ad una parete con un evidente tetto (il Portale). Portatisi sotto il Portale, si incontra un canalino che può essere risalito, oppure si può optare di proseguire per la traccia che continua nel bosco a risalire un ciuculetto quotato 1386.

In mezzo agli alberi il Portale; a destra il ciuculetto 1386 e alla sua sinistra il canalino.

Sotto il Portale.

Per una via o per l’altra, si giunge quindi alla base di un canalino erboso con una lingua detritica; da questo canalino si passa ad un altro adiacente il quale porta ad una selletta tra il ciucul quotato 1513 e il corpo principale del monte (attenzione alle zecche).

A questo punto si risale il costone tra ripidi prati e mughi amicali fino ad oltrepassare i 1700 di quota passando a destra di un soprastante avancorpo roccioso arrivando sotto alle pareti della cresta principale.

Seguendo gli sbiaditi bolli si procede alla base delle pareti verso Sud per un delicato traverso che aggira un costoncino oltre il quale appare a sinistra il canalino di uscita con la caratteristica fessura che ci ricorda il sesso femminile e che si fa desiderare in quanto il terreno si presenta ripido, con presenza di ghiaino e roccia bagnata.

Al grido di “per la Federazione questo ed altro” arriviamo in fessura e ci depositiamo sul sentiero CAI tramite il quale giungiamo in vetta al Raut disdegnando qualsiasi cavetto.

Ultimi passaggi verso la vetta del Raut. Solo per Escursionisti Esperti!

Dalla vetta mare di nubi. Svetta il Cimon del Cavallo e Monte Caulana.

Il Col Nudo e Teverone.

Ore 6.00, difficoltà RRR.

Grazie a Stefano e Alessandro che ci hanno salvato la vita dandoci un passaggio da Pala Barzana ad Andreis.

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