E’ una sequenza di cime e torri che dal Passo Pramaggiore si allungano verso Est esaurendosi sul Torrente Cimoliana all’ altezza del Rifugio Pordenone. Passando per la cima di alcune di esse si puó realizzare un bel itinerio ad anello aereo e molto panoramico.
Dal Rifugio Pordenone si scende sul Pian Meluzzo raggiungendo direttamente la Casera Meluzzo, recentemente ricostruita. Per carrareccia, chiusa al traffico non autorizzato, si risale la pianeggiante valle alluvionale fino all’ incrocio con la Val Postegae.
Si lascia a sinistra il sentiero segnavia CAI 361 e si prosegue tenendosi sulla sinistra della valle, all’ inizio pianeggiante e ghiaiosa. In breve si raggiunge una vecchia pista che sale diagonalmente prendendo quota sul fondovalle; la si segue e dopo un breve tratto si torna sul greto (quota 1300 circa). Qui, al di là del torrente, ha inizio il sentiero diretto al Passo Pramaggiore.
Si lascia il segnavia CAI 362 che prosegue a sinistra del torrente che si attraversa per iniziare subito dopo la salita per un bel sentiero in bosco. Il sentiero oltrepassa alcuni canaloni (zona sconvolta da valanghe), passa in un rado bosco alla base di una fascia rocciosa e sale a sinistra per portarsi sulla destra idrografica del ruscello che scende dal catino sotto il Passo Pramaggiore.
Dopo un ripido tratto fra i mughi, il sentiero raggiunge l’ampio catino ghiaioso a sinistra ed erboso a destra; lo si risale per lo piú sul fondo e quindi, dove la valle si biforca, si piega a sinistra e per ghiaie e roccette si sale direttamente al Passo Pramaggiore; fin qui ore 3.15. Dal passo il panorama è notevole verso i Monfalconi ed il Gruppo del Monte Cornaget.
Si prosegue quindi lungo la cresta ghiaiosa ed erbosa, a tratti sottile e sempre altamente panoramica, in direzione della Cima Cadín. Il percorso è privo di segnavia ma non è possibile sbagliare; per tracce di sentiero (ometti) si oltrepassa l’ anticima quotata 2276 e si raggiunge la vetta girando a Sud per pendio, nell’ ultimo tratto, molto ripido.
Si scende ora per ripidi verdi aggirando la testata del caratteristico catino erboso a Sud della Forcella Postegáe (da questo catino, probabilmente, il nome di Cima Cadín) e raggiungendo la larga e ghiaiosa Forcella Postegáe 2163 metri.
Si riprende a salire tenendosi a sinistra della cresta ed aggirando sempre a sinistra per ghiaie mobili alcuni risalti rocciosi; infine per verdi e ghiaie finissime si raggiunge la Cima Est (la piú elevata) delle Cime Postegáe: panorama vastissimo.
Per tracce su ghiaie si traversa a sinistra delle altre due cime (quota 2330 e 2286) e quindi si scende per verdi e ghiaie verso destra raggiungendo la cresta che scende direttamente verso la Forcella Ciól de Mont.
Tenendosi sulla sinistra della cresta, si scende evitando le macchie di pini mughi e raggiungendo la forcella di quota 2050 dopo aver aggirato a sinistra un salto roccioso. Da questa forcella, poco piú alta della Forcella Ciól de Mont e separata da questa da un tratto di cresta infestato dai mughi, si scende nella Val Ciól de Mont per un lungo canalone ghiaioso con grossi massi.
Tenendosi sempre sul fondo del canalone, si incontra prima il ventaglio di ghiaie che scende a sinistra dalla Forcella Ciól de Mont e quindi, a quota 1537, dopo una bella sorgente, il sentiero segnavia 370 che si segue fino al Pián Meluzzo, poco sotto il Rifugio Pordenone. Difficoltá EE, ore 8.00-9.00 per l’ anello completo.