Il 26 [ottobre] salimmo di nuovo il Raut nella sua parte chiamata monte Castello, entrammo nel famoso antro dello stesso nome presso Navalesc. […] Si entra per un piccolo spazio erboso, che gira sopra un abisso ed una corta boscaglia, ergendosi [ergentesi] sulla sinistra di chi entra alto ben 50 metri, cosí che copre l’ antro calla parte d’ Andreis; a destra la fascia erbosa continua girando attorno ad un altipiano che conduce in un burrone roccioso senza uscita.
Cosí descrive Antonio Andreuzzi l’ antro del monte Castello in cui si rifugió con i suoi uomini ricercati dall’esercito austro-ungarico dal 27 ottobre al 6 novembre 1864, giorno in cui, scoperti dagli austriaci con cui ingaggiarono uno scontro a fuoco, furono costretti a fuggire lungo la cengia che porta oggi il nome di Cengia dei Garibaldini.
ll sentiero per giungervi parte da Andreis percorrendo le pendici del monte Ciavac nella zona detta le Salarie; giunti ad un trivio si prende il sentiero Zerbinatti che si abbandona poi per salire faticosamente il sentiero denominato “Spigal” (spigolo), un antico sentiero creato per raggiungere i prati alti dove praticare lo sfalcio.
In alto vi è anche un piccolo riparo naturale chiamato Landre de Spigal utilizzato da cacciatori e un tempo dagli addetti allo sfalcio sorpresi dal maltempo. Dopo quest’ antro, lo Spigal sale ancora sempre piú esile ed esposto fino a confluire nella valletta dove vi fu lo scontro a fuoco.
I garibaldini, avvisati dell’ imminente arrivo dei soldati, sono costretti a lasciare il loro ricovero ben nascosto, ma senza via d’ uscita. L’unica via di fuga è una cengia conosciuta dai locali che porta alla forcella Navalesc, ma viene deciso comunque di affrontare il nemico anche in virtú della posizione vantaggiosa che permetteva agli uomini di Andreuzzi di attaccare dall’ alto.
Ed effettivamente lo scontro vide trionfare i garibaldini che pur in inferiorità numerica (12 contro 20) forti oltre che dalle scariche dei loro fucili avancarica, anche dei massi fatti rotolare sugli austriaci e soprattutto delle bombe all’Orsini, misero in rotta la guarnigione.
Per giungere all’antro dalla valletta si tira verso dx per un ripido ed esposto pendio erboso; I grado sull’erba. Aggirato un costoncino su cui sventola la bandiera italiana apposta da andreani o estimatori delle gesta dei garibaldini, si arriva in breve all’ Antro del Monte Castello.
L’ antro permetteva di dormire a 12 uomini disposti su piú ripiani realizzati con il legname facilmente reperibile nei dintorni.
Da Andreis ore 3.30; difficoltá EE.