Archivio tag: Andreis

Molassa-Dell’Asta-Andreis

Dal bivacco Molassa si scende per il sentiero 974 verso Nord-Est in un bel bosco di faggi, si oltrepassa il torrente Molassa e si sale per qualche metro sulla sinistra idrografica della valle incontrando, proveniente da destra, il sentiero proveniente da Alcheda. Si prosegue risalendo la valle; il sentiero torna sul greto dove c’è uno sbarramento in cemento (località La Stua) e quindi prosegue, stretto ma evidente e ben tracciato, tenendosi sulla sinistra idrografica della lunga Val Molassa, in un ambiente orrido e severo.

Dopo una strettoia della valle, il sentiero oltrepassa il greto (qui quasi sempre asciutto) e sale ripido una costa boscosa. A quota 1100 si lascia il segnavia 974 e (tab.) si piega a destra seguendo il segnavia 976; fin qui ore 2.00. Dapprima, solo per tracce di sentiero, si attraversa una zona sconvolta dalle valanghe; oltrepassati alcuni canali, il sentiero diventa evidente e sale lungo una rampa inclinata alla base di alte rocce strapiombanti. Dopo pochi passi esposti, il sentiero passa all’interno di un gigantesco ladro e, oltrepassata una sorgente, sale in bosco fino a raggiungere la Forcella dell’Asta, su un crestone del monte omonimo; ore 3.00. 

 

Il panorama è molto interessante specialmente verso il ripidissimo versante meridionale del Monte Resettum (ricovero di cacciatori addossato ad una parete presso la forcella).

Per un bel sentiero a tratti esposto e ripido, si scende raggiungendo la sottostante Forcella d’Antracisa, fra il Monte dell’Asta ed il Monte Taront; qui si incontra, proveniente da destra il sentiero segnavia 977 che sale dalla frazione di Alcheda. Si scende ora a sinistra (Est) della forcella e per un bel sentiero (sempre segnavia 976) si raggiunge il fondovalle percorso dal Torrente Ledron; attraversato il greto, si incontra il sentiero segnavia 975 lungo il quale verso destra, prima in leggera salita, si raggiunge una selletta con sacello e quindi, scendendo per prati e boschetti, il caratteristico paese di Andreis.


Ore 5, difficoltà EE.

Molassa-Andreis

Proponiamo una bella traversata selvaggia e avventurosa dal Bivacco Molassa ad Andreis per pascoli abbandonati dove la ricerca del sentiero dona emozioni d’altri tempi.

Dal bivacco Molassa si scende per il sentiero 974 verso Nord-Est in un bel bosco di faggi, si oltrepassa il torrente Molassa e si sale per qualche metro sulla sinistra idrografica della valle incontrando, proveniente da destra, il sentiero proveniente da Alcheda. Si prosegue risalendo la valle; il sentiero torna sul greto dove c’è uno sbarramento in cemento (località La Stua) e quindi prosegue, stretto ma evidente e ben tracciato, tenendosi sulla sinistra idrografica della lunga Val Molassa, in un ambiente orrido e severo.
Dopo una strettoia della valle, il sentiero oltrepassa il greto (qui quasi sempre asciutto) e sale ripido una costa boscosa.

A quota 1100 incontra da destra, il sentiero segnavia 976 che scende dalla Forcella dell’Asta; il sentiero prosegue quindi meno evidente (seguire il segnavia) fino a sparire del tutto fra le alte erbe del vecchio pascolo sotto la Forcella Giaveid.Si attraversa il prato verso sinistra (fare attenzione, specie in discesa, a non smarrire il segnavia) e si raggiunge la solitaria forcella; fin qui ore 3.15 – 3.30.


Si sale ora sopra la forcella e, per una breve cengetta esposta verso sinistra, si raggiunge il ripido pendio cespuglioso, rivolto a Nord-Ovest, che scende dalla cresta de Il Palon.

Per tracce di sentiero (seguire con attenzione il segnavia) si sale raggiungendo la cresta pochi metri a Nord del punto più alto; si scende ora, sempre per tracce di sentiero con il segnavia CAI 975, e, toccando la cresta fra Il Palon ed il Monte Corta, si aggira a lungo e a monte l’ampia conca al centro della quale sono visibili i ruderi di Casera Valinfier. Con una breve risalita si raggiunge la dorsale che divide la conca di Valinfier da quella di Navalesc; qui, a quota 1594, c’è un piccolo ricovero di cacciatori.

Per buon sentiero si scende ed in breve ci si trova, fuori dal bosco, sull’ampio prato di Navalesc,alla stessa altezza ma molto più a Nord della forcella. Si traversa a lungo sul prato (solo tracce) ed infine si raggiunge la forcella passando, poco prima, presso un serbatoio di cemento; fin qui ore 5.00.


Si scende ora per stretto ma evidente sentiero nel canalone che dalla forcella scende verso Sud; per ripidi verdi e ghiaie (nevaio ad inizio stagione) si scende finchè il sentiero piega a destra e, oltrepassata la costola che bipartisce la parte alta della sottostante valle, scende in fondo ad un vallone chiuso a monte da pareti invalicabili (in alto, a destra, sorgente dalla roccia).

Si scende per sentiero (sempre segnavia CAI 975) sul fondo o sulla destra del vallone; raggiunta una zona con grossi massi, il sentiero traversa a sinistra per poi scendere a tornanti in una zona franosa. Tenendosi sulla sinistra del Torrente Ledron (nella parte alta chiamato Rio de li Pales), si scende per sentiero sempre più evidente; si ritorna quindi sul Torrente Ledron che si attraversa più volte (guadi difficoltosi in caso di piena).

Dopo un lungo tratto pianeggiante, il sentiero incontra, sulla sinistra del torrente, il sentiero segnavia CAI 976 proveniente dalla Forcella d’Antracisa. Si va ora, in leggera salita, verso sinistra; oltrepassata una selletta con sacello, il sentiero scende per prati e boschetti finchè, oltrepassato un ruscello, raggiunge la strada che da Andreis va ad Alcheda, poco dopo le ultime case di Andreis e prima della discesa per raggiungere il ponte sul Torrente Ledron.
Ore 7-8; difficoltà EE

Via dei Cacciatori di Andreis

Da qualche giorno nel web impazza una nuova ferrata atletica tipo “Cassiopea”, “Senza Confini”, “Clap Varmost”, tracciata in una parete a picco su un cimitero (probabilmente per risparmiare nei trasporti), di quelle in cui la roccia si aggira sul quarto grado e gli adrenalinici fruitori raggiungono con cani e porci l’altopiano di Lauco a forza di bicipiti.

Siccome io di bicipiti non ne ho e sono poco ferrato, avendo piuttosto una testa fatta di mugo e ciuffi d’erba, propongo un’interessante alternativa per tutti quelli che la pensano come me, che si accontentano di fare semplice escursionismo e, se proprio devono tirarsi su di peso con qualcosa, preferiscono  roccia mughi ed erba: la Via dei Cacciatori di Andreis.

Per realizzare quindi l’alternativa alla “Farina del Diavolo”, devo assoldare una guida che ne sa una più del diavolo ovvero il Ciccio col Bastone, che questa volta si impegna e supera se stesso: si è perso solo una volta!

Lasciata l’auto in località Sott’Anzas ci si dirige verso l’acquedotto a reperire il sentiero Plangiaria-Albins. Una volta giunti sulla parte alta del sentiero, lo si abbandona per salire la conoide di Albins mantenendosi sul crinale che lo separa dal vecchio pascolo di Plangiaria.

Numerosi schianti in Albins che però riusciamo a superare pur non essendo guide AIGAE!

Quando il crinale si esaurisce sotto le pareti, le si aggira verso destra entrando in una pala prativa sotto ad una parete con un evidente tetto (il Portale). Portatisi sotto il Portale, si incontra un canalino che può essere risalito, oppure si può optare di proseguire per la traccia che continua nel bosco a risalire un ciuculetto quotato 1386.

In mezzo agli alberi il Portale; a destra il ciuculetto 1386 e alla sua sinistra il canalino.

Sotto il Portale.

Per una via o per l’altra, si giunge quindi alla base di un canalino erboso con una lingua detritica; da questo canalino si passa ad un altro adiacente il quale porta ad una selletta tra il ciucul quotato 1513 e il corpo principale del monte (attenzione alle zecche).

A questo punto si risale il costone tra ripidi prati e mughi amicali fino ad oltrepassare i 1700 di quota passando a destra di un soprastante avancorpo roccioso arrivando sotto alle pareti della cresta principale.

Seguendo gli sbiaditi bolli si procede alla base delle pareti verso Sud per un delicato traverso che aggira un costoncino oltre il quale appare a sinistra il canalino di uscita con la caratteristica fessura che ci ricorda il sesso femminile e che si fa desiderare in quanto il terreno si presenta ripido, con presenza di ghiaino e roccia bagnata.

Al grido di “per la Federazione questo ed altro” arriviamo in fessura e ci depositiamo sul sentiero CAI tramite il quale giungiamo in vetta al Raut disdegnando qualsiasi cavetto.

Ultimi passaggi verso la vetta del Raut. Solo per Escursionisti Esperti!

Dalla vetta mare di nubi. Svetta il Cimon del Cavallo e Monte Caulana.

Il Col Nudo e Teverone.

Ore 6.00, difficoltà RRR.

Grazie a Stefano e Alessandro che ci hanno salvato la vita dandoci un passaggio da Pala Barzana ad Andreis.

Monte Castello (1923 m)

Dalla Forcella Navalesc, raggiunta con il seguente itinerario, si seguono le tracce di sentiero di pascolo sul ripido prato Sud-Est; ci si tiene presso la cresta Nord-Ovest del monte e, passando per l’anticima (dove c’è il segnale trigonometrico, 1923 m), si raggiunge la panoramica vetta.

Dalla vetta del Monte Castello il Caregon e il Randelino.

Verso il Resettum, Cresta del Colon e Colciavath. sotto, il Moncorta.

Poichè la salita al Monte Castello viene effettuata più spesso con partenza da Andreis, anziché dal bivacco Molassa, si ritiene opportuno riportare qui di seguito l’itinerario di accesso da Andreis alla forcella Navalesc.

Dalle ultime case di Andreis sulla strada diretta ad Alcheda (tabella), si va a destra per buon sentiero che, oltrepassati alcuni ruscelli, per prati e boschetti raggiunge una selletta con sacello. Dopo una breve discesa, si raggiunge il greto del Torrente Ledron presso il bivio con il sentiero segnavia 976 che sale alla Forcella d’Antracisa; si presegue seguendo il segnavia 975 lungo il Torrente Ledron, lo si attraversa alcune volte (guadi difficoltosi in caso di piena) e quindi si sale più ripidamente sulla sinistra idrografica della valle.

Superata una zona franosa, il sentiero piega a sinistra e riattraversa il torrente (qui normalmente asciutto e con il nome di Rio de li Pales) in una zona caratterizzata da grossi massi. Il sentiero sale ora lungo il greto fino ad incontrare alte pareti che chiudono il vallone (sorgente in alto a sinistra); sempre per evidente sentiero si sale diagonalmente verso destra, si oltrepassa la costola che bipartisce la valle percorsa e quindi si prosegue nel severo canalone ghiaioso (nevaio ad inizio stagione) che ha inizio dalla Forcella Navalesc.

Gli ultimi 150 metri sono abbastanza ripidi; il sentiero li supera con stretti tornanti su terreno a tratti esposto che, specie in presenza di bagnato, richiede notevole attenzione; ore 3.30 da Andreis.

Casera del Monte Fara (954 m)

È situata al centro di un ampio prato inclinato sul versante Nord del Monte Fara, circa a metà fra la vetta del Monte Fara e la ridente frazione di Bosplans. Recentemente riattata e resa molto confortevole, è utilizzata per la monticazione estiva; negli altri mesi è chiusa (chiavi presso il Comune di Andreis). È accessibile dalla strada panoramica di Forcella di Pala Barzana per una strada asfaltata chiusa al traffico non autorizzato.

Panorama verso la Forcella di Pala Barzana.

Oggi la casera, raggiungibile anche in auto (tabella di divieto ancora esistente, ma se la sbarra è aperta si può accedere) è un ottimo ristoro gestito dai volontari del “Consorzio delle Valli e delle Dolomiti Friulane”, e vi si può fare un’ottima sosta pranzo/merenda per degustare vari prodotti provenienti dalle numerose attività silvopastorali associate al Consorzio.

Monte Raut. Si vede tutta la Via dei Cacciatori di Andreis. Sotto, Albins-Plangiaria, a fianco il Monte Castello, e in mezzo il Riut Susaibes.

Alla casera si può giungere per altri itinerari partendo da Maniago per la Forca de la Crous, oppure da Andreis o Bosplans per il vecchio sentiero. Oltre a questo, suggeriamo anche il sentiero CAI 996 che parte da Montereale e percorre la splendida Forra del Cellina.

L’andre del Fara.

Monte Raut (2025 m)

Raut

Interessante escursione panoramica sulla seconda vetta, per altezza, del Gruppo. Il superamento di un gradino di cresta (sottile cavo metallico) richiede qualche attenzione; difficoltà EE, ore 3.00.

Dalla Casera di Pala Barzana si segue il segnavia che sale a monte del boschetto di larici e, diagonalmente verso destra per tracce di pascolo, raggiunge il poco marcato canalone ghiaioso che scende lunghissimo dalla Forcella Capra segnando la direttrice della salita.

Raut

Raut

Raut

Raut

Si prosegue per tracce, ora a destra ed ora a sinistra del canalone, fino a raggiungere le rocce verticali (grande ladro; buon ricovero) a sinistra del canalone che qui inizia ad internarsi fra le pareti. Si sale sulla sinistra del canalone, si supera un facile salto roccioso levigato dalle valanghe e, piegando verso destra, si raggiunge una cresta secondaria dove si incontra il sentiero che sale da Pian delle Meríe per il vallone alla base del Paredách. Si prosegue per buon sentiero che, risalendo prima una dorsale e poi sulla destra di un breve canalone, raggiunge la Forcella Capra; fin qui ore 2.00.

Raut

Raut

Raut

Si segue ora la cresta altamente panoramica: a sinistra la Val Còlvera e la Val Alban, i monti Jouf e Fara e la pianura fino al Mare Adriatico; a destra la selvaggia Val Silisia oltre la quale si riconoscono le cime del Gruppo Caserine-Cornaget.
Un gradino della cresta si evita traversando a destra della cresta stessa e, oltrepassata una fascia di pini mughi, si raggiunge un breve ripido pendio roccioso che si supera sulla destra della cresta, facilitati da un cavo metallico. Una lunga diagonale ancora verso destra della cresta porta presso la grande croce sulla panoramicissima vetta.

Raut

In primo piano il Dosaip con l' evidente canalone in cui sale la Via da la Bisa. Alle spalle le Caserine.

In primo piano il Dosaip con l’ evidente canalone in cui sale la Via da la Bisa. Alle spalle le Caserine.

Raut

Pelmo e Duranno.

Pelmo e Duranno.

Raut

Oltre a questa via di salita menzioniamo anche la possibilità di giungere alla Forcella Capra dalla Val Silisia tramite il medesimo sentiero CAI 967 passando per Casera Basson in ore 3.30; altre vie di salita sono la Via dei Cacciatori di Andreis, e il leggendario Sentiero Zerbinatti.

Raut

Raut

Raut

Raut

Raut

Raut

 

 

 

Riut Susaibes

Il mio primo vero approccio con il Rio Susaibes fu per errore quando tentai l’ anello Plangiaria-Albins; non avendo visto l’ indicazione di tale sentiero, mi addentrai lungo il rio accedendo alla sua parte superiore selvaggia e sconosciuta. Resomi conto dell’ errore, vista l’ora ormai tarda per compiere l’anello preposto, tornai sui miei passi con la promessa di future esplorazioni.

Poco tempo dopo venni a scoprire che nella parte alta del ramo a Nord dello Zuccul de Zan Modest vi sono due massi con impresse impronte fossili di dinosauro; visto il mio dilettantistico interesse per la materia, ecco la scusa giusta per tornare prima o poi a dare un’ occhiata.

Risalendo da Sott’ Anzas il Rio Susaibes con il sentiero Naturalistico del Monte Ciavac, giunti all’ Aga del Muscle un cartello indica una traccia a destra per Plagiaria-Albins. Traversando quindi il rio si tralascia il sentiero che si inerpica per il roccioso versante Est di Plagiaria e si prosegue lungo il greto fino ad una prima stretta che si supera scavalcando a destra una selletta dalla quale si apre la vista sulla piana alluvionale alla base dei contrafforti meridionali del Monte Castello.

Rio Susaibes

Masso nei pressi del Sentiero Naturalistico Monte Ciavac

Masso nei pressi del Sentiero Naturalistico Monte Ciavac.

Rio Susaibes

Oltrepassato lo sbocco del Rio Plagiaria, la piana si stringe e ci si incanala tra alte pareti cercando i passaggi migliori tra i massi. Il rio piega quindi a destra rivelando finalmente il canale che dobbiamo risalire fino alla quota dove sono adagiati i massi oggetto della nostra ricerca.

Rio Susaibes

Rio Susaibes

Rio Susaibes

Devo ammettere che la prima volta che ho raggiunto il sito, sinceramente orme di dinosauro non ne ho viste, e per non sapere né leggere né scrivere, ho fotografato tutti i massi “papabili” nella speranza di un ritrovamento post-produzione. Giunto a casa, confrontando le foto con la pubblicazione “Relazione sullo studio preliminare delle impronte di dinosauro nel Parco delle Dolomiti Friulane” (F. M. Dalla Vecchia) ho concluso di aver fotografato il Masso A del Rio Susaibes sul quale purtroppo non si vede traccia dell’ impronta meglio conservata.

26 marzo 2017. Finalmente, dopo anni torno alla ricerca dell’ impronta che finalmente trovo e riesco a fotografare.

L’ impronta, si presenta tridattila delle dimensioni di 24×17 centimetri ed è la controimpronta, ovvero il riempimento, di un’ orma impressa da un dinosauro teropode 215 milioni di anni fa.

Rio Susaibes

Rio Susaibes

Rio Susaibes

Rio Susaibes

Rio Susaibes

Rio Susaibes

Rio Susaibes

 

Plangiaria – Albins

Realizzato dal Parco dolomiti Friulane, il sentiero naturalistico Plagiaria – Albins permette, anche con poche ore a disposizione, di immergersi in un ambiente con tutte le caratteristiche alpine a pochi passi dalla pianura, affacciandosi su quinte di monti prettamente selvaggi.

Al centro, i boschi in cui si snoda il sentiero naturalistico Plangiaria-Albins.

Al centro, i boschi in cui si snoda il sentiero naturalistico Plangiaria-Albins.

La quota relativamente bassa e la possibilità di mezza giornata libera mi ha portato in un primaverile pomeriggio di inizio febbraio a Sott’ Anzas presso Andreis per esplorare questo sentiero; purtroppo, la fretta o l’ estasi per l’ ambiente suggestivo ha fatto sí ch’ io non vedessi l’ attacco del sentiero proseguendo per il Rio Susaibes. Realizzato l’ errore e fattosi tardi, non mi restava che tornare a casa, con la promessa di riprovarci.

Plangiaria-Albins
E infatti mi sono ripresentato all’ attacco quattro giorni dopo non curante del fatto che alcune cose potevano essere cambiate…

Mercoledi.

Mercoledi…

...domenica.

…domenica.

Da sott’ Anzas si risale il Rio Susaibes fin poco prima la sorgente denominata Aga dal Muscle. Un sentiero con segnavia bianco rosso si inerpica sulla destra a risalire ripidamente prima dei risalti rocciosi, e poi una ripidissima pala che formano lo zoccolo occidentale del costone di Plangiaria.

Plangiaria-Albins

Plangiaria-Albins

Proseguendo a zig-zag la pendenza si fa via via piú tenue fino a raggiungere i vecchi pascoli ora ricoperti dal bosco di nocciolo dove il sentiero comincia a scendere lungo il costone di Albins fino a tornare sul Rio susaibes nei Pressi di Sott’ Anzas.

Plangiaria-Albins

Plangiaria-Albins

Plangiaria-Albins

Monte Castello

Difficoltá E; ore 3.00. Sconsigliato in caso di tormenta di neve.

Sott'Anzas

Antro del Monte Castello (1350 m)

Antro del Monte Castello

Il 26 [ottobre] salimmo di nuovo il Raut nella sua parte chiamata monte Castello, entrammo nel famoso antro dello stesso nome presso Navalesc. […] Si entra per un piccolo spazio erboso, che gira sopra un abisso ed una corta boscaglia, ergendosi [ergentesi] sulla sinistra di chi entra alto ben 50 metri, cosí che copre l’ antro calla parte d’ Andreis; a destra la fascia erbosa continua girando attorno ad un altipiano che conduce in un burrone roccioso senza uscita.

Cosí descrive Antonio Andreuzzi l’ antro del monte Castello in cui si rifugió con i suoi uomini ricercati dall’esercito austro-ungarico dal 27 ottobre al 6 novembre 1864, giorno in cui, scoperti dagli austriaci con cui ingaggiarono uno scontro a fuoco, furono costretti a fuggire lungo la cengia che porta oggi il nome di Cengia dei Garibaldini.

ll sentiero per giungervi parte da Andreis percorrendo le pendici del monte Ciavac nella zona detta le Salarie; giunti ad un trivio si prende il sentiero Zerbinatti che si abbandona poi per salire faticosamente il sentiero denominato “Spigal” (spigolo), un antico sentiero creato per raggiungere i prati alti dove praticare lo sfalcio.

Le Salarie.

Le Salarie.

Il sentiero Zerbinatti.

Il sentiero Zerbinatti.

P1100669

P1100670

Spigal

P1100673

Lo Spigal

Lo Spigal.

Sentiero Spigal

Sentiero Spigal

In alto vi è anche un piccolo riparo naturale chiamato Landre de Spigal utilizzato da cacciatori e un tempo dagli addetti allo sfalcio sorpresi dal maltempo. Dopo quest’ antro, lo Spigal sale ancora sempre piú esile ed esposto fino a confluire nella valletta dove vi fu lo scontro a fuoco.

L' antro de Spigal.

L’ antro de Spigal.

P1100689

La valletta dello scontro a fuoco.

La valletta dello scontro a fuoco.

I caratteristici torrioni che sovrastano la valletta.

I caratteristici torrioni che sovrastano la valletta.

I garibaldini, avvisati dell’ imminente arrivo dei soldati, sono costretti a lasciare il loro ricovero ben nascosto, ma senza via d’ uscita. L’unica via di fuga è una cengia conosciuta dai locali che porta alla forcella Navalesc, ma viene deciso comunque di affrontare il nemico anche in virtú della posizione vantaggiosa che permetteva agli uomini di Andreuzzi di attaccare dall’ alto.
Ed effettivamente lo scontro vide trionfare i garibaldini che pur in inferiorità numerica (12 contro 20) forti oltre che dalle scariche dei loro fucili avancarica, anche dei massi fatti rotolare sugli austriaci e soprattutto delle bombe all’Orsini, misero in rotta la guarnigione.

Panorama dalla selletta che porta alla cengia dei garibaldini.

Panorama dalla selletta che porta alla cengia dei garibaldini.

Per giungere all’antro dalla valletta si tira verso dx per un ripido ed esposto pendio erboso; I grado sull’erba. Aggirato un costoncino su cui sventola la bandiera italiana apposta da andreani o estimatori delle gesta dei garibaldini, si arriva in breve all’ Antro del Monte Castello.

P1100698

P1100699

P1100701

P1100702

Antro del Monte Castello

L’ antro permetteva di dormire a 12 uomini disposti su piú ripiani realizzati con il legname facilmente reperibile nei dintorni.

Antro del Monte Castello

Antro del Monte Castello

Da Andreis ore 3.30; difficoltá EE.

Sentiero Spigal

Il cane alpinista.

Il Cane alpinista.

 

 

Bivacco Molassa (700 m)

Bivacco Molassa

E’ una piccola costruzione in muratura, costruita ed utilizzata per scopi forestali, e trasformata in bivacco fisso dai giovani di Barcis. E’ dotata di sei posti letto e sorge su un costone boscoso ai piedi del ripidissimo versante meridionale del Monte Resettum.
Dalla frazione di Alcheda (strada asfaltata da Andreis o dalla frazione di Prapiero) si prende una carrareccia che si dirige verso Ovest; si piega quindi a destra e, oltrepassato il Rio Parnans, si sale per un sentiero forestale a tornanti l’ ampio pendio de la Crepuccia.
Giunti su una cresta erbosa (capitello), ci si inoltra, seguendo un minuscolo sentiero, nel tormentato versante occidentale del monte Taront.

P1130573

Il Rio Parnans

Il Rio Parnans.

P1130581

P1130584 Con un lungo percorso e numerosi saliscendi, il sentiero va ad incontrare il sentiero segnavia 974 poco a valle della località La Stua.

Bivacco Molassa

Bivacco Molassa

P1130601

P1130607

P1130610

P1130617

La Stua

La Stua.

Per questo sentiero si scende a sinistra, si oltrepassa il Torrente Molassa che si costeggia per un breve tratto sulla destra idrografica, e si sale in un bel bosco di faggi fino a raggiungere il bivacco dopo aver attraversato alcuni canaloni.

Torrente Molassa

Guado del Torrente Molassa.

Il sentiero CAI 974

Il sentiero CAI 974.

Bivacco Molassa

Bivacco Molassa

Dei sei posti letto a castello su tavolato, i tre inferiori sono stati colpiti da incendio; il bivacco, oggi su due piani, offre un caminetto e tavolo con panche. Il sentiero proposto presenta vistosi tagli di vegetazione fino al capitello. Dopo di esso si presenta esposto in diversi tratti e richiede passo sicuro; ore 3.30, difficoltà EE.
Dal bivacco si può raggiungere Anreis per l’itinerario che trovi descritto a QUESTO LINK, oppure si puó compiere un anello rientrando per l’ espostissimo sentiero CAI 974 a Roppe e poi ad Alcheda per vecchi sentieri passando per la localitá di Molassa; dal bivacco ore 2.15, difficoltà E.

Sentiero CAI 974

Sentiero CAI 974

Sentiero CAI 974

Sentiero CAI 974

Roppe

Antico forno nel borgo di Molassa.

Antico forno nel borgo di Molassa.

Causa guado impraticabile a Molassa abbiamo dovuto raggiungere la strada statale 251 e fare autostop: grazie a Franco di Claut!

Il Torrente Molassa.

Il Torrente Molassa.