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Al Lago di Val Galina

Dal Rifugio Casera Ditta si segue il sentiero CAI 905 per pochi minuti; giunti sul greto del Torrente Mezáz, lo si attraversa e si sale per sentiero in bosco sul versante sinistro idrografico della valle. Seguendo il segnavia 906, si sale fino ad incontrare il bel sentiero che, staccandosi dal sentiero di accesso al Rifugio “Casera Ditta”, risale diagonalmente tenendosi sempre sulla sinistra idrografica della valle. Si segue ora questo evidente sentiero verso sinistra fino a raggiungere la forcella dove si trova un misero ricovero; fin qui ore 1.15.

Attraversata l’erbosa insellatura, si scende verso destra (individuare il segnavia) e si raggiunge la radura del Col delle Sterpe 1260 m; ora il sentiero scende lungo la ripida costa che contiene, ad Est, la Val Calastra.

Giunti ad un bivio (tabella), si va a destra, si attraversa lo scosceso vallone della Val Calastra (passaggi esposti su cengette richiedono attenzione) e si prosegue a lungo, alti sulla sponda a Nord del lago.

Oltrepassato il prato con alcuni ruderi e la Casera Pale de Stáol (chiusa,recentemente restaurata), si attraversa il vallone che scende dalla Forcella Agre e quindi si scende fino a raggiungere i ruderi della Casera Verdás; ancora un breve tratto per una bella mulattiera in quota poco sopra il lago e si attraversa la diga raggiungendo, sulla sinistra idrografica della valle, la strada carrozzabile che sale da Sovèrzene.

Difficoltà EE; ore 3.00.

N.B: dal bivio con tabella a monte dell’attraversamento con la Val Calastra, si può anche prendere a sinistra il sentiero con segnavia 967 che, dopo essere sceso per circa 150 metri fino a quota 800 in fondo alla Val de Sopa, risale ripidamente per circa 200 metri e, con un lungo traverso in quota a Sud del lago, raggiunge il Ricovero “Casera del Pian” 1010 metri; ore 2.30 dalla Forca Bassa.

Il ricovero “Casera del Pian” può offrire un confortevole punto d’appoggio grazie alla recente ristrutturazione. Un buon sentiero (segnavia 967) scende dal ricovero ad incontrare una rotabile a quota 850 sulla Costa de Avedin (ore 0.30); per la rotabile si scende ad incontrare la strada della Val Galina circa 1,5 Km a valle della diga.

Difficoltà EE; ore 4.50.

Forcella Candúabo (1608 m)

Dal Rifugio Casera Ditta si segue il sentiero CAI 905 per pochi minuti; giunti sul greto del Torrente Mezáz, lo si attraversa e si sale per sentiero in bosco sul versante sinistro idrografico della valle. Seguendo il segnavia 906, si sale fino ad incontrare il bel sentiero che, staccandosi dal sentiero di accesso al Rifugio “Casera Ditta”, risale diagonalmente tenendosi sempre sulla sinistra idrografica della valle. Si segue ora questo evidente sentiero verso sinistra fino a raggiungere la forcella dove si trova un misero ricovero; fin qui ore 1.15.

Si prosegue praticamente in quota sul versante della Val Galina, si attraversa una zona molto scoscesa e per una valletta boscosa si sale in Forcella Malbárc; fin qui ore 2.00.

Si prosegue ora sul versante della Val Mezáz salendo alla base di landri per un sentiero aperto nel bosco di faggi e di mughi; oltrepassata una dorsale secondaria, si sale fino a raggiungere la stretta Forcella Agre; ore 2.45. Dalla forcella è possibile scendere direttamente nella Val Mezáz per un ripido sentierino che segue un poco pronunciato vallone.

Si segue ora un sentiero che aggira su delle cenge la rocciosa Croda Bianca tenendosi di nuovo sul versante della Val Galina fino a raggiungere l’intaglio della Forcella Candúabo, alla base della Cima Mòra in un ambiente molto selvaggio.

Dalla forcella il sentiero con segnavia 906 prosegue in ripida discesa verso Nord-Est nel vallone del “Gè di Lavéi”; a quota circa 1050 si incontra il sentiero (segnavia 958) che percorre la sinistra orografica della Val Mezáz. Seguendo questo sentiero in discesa verso sinistra, in breve si va ad incontrare il sentiero d’accesso al Rifugio “Casera Ditta” circa 30 minuti a valle del rifugio (ore 1.30 dalla Forcella Candúabo.

Difficoltà EE, ore 3.45.

 

Rifugio Casera Ditta (956 m) in Val di Mezaz

La vecchia casera è stata (recentemente) restaurata e trasformata in accogliente rifugio dal suo proprietario. Quasi sempre aperto con servizio d’alberghetto, il rifugio è dotato di 25 posti letto; telefono 0427 – 87035. Sorge in una radura sulla destra idrografica della selvaggia Val Mezáz, dominata dalle Cime di Pino e dal bastione roccioso del Col Nudo.

Dalla S.S. e il bivio per Casso e la diga, si sale a sinistra per carrozzabile, si oltrepassa la spaventosa frana del Monte Tóc e si risale la valle sulla sinistra idrografica. Presso le prime case di La Pinéda, quasi di fronte ad Erto, si stacca una mulattiera che prende quota ripidamente sulla sinistra idrografica della Val Mezáz.

Quindi la mulattiera si interna nella valle praticamente in quota, attraversa alcune zone franose e raggiunge il fondo valle presso un’ampia spianata ghiaiosa. Attraversatala,  il sentiero sale su prato ed in breve raggiunge il rifugio.

Ore 1.15 da La Pinéda, difficoltà Turistica.

Dal rifugio varie sono le escursioni che si possono fare come ad esempio l’anello per la Forcella Canduabo.