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Casera Frugna (1538 m)

Dalla casera Gravuzza parte il sentiero CAI 902 che ripidamente e con strette svolte nel bosco di faggio, ci fa guadagnare quota portandoci alti sulla Val Chialedina.

Le Rocce Bianche

Le Rocce Bianche.

Intersecando una serie di impluvi si continua a salire tra faggi e mughi fino alla Forcella Frugna. Valicata la forcella, si continua nel bosco fino al ripiano della casera.

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Il ripiano con casera Frugna. Nello sfondo il monte Cornetto.

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La casera in realtá non é l’ edificio esistente un tempo per la monticazione, bensí un nuovissimo bivacco fisso in legno di propietá della sezione del CAI di Claut che probabilmente ne ha ereditato il nome. E’ dotata di una stufa, tavolo e sei posti letto.

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Dalla casera si puó continuare il sentiero CAI 902 e divallare raggiungendo la vicina casera Feron, oppure proseguire con il sentiero CAI 901 lungo la val Vajont fino alla localitá San Martino di Erto. Altro itinerario interessante puó essere quello che porta alla Casera Ditta in val Mesath per il CAI 904.

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La val Vajont solcata dall’ omonimo torrente. Al centro della foto il monte Cornetto e a destra di esso il Gjalinut. Alla base di quest’ ultimo si intravede appena un lembo dei prati di casera Feron.

Decidiamo di salire nel catino ghiaioso alla base delle pareti Nord Est del Col Nudo dove un tempo sorgeva il bivacco Erasmo Frisacco distrutto da anni dalle valanghe.

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Il sentiero, dismesso da anni, nei primi metri é fortemente invaso dalla vegetazione. Successivamente ci si trova su terreno aperto, dove qualche bollo e dei paletti abbattuti dalle valanghe ci aiutano a trovare il vecchio tracciato. Tuttavia, questi non bastano ad impedirci di perdere la traccia giusta, ed arrivare ad un panoramico cimotto non nominato che battezzeremo Cima Borsoi.

Da Cima Borsoi le Rocce Bianche

Dalla Cima Borsoi il Crep Nudo e le Rocce Bianche.

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Dalla Cima Borsoi il monte Provagna, Castel de Barcis, e Castel in Val Chialedina

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Casera Gravuzza (984 m)

E’ una minuscola costruzione pastorale addossata al pendio boscoso alla confluenza del Rio della Frugna nella Val Chialedina. Puó offrire riparo ad un numero esiguo di persone.

Casera Gravuzza

Vi si accede da Cellino di Sopra dove  ha inizio la carrareccia aperta al traffico che risale tutta la valle. Da questa casera si puó salire al Col Nudo per il Passo Valbona, oppure alla Casera Frugna.

Thengia dal muss

Studiando la carta topografica, l’amico Gongo si imbatte nei pressi del monte Provagna in Valcellina, in un toponimo curioso: Cengla da la Mussa. Subito scatta la curiosità di scoprire in loco la veridicità e la possibile percorribilità di tale cengia. Come resistere al suo invito ad accompagnarlo?

 

Partiamo baldanzosi dalla borgata di Cellino di Sotto, dove un antico sentiero parte dalla fine della strada alla base del Col Martin dirigendosi verso Ovest o poi Nord montando su un costone con comoda traccia. Siccome dei furbastri hanno parcheggiato la macchina sul sentiero, canniamo in pieno e tiriamo su dritti dalla base della lingua per bosco fitto. Intercettiamo il sentiero 100 metri più a monte, che le nostre lingue arrivano fino alla lingua giú.

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Arrivati alla selletta tra il Col Martin e il Provagna, si apre la visuale su quello che ci aspetta.

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Ma chi me lo fa fare di seguire questi due?

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Iniziamo ad assaporare l’ambiente tipico di queste valli.

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Accese discussioni su come procedere

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Ma si, dai… Si passa di lì… O là…

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Rari tagli di vegetazione applicati secondo nostra stima tra i 20 e i 50 anni fa, ci indicano che stiamo ripercorrendo la strada giusta. Facciamo anche noi qualche taglio per facilitarci una possibile ritirata.

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Girato un costone, eccola: la Thengia del Muss

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L’attacco della Cengia

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Ecco la Cengia

Cengia del Muss

La Thengia dal Muss

Sulla Cengia incontriamo un lillipuziano

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Sulla Cengia

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La Cengia vista da sopra

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Giunti all’ultimo costone siamo alla fine delle avversità. dall’ altra parte il Bivacco Val Provagna e un sentiero CAI ci garantiscono un rientro in piena sicurezza.

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E invece no. I piani del capo spedizione sono ben altri. L’idea è di risalire tutta la cresta Sud del monte Castel di Barcis. Carramba che sorpresa. Ecco la cresta

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La cresta si presenta abbastanza comoda, con diversi cimotti da oltrepassare tra facili passaggi su roccia

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Giunti all’ultimo cimotto l’amara sorpresa: la cresta si interrompe di fronte ad una difficile parete. Si torna indietro?

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No, grazie all’esperienza Gongo e Stief intercettano una cengia utilizzata dagli animali e si passa lungo la parete Est

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La cengia, che mi viene dedicata dagli scopritori, si chiama Cengia di Michele. Per gli amici Cengia del Mitch, anche in virtù del fatto che presenta un passaggio del gatto su cui io, preso da un attacco di panico, inizio a miagolare.

 

La Thengia dal Mitch

La Thengia dal Mitch

Girati l’ultimo costone, si apre la vista sul Crep Nudo

 

Il Crep Nudo dal Monte Castel di Barcis

Il Crep Nudo dal Monte Castel di Barcis

Ultimi mughi

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In vetta al Castel di Barcis

Castel di Barcis

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Grazie a Gongo e a Stief che mi hanno reso partecipe di questa prima ascensione