Landri dal Cerâr (781 m)

Antro del Cerar

Situato nel cuore del Canal Piccolo di Meduna al di fuori dei sentieri battuti, Landri dal Cerâr è un luogo di grande fascino naturalistico con anche una piccola nota storica che lo riguarda. Ma andiamo con ordine: durante il terzo giorno in cui la Banda di Navarons fu inseguita delle guarnigioni austriache, i garibaldini partono prima dell’ alba da Sélis per addentrarsi nel Canal Piccolo di Meduna con lo scopo di valicare la forca del Poul e poi scendere alle case di Pecolat. Disturbati dunque dalla notizia dell’ arrivo imminente degli imperiali, partirono con paiolo e un buon quantitativo di farina che utilizzeranno una volta giunti all’ antro per cucinare la polenta. La leggenda vuole inoltre che il paiolo venga portato appresso dagli insorti e utilizzato nella battaglia del Monte Castello; durante lo scontro venne riempita di paglia, incendiata, e fatta rotolare verso gli autriaci per simulare una bomba e gettare nel panico le fila del nemico.

Dalla diga del Ciul il comodo sentiero CAI 398 porta in circa un’ ora ai ruderi di Sélis.

Selis

Selis

Il versante Est del Dosaip alla cui base si snoda la Cengla dal Giracul.

Il versante Est del Dosaip alla cui base si snoda la Cengla dal Giracul.

Dai ruderi si continua per il sentiero a valicare una selletta su un costone, e poi si scende fino a giungere alla piana dove si incontrano Canal Piccolo e Canal dal Vuar, denominata Pineit.

Antro del Cerar

Antro del Cerar

Antro del Cerar

Uno sguardo verso il Canal dal Vuar. A destra le balze rocciose delle Cualine con la Cengla da Lis Fontanis.

Uno sguardo verso il Canal dal Vuar. A destra le balze rocciose delle Cualine con la Cengla da Lis Fontanis.

Le placide acque del Meduna presso Pineit.

Le placide acque del Meduna presso Pineit.

Proseguendo sempre con il sentiero, si oltrepassa un circo franoso oltre il quale il sentiero si inerpica sulla costa Pluma; nel punto in cui inizia la salita si abbandona il sentiero CAI per reperire un’ evidente traccia sbarrata dalla vegetazione tagliata di proposito per non indurre in errore chi è diretto alla Casera Caserata. La traccia inizialmente non si mantiene molto evidente, ma facendo attenzione alla presenza di rari ometti e qualche fettuccia ci si porta su una traccia che si mantiene alta sulla sottostante forra (qualche tratto esposto, fare attenzione). In breve si giunge sul greto del Meduna dove si apre davanti a noi l’ enorme cavità dell’ Antro del Cerâr.

Antro del Cerar

Antro del Cerar

Antro del Cerar

L’ antro si presenta come una volta aperta ed ospitale, per nulla angusta e dalla forma di una enorme conchiglia.

Antro del Cerar

Antro del Cerar

Antro del Cerar

La sua forma è stata scavata dalle acque del Meduna che hanno creato un’ ansa erodendo la roccia; ancor oggi il fiume vi scorre all’ interno creando un suggestivo scenario ipogeo.

Dalla diga del Ciul ore 3.00; difficoltà E/R

Antro del Cerar

Antro del Cerar

Antro del Cerar

Dal Belvedere panorama sul Canale del Meduna; in ombra Selis.

Dal Belvedere panorama sul Canale del Meduna; in ombra Sélis.

Antro del Cerar

2 pensieri su “Landri dal Cerâr (781 m)

  1. pinco

    Per completare il post riporto le dichiarazioni fatte sotto interrogatorio da Giovanbattista Del Zotto catturato in Navalesc dopo lo scontro a fuoco sul M. Castello. I giorni citati si riferiscono ad Ottobre 1864. Interessante è il riferimento ai tempi di marcia tra Selis e l’Antro e l’arrivo a Pecolat da cui si può desumere il tempo necessario per compiere la traversata.
    (…) partendo all’alba del martedì 18 per Selis ove giunsimo sulla sera senza incidenti nel viaggio che meritino di essere riferiti e soltanto che la banda si assottigliasse per diserzioni. A Selis abbiamo preso alloggio presso una vedova affittuale del signor Domenico Zatti di Tramonti della quale ignoro nome e cognome.
    Quel paese è composto di soli casali e tanto la detta vedova come gli altri abitanti non facevano che piangere nel vederci avendo paura di noi, ad onta che il Tolazzi li rassicurasse che non avrebbero ricevuto nessuna offesa.
    Là restammo fino alla mezzanotte del giorno 20 in cui si sentì chiamare a raccolta ed obbedendo agli ordini del Tolazzi dovemmo progredire sotto la guida di Sante Cirel e di un suo compagno ambedue di quei luoghi i quali vennero requisiti dal Tolazzi, trovandosi là per andare a lavorare nel bosco del signor Zatti. Prima di marciare fu requisita dietro pagamento la farina che trovavasi in Selis e la vedova prestò una caldaja di cui si promise la restituzione.
    Da Selis prendemmo la strada di Claut e dopo due ore di cammino piegammo a sinistra fermandosi alla mattina al piè del monte così detto Forca del Poiul, ove sotto di un masso immenso che forma una grotta detta Andron ci riparammo dalla pioggia ed allestimmo la polenta consumata la quale il Tolazzi ingiunse alle guide di portarsi sulla Forca del Poiul ed arrivati sulla sommità della stessa furono costretti di condurci fino alle cascine sottostanti dette Pecolat dove giungemmo alle 3 pomeridiane.

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