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Stalle Cuel da la Luna

La Val Tramontina esiste da millenni, è popolata dall’uomo da secoli, ha avuto valligiani che si sono affermati in tutta Europa con le proprie attività commerciali gestite dentro la valle, ma anche migranti che hanno guadagnato il rispetto dei popoli delle nazioni di tutti i continenti; chi è rimasto in valle ha visto passare guerre, fatti storici, lotte partigiane, insurrezioni garibaldine, crolli di ponti. Eppure, i corregionali friulani, della Val Tramontina conoscono solo due cose: zecche e Pozze Smeraldine (in ordine di notorietà).

Pertanto, in questo articolo vi saranno immagini delle pozze e vi avverto subito che ho anche preso una zecca, così so che ci saranno discussioni in merito e like in abbondanza che ne faranno aumentare la notorietà nei social.

Da Tramonti di Sopra, località Pradiel (accesso consentito solo agli autorizzati e residenti) ci si incammina lungo la strada accompagnati dal segnavia CAI 386. La strada in breve si incunea dentro l’incassato Canal di Meduna dapprima alta sull’alveo e poi, dopo un salto, si avvicina al fiume ed ha termine con una piccola piazzola dove iniziano le famose, celebri, rinomate, pluridecorate Pozze Smeraldine (libro per le firme, serie interminabile di divieti). Qui la strada si immette direttamente dentro le pozze, ma noi invece proseguiamo a destra fedeli al nostro segnavia CAI 386 lungo una mulattiera che presto verrà rinominata “Dolomites Unesco Heritage Panoramic Emerald Pool Trail Road Park”.

La mulattiera oltrepassa il ponte Rusubet e inizia a salire fino ad arrivare ad un centinaio di metri sopra l’alveo del Meduna per poi scendere arrivando ai primi ruderi delle case di Facchinuc e poi al borgo abbandonato di Frasseneit dove si incontra il Bivacco posto nella Vecchia Scuola.

Qui si abbandona il sentiero per scendere al Meduna ed attraversare il fiume con un guado che porta ad un piccolo ripiano con spiaggetta posta sull’altra sponda. Cercando sulle rive si trovano numerose tracce di passaggio che risalgono una pala erbosa colonizzata da radi alberi a cui fa capo una selletta con i resti di una teleferica (cavo e mucchio di sassi).

L’Aquila di Tramonti, vero simbolo della valle.

Dalla sella un sentiero abbastanza marcato prosegue in quota seguendo i corrugamenti della montagna andando ad incanalarsi in una valletta in cui le antiche praterie cedono il passo alla faggeta. In prossimità di un’evidente piazzola di origine antropica il terreno circostante diventa meno ripido ed  in breve entriamo in una pecceta alla fine della quale troviamo i ruderi degli edifici delle Stalle Cuel da la Luna. (ore 2.30 da Pradiel).

Volendo completare l’anello, dalle stalle si può raggiungere la Forca de Pria cercando un vecchio sentiero abbandonato reperibile poco a monte dei ruderi dai quali è necessario oltrepassare un franamento passandolo più in alto. Oltre il franamento il sentiero diventa più una traccia e si mantiene piuttosto labile e incerto ma bolli sbiaditi e qualche ometto ci indicano che siamo sulla strada giusta.

Giunti alla selletta quotata 926 il sentiero si abbassa a toccare il fondo del canale oltre il quale la traccia continua in quota aggirando il costone; dopo un tratto assicurato con cavo la traccia diventa sempre più evidente e marcata fino a giungere alla Forca de Pria.

Da qui, per il rientro si sfrutterà la strada o, per chi conosce, i sentieri tra i boschi sottostanti fino a giungere alla bella località di Pradis; scesi al ponte sul Meduna e ritornati sulla sponda sinistra in prossimità dell’area griglie, poco più avanti si trova il cancello di accesso all’Agriturismo Borgo Titol (attenzione, cane grosso libero e abbaiante) dove ci si immette nel Troi da lis Fornas (CAI 394, da non confondere con il Sentiero Fradeloni) che in breve riporta alla località di Pradiel.

Ore 3.30 dalle Stalle Cuel da la Luna, 6.00 ore totali per tutto l’anello; difficoltà Escursionisti Esperti nel tratto dalle Stalle Cuel da la Luna alla Forca de Pria, Turistico-Escursionistico per il resto del percorso.

Nel caso si volesse dare all’escursione un tono più greppistico, dalla Forca di Pria è possibile salire al Cuel da la Luna lungo uno dei percorsi raccontati a questo link.

Sentiero Antonio Andreuzzi

Dopo lo scioglimento della Banda di Navarons, Antonio Andreuzzi passò 19 giorni nella Claupa in attesa del momento per poter fuggire e rifugiarsi in Italia. Valutato quindi il momento opportuno, partì il 26 novembre per intraprendere una rocambolesca fuga che lo portò ad oltrepassare il confine ed oltrepassare il confine del Po travestito da prete.

Il Buttignan emerge dalle nebbie.

Non ci sono notizie precise del tracciato che seguì l’Andreuzzi per scendere dalle Rupi di Dodismala ed è probabile che, viste le condizioni di neve presenti all’epoca, abbia cercato di scendere a valle il prima possibile, tuttavia vogliamo intitolare la traversata ad un percorso che si mantiene sulla cresta spartiacque tra Canal di Meduna e Val Inglagna, ideale da percorrere nel periodo invernale, di eccezionale bellezza per i panorami che offre.

Al centro parte della cresta che viene percorsa dall’itinerario. A destra il Pizzo Lòvet, massima elevazione che da esso viene raggiunta.

Il percorso filologico parte dalla Claupa di Andreuzzi e verso Est oltrepassa la selletta e si abbassa per un canalino boscato nel Rug da la Fusita traversando in quota per una traccia con segnavia CAI che porta alla Forcella Dodismala; volendo fare un’escursione in giornata si può partire invece da Inglagna risalendo il sentiero CAI 393a a raggiungere la forcella in ore 2.00.

Dalla Forcella Dodismala panorama verso il Canal di Meduna.

Dalla forcella si va verso Est lungo la cresta che sale sulla sommità del Monte Mosean; si scende lungo la continuazione della cresta (passaggio “scabroso” su erba) fino a raggiungere la depressione di forcella Cervelleces ed innestandosi lungo la via normale al Pizzo Lòvet.

Giunti sulla sommità, anche qui si continua lungo la comoda cresta abbassandosi ad una successiva depressione tra il Pizzo Lòvet e Cuel da la Luna (salibile da qui lungo lo spigolo Ovest).

Panorama dal Pizzo Lòvet verso il Col di Luna

…e verso le Caserine e Cima Leadicia.

Dalla depressione ci si abbassa qualche metro a cercare l’antico sentiero che passando sotto le pareti del Cuel da la Luna porta alle case superiori di Coleiba (tagli e specchiature).

Giunti a Coleiba, si scende a Posplata mediante il sentiero CAI 396 e poi per strada rientro a Inglagna.

Ore 6.45, difficoltà ER