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Da Cadola al Dolada

L’alta via numero 7 dolomiti delle prealpi bellunesi e dell’Alpago (altresì detta “sulle orme del Patéra”) è probabilmente la più sconosciuta e snobbata tra le alte vie delle Dolomiti. Probabilmente per vari motivi, in primis il fatto che non si svolga sulle vere e proprie Dolomiti, bensì nel gruppo calcareo del ColNudo-Cavallo, oppure perché tra tutte le alte vie è quella che di più si svolge in ambiente selvaggio su esposte ed affilate creste. Non da ultimo, in tutto il percorso che richiede almeno 4 pernottamenti, ci sono solo 2 rifugi gestiti e 1 bivacco!

L’alta via parte da Cadola, frazione di Ponte nelle Alpi e arriva a Tambre con un percorso che si mantiene tra i 1900 e 2400 metri di quota ed affrontando creste a volte affilate e passaggi alpinistici impegnativi per l’escursionista.

Dalla frazione di Soccher ai piedi dell’Alpago si prende la strada per il Sentiero dei Fortini incontrando poco dopo le indicazioni “Alta Via 7 – Bivacco Scalon”. Seguendo le indicazioni si svolta su un sentiero che risale il bosco dapprima con pendenza piacevole e costante per poi divenire più ripido e su terreno un po’ malagevole.

Più in alto si risalgono a zig zag dei ghiaioni con fondo sconnesso, dove gli sconvolgimenti dati dai violenti fenomeni meteorologici degli ultimi anni appaiono evidenti. Faticosamente si rientra nel bosco sotto delle paretine nei pressi del bivio con il sentiero che giunge dal Rifugio Carota e si prosegue in salita pervenendo subito dopo ad una breve cengia attrezzata con la quale si aggira il costone incontrando dall’altra parte il Bivacco Scalon (fin qui ore 2.00).

Il Bivacco si presenta spartano ed essenziale (una branda) ma comunque utile in caso di necessità o si voglia programmare qui una prima tappa.

Si prosegue con l’Alta Via prendendo il sentiero subito sopra il bivacco che si innalza tra erbe alte a risalire il vallone alla base della cresta di Soccher, sempre ripido ma di suggestiva bellezza. Accompagnati dalle pareti alla nostra destra via via sempre più imponenti, si giunge nei pressi della dorsale che sale dalla Val del Piave, ma prima di arrivarvi incontriamo un interessante antro denominato “Buson” anch’esso suggestivo e dall’interno del quale osserviamo un particolare scorcio della Valbelluna. Anche qui scorgiamo resti di bivacco e presenza di frequentazione umana in tempi recenti.

Guadagnata la cresta si prosegue per la stessa su verdi praterie con caotici accumuli di massi e alcuni tratti di roccia madre affiorante. Continuando a guadagnare quota, si passa una forcelletta esposta andando a guadagnare il corpo principale del monte e per facile pendio erboso si giunge in vetta al Monte Dolada (ore 4 dalla partenza).

Il panorama spazia a 360 gradi dal mare alle Dolomiti e su tutto il percorso dell’Alta Via in cresta al Col Nudo-Cavallo.

Dalla vetta si prosegue per cresta larga ed agevole ma esposta sulla Val Galina con un baratro di 1000 metri sul fondo del quale ammiriamo la lucentezza dell’omonimo lago.

Oltrepassato un ripetitore il sentiero si abbassa in versante Alpago e guadagna una forcellina dalla quale ci si affaccia sulla conca del Rifugio Dolada. Il sentiero prosegue abbassandosi lungo un costone prativo che si immerge nel bosco. Giunti in quota del rifugio si traversa ed in breve si giunge allo spiazzo di lancio dei parapendii in prossimità del rifugio Dolomieu al Dolada (1 ora dalla vetta del Dolada).

 

 

Monte Páster (2067 m)

Il Monte Páster è una delle tante cime appartenenti all’ acrocoro della catena Col Nudo Cavallo, attraversate dall’ Alta via Numero 7.

Monte Paster

Il settore centrale del Col Nudo-Cavallo visto dal Monte Fara. Da destra, in evidenza il Crep Nudo, Venal, Antander, Mèsser, Brut Pass e Monte Paster.

Dalla cima del Monte Mèsser, il Monte Paster è quello al centro della foto.

Dalla cima del Monte Mèsser, il Monte Paster è quello al centro della foto.

Tale cima, essendo una modesta elevazione posta nelle vicinanze del ben più pronunciato Monte Mèsser, quasi non si nota percorrendo l’ Alta Via. Ben altra sensazione invece produce l’ ascensione ad essa partendo da fondovalle nella scorbutica Val Prescudin, dopo lungo avvicinamento al Bivacco Groppa Pastour nell’ isolato e suggestivo Gravon dai Salz.

Salendo il Gravon dai Salz.

Salendo il Gravon dai Salz.

Dal bivacco si sale verso sinistra fino a raggiungere un canalone d’ origine del Gravon dai Salz; per il canalone, superando a destra una paretina e poi piegando per il ramo di destra ad una biforcazione, seguendo il segnavia a bolli rossi, si raggiunge la cresta spartiacque e, poco sopra, la panoramica vetta.

Monte Paster

Il canale da risalire si intuisce tutto a sinistra.

Il canale da risalire si intuisce tutto a sinistra.

Monte Paster

Monte Paster

Monte Paster

Ore 1.15 dal bivacco Groppa Pastour, difficoltà Alpinistica.

Monte Paster

Monte Paster

Monte Antánder o Cima Piái (2184 m)

Monte Antander

Dal Bivacco Toffolon si scende sulla destra della Val Antánder, tenendosi alla base del monte, per il primo tratto quasi pianeggiante.

Monte Antander

Monte Antander

Si segue quindi il segnavia dell’ Alta Via numero 7 che si porta sulla cresta Sud del Monte; tenendosi presso la cresta si sale in vetta aggirando a sinistra un salto di roccia.

Monte Antander

Monte Antander

Monte Antander

Ore 1.00, difficoltà EE.

Il Crep Nudo e Monte Venal.

Il Crep Nudo e Monte Venal.

Monte Mèsser e alle spalle il massiccio del Cavallo.

Monte Messer e alle spalle il massiccio del Cavallo.

L' Alpago e il Lago di Santa Croce.

L’ Alpago e il Lago di Santa Croce.

La selvaggia Val Prescudin.

La selvaggia Val Prescudin.

Le Malerope.

Le Malerope.

Monte Antander

Abbiniamo a questa vetta la discesa in Alpago presso la Casera di Pian Formosa tramite un percorso non segnalato nella mappa.

Ritornati sul sentiero Alta Via numero 7 si prosegue verso la Forcella Federole, ed aggirato il costone Ovest del Monte Antánder ci si trova nella valle cui fa capo la forcella; guardando in basso, si scorgerà un altro sentiero con segnavia CAI che dal fondovalle sale alla forcella.

Alta Via numero 7.

Alta Via numero 7.

Forcella Federole.

Forcella Federole.

Raggiunto quindi tale sentiero, lo si segue in discesa fino a quando svolta bruscamente a destra (freccia bianco rossa su un albero); a questo punto si abbandona il sentiero proseguendo dritti per una traccia che si perde dopo pochi metri in un prato.

Monte Antander

Monte Antander

Dal prato si deve prestare attenzione a reperire a sinistra un bollo sbiadito su un albero dal quale parte un marcato sentiero che attraversando una zona di schianti porta ad un breve passaggio in cengia. Dopo la cengia, la traccia prosegue marcata su terreno erboso molto inclinato traversando una zona di paretine con landri dalla quale si esce sui macereti della Val Antánder andando a reperire il sentiero CAI 979 che ci porterà alla Casera di Pian Formosa.

Monte Antander

Ore 2.00 dalla vetta del monte Antánder, difficoltà EE.

Monte Antander

Monte Mèsser (2230 m)

Dalla vetta del monte Messerpanorama verso la Val Prescudin e il Monte Resettum.

Dalla vetta del monte Messer panorama verso la Val Prescudin e il Monte Resettum.

Dal Bivacco Toffolon presso la Forcella Antánder si sale per il ripido pendio erboso lungo la cresta; seguendo il segnavia dell’ “Alta Via” lungo la cresta Nord oppure scendendo a sinistra per pochi metri nella caratteristica conca ghiaiosa, ben visibile da Barcis, e quindi raggiungendo la facile ma esposta cresta Est, si perviene sulla panoramica vetta.

Monte Messer

Monte Messer

Salendo lungo la cresta Nord. Da destra in primo piano il Crep Nudo, Venal e Antander.

Monte Messer

Panorama verso Barcis e il suo lago; sopra di essi il monte Raut.

Panorama verso Barcis e il suo lago; sopra di essi il monte Raut.

Monte Messer

Panorama verso l' Alpago.

Panorama verso l’ Alpago.

Ore 1.00, difficoltà EE.

Monte Messer

Monte Messer

Monte Messer

Bivacco Fisso Alessio Toffolon (1993 m)

Bivacco Toffolon

La Forcella Antánder è formata da due insellature separate da uno sperone roccioso; il bivacco si trova su un ripiano ad Ovest della sella alla base del pendio che sale verso il Monte Mèsser, poco più basso della sella stessa. Di proprietà della Sezione CAI di Vittorio Veneto, ha nove posti letto ed è sempre aperto.

Forcella Antánder. Sopra il dosso al centro, non visibile da questa prospettiva, vi è il bivacco.

Forcella Antánder. Sopra il dosso al centro, non visibile da questa prospettiva, vi è il bivacco.

Dal Rifugio Alpago (proprietà privata, sempre aperto), raggiunto per rotabile da Chiès d’ Alpago, si prosegue per un breve tratto per la rotabile e quindi si sale per una strada che raggiunge una cava e prosegue (asfaltata) fino al pascolo della Casera Pian Formosa; fin qui ore 0.40.

Bivacco Toffolon

Il pascolo di Pian Formosa in veste autunnale.

Si prosegue per mulattiera alla base della soglia franosa della Val Antánder, la si rimonta o la si aggira e quindi si risale la valle, aperta fra il Monte Antánder a sinistra ed il Monte Mèsser a destra, fino a pervenire al bivacco.

Salendo la soglia franosa della Val Antánder.

Salendo la soglia franosa della Val Antánder.

Bivacco Toffolon

Il bivacco Toffolon alla Forcella Antánder verso il Monte Antánder.

Ore 3.00, difficoltà Escursionistica.

Affacciandosi alla Forcella Antánder. Spicca la mole rocciosa del Crep Nudo.

Affacciandosi alla Forcella Antánder. Spicca la mole rocciosa del Crep Nudo.

La Val Prescudin e le Dolomiti Destra Tagliamento.

La Val Prescudin e le Dolomiti Destra Tagliamento.

Dal bivacco si possono raggiungere le remunerative vette dei monti Mèsser e Antánder entrambe raggiungibili in un’ ora di tempo.

Cornòr (2170 m), Castelát (2208 m) e Guslón (2195 m)

Da Col Indes (rotabile da Tambre per S. Anna) si sale per la strada delle malghe (chiusa al traffico) fino alla curva prima della Casera Pian delle Lastre. Per sentiero si sale a destra, si passa presso un’ altra casera e, lasciando più in basso l’ itinerario per Casera Palantina, si prosegue salendo diagonalmente fino a raggiungere la cresta Sud-Ovest della Cima delle Vacche. Il sentiero risale la cresta (caratteristici alcuni alberi secchi) fino a circa quota 1800; qui inizia la lunga traversata sul ripido versante che guarda la Val de Piera e che porta ad unirsi con l’ itinerario basso per il Sassón della Madonna (segnavia CAI 923).

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Passando alla base delle pareti del Monte Cornòr, in breve si raggiunge il Rifugio Semenza e la soprastante Forcella Lastè; fin qui ore 2.45.

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Dalla forcella si segue la cresta che, senza difficoltà alpinistiche, tocca in successione le tre panoramiche vette separate da forcelle non molto pronunciate. Difficoltà EE, rispettivamente ore 0.45, 1.30 e 2.00.

Inizia la cresta verso la vetta del Cornor.

Inizia la cresta verso la vetta del Cornor.

Cornor

La cresta Col Nudo-Cavallo Settore Centrale.

La cresta Col Nudo-Cavallo Settore Centrale. Il primo a sinistra é il Monte Messer.

Dalla vetta del Cornor il Castelat e la cresta da percorrere.

Dalla vetta del Cornor il Castelat e la cresta da percorrere.

Castelat

Castelat

Giunti quasi in cima al Castelat la vista si apre sul Guslon.

Dalla vetta del Castelat uno sguardo verso Est. Svetta la piramide del Monte Caulana.

Dalla vetta del Castelat uno sguardo verso Est. Svetta la piramide del Monte Caulana.

Il Guslon, l' ultima cima da raggiungere.

A destra il Guslon, l’ ultima cima da raggiungere.

Guslon

Guslon

Guslon

Dal Monte Guslón si può scendere direttamente a Col Indes per i prati del versante Sud-Ovest in ore 1.30.

Guslon

Guslon

Guslon

Tempistiche notevolmente accorciabili evitando continui cambi di assetto di abbigliamento.

Cornor

Cornor

Casera Palantina (1508 m)

Casera Palantina

Si trova nella conca glaciale alla base del caratteristico versante Sud-Ovest del Cimón di Palantina ed al margina Nord-Est del Bosco del Cansiglio. Ancora utilizzata per il pascolo di pecore, puó offrire un discreto ricovero.

Attualmente, Casera Palantina é inagibile a causa di un incendio che l’ ha distrutta nell’ ottobre del 2012. Tuttavia, riteniamo valido riportarla in questo sito per la bellezza del luogo in cui si trova e dei percorsi che la raggiungono.

Lungo il sentiero 993 La visuale si apre sull' Alpago e il Lago di Santa Croce.

Lungo il sentiero 993 La visuale si apre sull’ Alpago e il Lago di Santa Croce.

L’ itinerario piú breve è senza dubbio quello che sale dall’ Alpago dal villaggio cimbro di Canáie. Mediante il sentiero CAI 922 per bel bosco si risale il costone fra la Val de Piéra e la Val Bella giungendo alla casera in ore 1.45. Difficoltà Turistica.

Casera Palantina

Altra possibilità più panoramica è invece l’ accesso da pian cavallo per l’ Antro de le Mate; ore 2.30, difficoltà Turistica.

L'Antro de le Mate.

L’Antro de le Mate.

Da Piancavallo si sale lungo il tracciato della pista tenendosi presso il percorso della seggiovia fino al Rifugio Arneri (aperto solo con la seggiovia in funzione; circa 1600 metri). Si segue ora il segnavia CAI 993 che, attraversata la pista, sale sulla cresta che collega il Zuc Torondo al Col Cornièr. Poco oltre la cresta, presso un albero isolato (quota 1690; tabella), si incontra il sentiero con segnavia CAI 984 proveniente dalla Casera della Valle Friz o da Canáie per la Val Seráie.

Casera Palantina

Casera Palantina

Si continua a destra, (sempre segnavia 993); con saliscendi si passa una cinquantina di metri sotto il landro chiamato “Antro delle Mate”, si scavalca una selletta (bel panorama verso il Pian del Cansiglio) dalla quale si scende ripidamente per un centinaio di metri e quindi, con una lunga traversata in bosco verso destra si raggiunge il pascolo e, oltre un costone, la bella casera.

Caratteristico foro sulla volta dell' Antro de le Mate.

Caratteristico foro sulla volta dell’ Antro de le Mate.

Panorama verso il Pian Cansiglio.

Panorama verso il Pian Cansiglio.

Casera Palantina

Il Pascolo con al centro la casera. Alle spalle Cima delle Vacche e Cornor.

Il Pascolo con al centro la casera. Alle spalle Cima delle Vacche e Cornor.

Casera Palantina

Dalla Casera Palantina si puó salire alla vetta soprastante, il Cimón di Palantina.