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Anello di Toppo

Toppo è un piccolo borgo in comune di Travesio sconosciuto ai più e dal nome alquanto buffo che suscita da subito simpatia. Eppure questo piccolo borgo si può vantare l’ effige di essere uno dei Borghi più Belli d’ Italia, nonché di poter offrire particolari architettonici quali la fornace e le rovine di un castello.

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Il castello di Toppo.

Adagiato alle pendici del Monte Ciaurlec, da Toppo si possono effettuare varie escursioni alle soprastanti casere, nonché alla vetta del monte. Proponiamo un anello per sentieri ufficiali e non, che collega il borgo con alcune casere ed esplora i pianori sommitali del Monte Ciaurlec.

Dal castello, panorama sulla piana di Toppo.

Dal castello, panorama sulla piana sottostante. Al centro di riconosce il Monte Jouf e, a destra, il Monte Raut.

Da Toppo si prende il segnavia CAI 850 tramite il quale si raggiungono Casera Tamer Bassa e Casera Davass.

Panorama dal sentiero 850 che sale a Casera Davass.

Panorama dal sentiero 850 che sale a Casera Davass.

Da quest’ ultima il sentiero prosegue verso Nord attraversando delle belle praterie colonizzate da alcune betulle. Guadagnando lentamente quota, si attraversano alcuni boschetti che si alternano ai prati, fino ad entrare definitivamente in ambente boscoso.

Pianoro colonizzato da betulle. In lontananza il Monte Valinis.

Pianoro colonizzato da betulle. In lontananza il Monte Valinis.

Monte Ciaurlec

A quota 1050, facendo attenzione si nota un bivio; a destra prosegue il sentiero 850 che, in ambiente via via sempre più carsico, si congiunge con il sentiero CAI 819, il quale in breve giunge alla vetta del Monte Ciaurlec (ore 1.30 da Casera Davass).

Monte Ciaurlec

Tornati al bivio di quota 1050, proseguendo a sinistra si percepisce la presenza una traccia che si mantiene sul fondo di una valletta; oltre ad essa seguono altre vallette in serie che ad intuito si percorrono sempre mantenendosi nel fondo.

Monte Ciaurlec

Giunti in una di queste vallette in cui la depressione si fa più accentuata, appena possibile ci si sposta a sinistra portandosi sul crinale erboso dove la visuale si apre sul Monte Davanti e il Valinis.

Monte Ciaurlec

Alla nostra destra la mole della sommità della vetta del Ciaurlec, si impenna con dei contrafforti caotici caratterizzati dal carsismo che ricordano molto le mura del castello visitato a valle ad inizio escursione. Passata a sinistra una voragine, si continua sul crinale arrivando ad una mangiatoia. Ci si abbassa sull’ erba puntando sempre verso Nord e, una volta rientrati nel bosco, si fa attenzione a sinistra a quelli che appaiono vecchi ometti ricoperti di muschio. Obliquando verso destra, ci si abbassa di pochi metri incontrando il sottostante sentiero CAI 819 che seguiamo lungamente verso sinistra raggiungendo Casera Valinis (ore 2 da Casera Davass; difficoltà E/R).

Casera Valinis.

Casera Valinis.

Per il rientro a Toppo proponiamo una soluzione con digressione greppistica che evita la noia di scendere a Meduno e percorrere la chilometrica strada tra i due centri abitati.

Da Casera Valinis si scende con il sentiero CAI 819 verso Meduno traversando sotto il Monte Ciavoleit. Giunti al primo tornante, si lascia il sentiero e ci si abbassa per il prati obliquando a sinistra per intercettare un sentiero che, staccandosi dall’ 819 più in basso, sale in Val Maggiore (variante greppistica; escursionisticamente si può scendere ulteriormente per il sentiero CAI, a reperire il bivio con il nostro sentiero più in basso).

Casera Valinis

Il versante sul quale sale il sentiero da intercettare; si punta alla selletta appena accennata in alto a sinistra.

Giunti in vista di una baita a sinistra, si prosegue verso Sud per un marcato sentiero che si mantiene sul ciglio della depressione di Val Maggiore.

Casera Valinis

Baita Albicocca, chiusa.

Contornata la depressione, il sentiero inizia a scendere decisamente giungendo ben presto sul sentiero che da Toppo sale alla casera Tamer Bassa.

Casera Valinis

Val Maggiore.

Val Maggiore.

Casera Valinis

Complessivamente ore 5.45 per l’ anello completo escludendo la cima; per quest’ ultima aggiungere un’ ora tra andata e ritorno. Difficoltà T/E/R.

Monte Ciaurlec (1148 m)

Segnavia CAI 819; ore 1.30. Percorso non faticoso, in una zona di faggete e di vallette carsiche; T.

Dalla Casera Valinis si percorre il sentiero CAI 819 risalendo l’ ampia dorsale boscosa in direzione dell’ altipiano del Ciaurlec.

Monte CiaurlecMonte CiaurlecMonte Ciaurlec

Seguendo con attenzione il segnavia lungo il sentiero non sempre evidente, si raggiunge il bivio presso il prato con roccioni carsici; si va verso destra ed in breve si raggiunge la quota 1148 che, assieme alla vicina quota 1149 (ripetitore) costituisce la vetta del Monte Ciaulec.

Monte Ciaurlec

Panorama verso le Prealpi Carniche.

Monte Ciaurlec

Dalla sommitá del Ciaurlec le Caserine e il Dosaip.

Monte Ciaurlec

Panorama verso le Alpi Carniche; in evidenza a sinistra la Creta delle Chianevate. A destra il Monte Rest e al centro in basso l’ omonimo Passo.

Dalla vetta si può scendere all’ abitato di Toppo proseguendo per il sentiero CAI 819 fino alla Casera Tamer. Poco prima della casera si abbandona il sentiero per seguire una traccia che, in discesa tra boschetti porta alla Casera Sinich, dalla quale si prosegue verso destra in moderata salita uscendo poi su una conca prativa a rasentare le recinzioni del poligono di tiro.

Monte Ciaurlec

Casera Tamer con alle spalle il Valcalda e la Cuesta Spioleit.

Casera Sinich

Casera Sinich.

Monte Ciaurlec

Poco più avanti, tralasciando il sentiero sulla destra che va a Casera Davass ci si innesta in una strada sterrata; in prossimità di una marcata curva a sinistra la si abbandona per prendere un marcato sentiero che scendendo in diagonale porta all’ abitato di Toppo.

Monte CiaurlecToppo

 

 

 

Casera Valinis (967 m)

Casera Valinis

Si trova pochi metri a Sud-Est dell’ampia sella erbosa fra il Monte Valinis e il Monte Ciaurlec; è raggiungibile per carrozzabile dalla Forchia Piccola, sulla strada che dalla Forchia di Meduno scende nella valle del Torrente Chiarzó . La casera è di proprietà privata, ma un locale lasciato aperto puó dare ricovero.

La carrozzabile che sale dalla Forchia Piccola.

La carrozzabile che sale dalla Forchia Piccola.

Casera Valinis

Per chi ama i sentieri, può raggiungere la Casera Valinis da Sottomonte per il bel sentiero CAI 819; ore 2.00 difficoltà T.

Dalla chiesa di Sottomonte si inizia a salire per un sentiero in bosco che ben presto piega a destra (seguire con attenzione il segnavia che sceglie il percorso migliore fra numerosi sentieri); usciti dal bosco si continua la salita per un bel sentiero lastricato che si avvicina alla cresta sempre verso destra.

Casera Valinis

Casera Valinis

Casera Valinis

Dopo un tornante si lascia a destra un sentiero che raggiunge una vicina stalla e si prosegue con una lunga diagonale verso sinistra, fra fasce rocciose. Il sentiero porta sul bordo dell’ altipiano presso la vasta Sella del Monte Valinis per poi piegare a destra e raggiungere la vicina casera.

Casera Valinis

Casera Valinis

Casera Valinis

Per chi invece ha piacere di percorrere itinerari poco frequentati e segnalati, proponiamo la salita dalla Forchia di Meduno passando anche per la vetta del Monte Valinis.

Dalla Forchia si sale per tracce lungo la dorsale erbosa in direzione Est fino a raggiungere la vetta erbosa del monte Valinis in circa ore 1.45.

Casera Valinis

Casera Valinis

Casera Valinis

Casera Valinis

Per pista di trattori si scende ora nella sella del Monte Valinis (a sinistra un laghetto serbatoio), si raggiunge la carrozzabile e la vicina casera.

Panorama dalla sommitá del Monte Valinis.

Panorama dalla sommitá del Monte Valinis.

Dalla Casera Valinis si può facilmente raggiungere anche la vetta del Monte Ciaurlec, oppure Casera Davass o il Castello di Toppo; per saperne di più clicca qui.

Casera Valinis

Casera Valinis

Casera Valinis

 

 

Troi da li Fous

Tra l’ ottobre e novembre del 1864 avvenne un tentativo di insurrezione popolare atta a portare l’ indipendenza delle Venezie dal dominio austiaco per essere annesse al Regno d’ Italia. Tali fatti, passati alla storia come Moti Friulani, hanno avuto teatro a cavallo della Val Tramontina, e gli insorti hanno avuto come base per progettare la loro azione l’ abitato di Navarons, borgo posto all’ingresso della valle in destra orografica del fiume Meduna.

Navarons

Navarons.

Tale azione prevedeva di assaltare le varie gendarmerie della zona, sollevare le popolazioni e dirigersi ad Ampezzo dove si sarebbero uniti alle bande provenienti dalla Carnia e da Belluno per presidiare il Passo della Morte. Tuttavia, l’ unica banda che partí fu quella di Navarons che, una volta giunti al Passo Rest venne avvisata che ad Ampezzo li attendeva una guarnigione di austriaci. Vistisi accerchiati, l’unica cosa che restava da fare era di nascondersi tra le rupi delle valli circostanti, e fu cosí che si diede il via ad un epico inseguimento tra le vallate.

Capo di tale banda era il medico Antonio Andreuzzi, nativo di Navarons e fervente patriota mazziniano. Per condurre la lotta armata, la banda aveva bisogno di armi; i fucili venivano importati clandestinamente dall’Italia, mentre le bombe vennero prodotte direttamente in loco con la complicità del fabbro e del farmacista del paese. La produzione peró doveva essere fuori portata dagli occhi indiscreti, per cui venne trovato un luogo non molto distante dal borgo e ben nascosto che divenne la fucina per questa produzione. Tale luogo, denominato Fous di Marcat  è oggi visitabile grazie al comodo sentiero denominato “Troi da li Fous”.

Troi da li Fous

La Fous di Marcat.

Dall’ abitato di Navarons si percorre via Garibaldi fino che questa finisce nei pressi di un ponticello; poco piú avanti parte sulla sinistra un sentiero che inizia a salire ripido, passa accanto ad una presa dell’ acquedotto e sale ancora arrivando ad un bivio che si prende a destra.

Troi da li Fous

Troi da li Fous

In breve si passano delle ghiaie oltre le quali vi è un costone attorniato da una cengia ottimamente attrezzata con cavo e parapetto. Questa cengia porta sopra al luogo dove venivano fabbricate le bombe Orsini, ben visibile in basso anche se non vi è piú alcuna traccia di ció che poteva essere la rudimentale fucina.

Troi da li Fous

Troi da li Fous

Dal fondo della fous di Marcat verso il pulpito panoramico.

Dal fondo della fous di Marcat verso il pulpito panoramico.

Dal pulpito si vedono due giovani garibaldini alla Fous di Marcat.

Dal pulpito si vedono due giovani garibaldini alla Fous di Marcat.

Ritornati sui propri passi e raggiunto il bivio, si prosegue questa volta dritti passando sotto Li Gravis di Trep. Il sentiero, sempre comodo e ben marcato, finisce ad intersecare un altro marcato sentiero; ci si sposta di qualche metro sulla sinistra per reperire un sentiero seminascosto che continua la direttiva della dorsale. In pochi minuti si arriva quindi al Ricovero Col Maour. Difficoltá T, ore 1.10

Il Ciucul dal Signour.

Il Ciucul dal Signour.

Col Maior

Col Maior

Tale visita non puó concludersi senza prima fare una visita al Museo Casa Andreuzzi, dove sono raccolti reperti dell’ epoca appartenuti ai garibaldini di Navarons, nonché i documenti che attestano i rapporti intercorsi tra Antonio Andreuzzi e i vari irridentisti tra cui anche Giuseppe Garibaldi. Per visitare la Casa Andreuzzi è necessario accordare l’ apertura telefonando al Comune di Meduno al numero 0427 86130.

Casa Andreuzzi

Casa Andreuzzi

Casa Andreuzzi

Bomba Orsini.

Casa Andreuzzi

A completamento della giornata si propone inoltre di passeggiare tra le vie di Navarons, dove segnaliamo il cimitero ove è sepolto Antonio Andreuzzi e il figlio Silvio, la bottega del fabbro, e il cortile dove la Banda di Navarons consumó l’ultima cena prima di partire nella propria azione.

Il cortile dove si é consumata "L' ultima cena".

Il cortile dove si é consumata “L’ ultima cena”.

Per saperne di piú sui vari spostamenti della banda clicca qui.

Troi da li Fous

Troi da li Fous

Troi da li Fous

 

 

 

Ricovero Col Maour (625 m)

Ricovero Col Maior

Di proprietá della comunità di Navarons, il Ricovero Col Maour è situato sulla sommitá dell’ omonimo colle posto a Nord-Ovest del borgo. La sua vicinanza con il paese lo rende piú che un bivacco vero e proprio, un luogo adatto ai ritrovi conviviali della Comunitá, ma in ogni caso ha da offrire caminetto, gas, cucina economica, un tavolo con panche e tre posti letto. E’ usufruibile previa segnalazione alla Comunitá (Sig. Primo) e tramite pagamento di adeguato obolo (due bottiglie di buon vino).

Il ricovero puó essere raggiunto direttamente da Navarons, oppure consigliamo di sfruttarlo come punto di appoggio abbinandolo ad una gita lungo il Troi da li Fous.

Monte Chiarandeit (1079 m)

Panoramica vetta sopra Meduno, il Monte Chiarandeit é abbracciato da una strada strerrata che dalla Forchia di Meduno sale alle stalle adagiate sul suo versante occidentale; dalla medesima Forchia parte anche un sentiero che porta diretto nei pascoli di Cereis.

Dalla Forchia di Meduno ci si dirige verso Nord e subito si scorge un sentiero sulla sinistra segnalato con bolli fucsia che con moderata e costante pendenza in un bel bosco di faggio ci porta a salire lungo le pendici orientali del Monte Chiarandeit. Dopo una breve banconata rocciosa affiorante su cui si apre una finestra sui monti Rossa-Taiet e Mulon, in breve si giunge all’ insellatura tra Chiarandeit e Monte Cereis dove è adagiato il Casíno Cereis.

La vista si apre sul Monte Rossa. A sinistra il profilo di Cima Lareseit.

La vista si apre sul Monte Rossa. A sinistra il profilo di Cima Lareseit.

Casino Cereis

Da qui si prosegue per un’evidente traccia marcata da bolli fucsia e rossi che si perdono poco sotto la cima; con un pó di intuito ci si porta sulla dorsale erbosa poco piú in alto dove la vista si apre sui vicini rilievi panoramici e sulle spettacolari vette dei Canali di Meduna.

In primo piano il Valinis, poi a sfilare Ciaurlec e Monte Pala.

In primo piano il Valinis, poi a sfilare Ciaurlec e Monte Pala.

Monte Chiarandeit

Monte Chiarandeit

Girovagando un pó sulla boscosa cresta sommitale si fatica a capire qual’ è  la cima principale; si intuisce comunque che la cresta puó essere percorsa probabilmente in discesa verso Nord fino ad incontrare la strada che sale dalla Forchia di Meduno.

Monte Chiarandeit

Difficoltá E; ore 2.00 tra andata e ritorno.

Monte Chiarandeit

Monte Chiarandeit