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Cengia Tullio Trevisan

Imprevedibile, Soleggiata, Esposta, la Cengia Trevisan è quel percorso degli Dei che non ti aspetti in un sottogruppo che nessuno frequenta, le cui cime non hanno neanche un nome.

Merito dell’intuito di Giorgio Madinelli che con Andrea Fiorot esplora per la prima volta questo percorso in quota il giorno 3 settembre 2017.

Dal Cadin di Bortolusc si punta all’Antro di Andrea e, passando nei pressi della cavità, si sale per facili canalini la placconata a destra di essa fino ad arrivare sulla soprastante cresta spartiacque.

Da qui parte la cengia che, dopo un primo piccolo circo e una forcellina, attraversa un secondo circo che oppone un primo passo del gatto. Subito dopo si sale ad un’altra forcellina e si prosegue in modo analogo aggirando la parete Sud di Cima Pussa fino a portarsi sotto alla Forcella de Gasperin; e qui la prima cima è fatta.

Si prosegue in ombra per l’evidente bancata che passa il versante meridionale della quota 2014 delle Cime de Gasperin, larga e comoda, e dopo una divertente passeggiata si giunge ad un prato con mughi che si oltrepassano alzandosi di quota e riportandosi sotto le pareti. Dopo aver passato un paio di canalini e un burrone vero e proprio, si giunge ad un prato posto sotto alla congiunzione tra la Cima di San Francesco e la sua Quota 2213, dove vi è una seconda via di uscita dall’itinerario.

Oltre a questo punto la cengia si fa più difficile e alterna facili tratti a passaggi espostissimi da superare carponi o comunque in presenza di roccia sporgente. Verso la fine un primo lavatoio in discesa con detrito compatto fa da preambolo ad una lastra inclinata verso il basso con tettuccio aggettante ricoperta di sabbietta alla quale segue canalino di roccia marcia da fare sempre in discesa. Oltrepassato tutto ciò, un paio di passaggi ancora su cengia stretta con parete aggettante espostissima ed ecco che finiscono le difficoltà: unico problema adesso rimane salire il ripidissimo canalino prativo che porta alla Forcella di San Francesco, dalla quale non serve altro che farsi portare giù dalla discesa in Casera Senons passando per l’omonimo Cadin.

Ore 8.00 per tutto il giro, 3.00 solo di cengia. Difficoltà RRR.

Ringrazio il Ciccio col Bastone e Claudio Segaossi per la fiducia riposta nelle mie capacità, Fiorone da Galli perché è sempre un gran bel pezzo d’uomo, ma soprattutto Marika e Ivan (di quest’utimo le foto 6-10-18) che mi hanno fatto da angeli custodi.

Per vedere il video completo della Cengia Trevisan clicca qui.

Creste di Meduna

Il selvaggio e misterioso Canal di Meduna si divide in tre rami: Canal Grande, Canal Piccolo e Canal dal Vuar. Mentre il Canal Piccolo da qualche anno può avvalersi di un sentiero di fondovalle (sentiero CAI 398), gli altri due non hanno più ufficialmente sentieri manutentati, fattore questo che contribuisce quindi a renderli meno accesibili e più affascinanti. Tra i due, lo spartiacque è una verdissima cresta che facente capo alle vette del Burlaton e di Cima Leadicia si estende per quattro chilometri dalla Forca del Cuel alla Casera Charpin con panorami mozzafiato sui Canali di Meduna e le prospicienti vette ed oltre, fino a spaziare alle Alpi Giulie, Carniche e Dolomiti.

Si parte da Casera Senons verso Forca del Cuel e il Burlaton.

Dalla vetta del Burlaton le Caserine Alte sembrano inespugnabili. Eppure è lì davanti la via normale!

Dalla vetta del Burlaton vediamo tutta la cresta da percorrere: in primo piano la cima centrale, a destra Cima Ettore. A sinistra la cresta che scende a Cima Leandrina e dietro la seghettata cresta della Leadicia.

In breve siamo anche su Cima ettore, la cavalcata continua verso la Leandrina…

Chiarescons, Vetta Fornezze e Cengle Fornezze.

… che riserva un traverso “da bestie”

Poi tranquilli prati fino in Pierasfezza.

La cresta percorsa.

Ecco la Forcella!

Il Dosaip affascina da ogni prospettiva.

Dopo una meritata pausa si riparte alla volta di Cima Leadicia…

…dalla quale insuperabile è la veduta sul Cenglòn…

… e dell’ itinerario da noi percorso.

Si continua per cresta!

Dopo quattordici cime totali si inizia quindi a scendere al tamer di Leadicia per poi digradare fino alla base della montagna presso la Casera Charpin.

Landre de le Ciaure.

Tempistiche 11 ore totali da Senons al Charpin, difficoltà non troppo elevate a parte alcuni passaggi esposti su zolle e roccia friabile. Elevato rischio di perdersi in discesa. Percorso da riproporre!

 

 

 

Cenglòn

Casera Chiampiuz e Casera Senons sono le due belle casere del gruppo Caserine Cornaget affacciate rispettivamente sul versante Val Tagliamento e Val Settimana di due diversi settori del gruppo: dorsale del Limèt e Nodo Centrale.

Tra le due casere non vi è alcun collegamento ufficiale, ad eccezione del mai realizzato sentiero CAI 394 (che arriva però al Rifugio Pussa) e della traversata da noi effettuata attraverso le Lastre di Peschis, consigliabile in direzione Senons-Chiampiuz.

Bello, spettacolare, e consigliabile nel verso opposto è invece il Cenglòn, una bancata formata da una serie di catini ghiaiosi sospesi centinaia di metri sopra il Canal Grande di Meduna, generatasi dallo scorrimento delle faglie spinte dalla placca africana su quella europea, fenomeno geologico unico nella regione Friuli Venezia Giulia.

Evidenziate dal sole, a destra le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze.

Evidenziate dal sole, a destra Forca da la Crous e le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze. Foto scattata dal Frascola.

Da Casera Chiampiuz per il sopra citato sentiero CAI 394 si raggiunge in breve l’ ampia e verdeggiante Forca da la Crous, dalla quale ci si discosta in versante Meduna per una traccia che porta ad entrare in un catino ghiaioso posto a Sud delle Lastre di Peschis.

Forca da La Crous.

Forca da La Crous.

Cenglon

Questi va attraversato in leggera discesa seguendo le tracce di animali e raggiungendo una dorsale boscata dalla quale si entra nel bacino imbrifero del Rio Brustulat. Una volta raggiunto il fondo del canalone si continua a scendere seguendo l’ impluvio e dopo aver disceso una parte particolarmente friabile, si perviene ad una sorgente sulla destra.

Cenglon

Dalla sorgente si inizia a traversare in quota mantenendosi sotto le pareti, cercando a volte i varchi migliori tra la fitta vegetazione di mughi. Aiutati da tagli e radi ometti si passano un paio di punti friabili ed alcuni ripari naturali fino a trovarsi sotto al compluvio di Forca Claupe che si guadagna quindi in salita.

Foto di Jacopo Verardo.

Tra mughi e roccette. (Foto di Jacopo Verardo).

Foto di Maja Ogrizek.

Qui solo roccette. (Foto di Maja Ogrizek).

In Forcella Claupe. Foto di Antonio Armellini.

In Forcella Claupe. (Foto di Antonio Armellini).

Dalla forcella si prosegue verso Sud-Ovest risalendo la pala di quota 1906 e puntando ad una evidente lingua d’ erba che sale ripidamente diventando canalino e portando a guadagnare un panoramico pulpito rivolto verso le Lastre di Peschis.

Cenglon

Le Lastre di Peschis dal panoramico pulpito.

Qui un passaggio permette di tornare in versante Meduna su un costoncino sempre colonizzato da mughi che va disceso per una quarantina di metri volgendo poi verso destra dove improvvisamente ci si trova di fronte all’ imbocco del Cenglòn.

Costoncino con mughi. Foto di Maja.

Costoncino con mughi. (Foto di Maja).

L' imbocco del Cenglòn. Foto di Jacopo.

L’ imbocco del Cenglòn. (Foto di Jacopo).

Qui parte una meravigliosa cavalcata in quota che si mantiene costantemente in panoramica visuale sulle Sorgenti del Meduna, il pascolo di Casera Cuel e la dirimpettaia Cima Leadicia. A fare da sfondo Frascola, Celorum, Caserine, Cima Nartais.

Cenglon

Le Sorgenti del Meduna. Svetta il Burlaton e dietro di esso le Caserine Alte. A sinistra Forcella Pierasfezza ed in basso il pascolo di Casera Cuel.

Il percorso parte su ghiaino compatto e riserva subito uno spettacolare esempio di specchio di faglia formatosi dalla enorme pressione della spinta delle placche che ha levigato perfettamente le superfici di contatto degli strati.

Foto di Antonio.

Fotografando lo specchio di faglia. (Foto di Antonio).

Si attraversano poi una miriade di catini abbastanza larghi da non far intuire l’ estrema esposizione sul vuoto a cui si è sottoposti percorrendo il Cenglòn.

Foto di Antonio.

(Foto di Antonio).

Cenglon

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

Cenglon

Cenglon

Cenglon

Foto di Andrea.

(Foto di Andrea).

Dopo aver sceso una bella e comoda rampa ghiaiosa, si giunge infine alla parte terminale della cengia che, come è iniziata, si conclude con un traverso su ghiaino compatto.

Cenglon

Comoda rampa finale. Foto di Tiziano Ros.

Comoda rampa finale. (Foto di Tiziano Ros).

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Si giunge quindi nel canalone che scende dalle due Vette Fortezze, lo si traversa, e si punta a raggiungere la soprastante Forcella Nartais risalendo il canale che da essa si genera (terreno molto friabile, pericolo di muovere sassi su chi segue, masso incastrato che obbliga ad un passaggio di III grado, ripido prato finale), oppure si suggerisce di puntare a raggiungere appena possibile gli arbusti posti sul costone in destra orografica per aiutarsi a risalire il ripido contrafforte (mugo-ferrata).

Cenglon

Il canalone tra le Fornezze.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

In entrambi i casi si esce nei pressi di Forcella Nartais dove ad accoglierci troveremo dei mughi amicali.

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

In forcella! (Foto di Jacopo).

Dalla forcella prima per facile traverso su ghiaino e poi per comodo sentiero, in poco più di un’ ora si arriva a Casera Senons e di lì al Rifugio Pussa.

Ore 8.00 da Casera Chiampiuz al Rifugio Pussa. Difficoltà RR+

Casera Chiampiuz (1696 m)

Casera Chiampiuz

Casera Chiampiuz è un classico bivacco in muratura, ripristinato dal Parco Dolomiti Friulane sull’ antica costruzione pastorale, ed è posto su un bel e panoramico pascolo a Nord del Cimon d’ Agâr.

Casera Chiampiuz

Il bivacco è formato da due strutture, una sempre aperta, l’altra chiusa a chiave ed usufruibile a pagamento richiedendone le chiavi al Parco, ma abbiamo constatato essere in condizioni peggiori di quella sempre aperta. Il bivacco aperto è fornito di una stufa, tavolo, sgabelli, pentole, tre posti letto su tavolato e due su reti; nell’ altro 5 posti letto e vi è anche un bagno.

Le due strutture di Casera Chiampiuz; a destra la porzione sempre aperta.

Le due strutture di Casera Chiampiuz; a destra la porzione sempre aperta.

A contribuire alla bellezza del luogo probabilmente è il fatto che per raggiungerlo si deve camminare per circa 3h30 lungo una carrareccia chiusa al traffico che arriva a circa 10 minuti dal bivacco, e questo certamente tiene alla larga turisti e merenderi della domenica.

Turisti-merenderi in Chiampiuz.

Turisti-merenderi in Chiampiuz. Foto di Jacopo.

La vetta principale più facilmente raggiungibile dal bivacco è il selvaggio Cimon d’ Agâr, raggiungibile in circa un’ ora di cammino; per il resto, il bivacco offre collegamenti con luoghi e punti d’ appoggio ameni e dimenticati, cosa questa che a noi piace molto…

Casera Chiampiuz

Alba da Casera Chiampiuz. Foto di Maja.

Menzioniamo infatti, oltre alla salita da Forni di Sotto, un percorso lungo, avventuroso, e in ambiente selvaggio, percorrendo la Traversata delle Lastre di Peschis.

Altra bellissima traversata che si può effettuare partendo dal bivacco è alla Casera Senons lungo il Cenglón.

Vetta Fornezze (2110 m)

Vetta Fornezze e Cengle Fornezze sono le Twin Peaks a cavallo tra la Val Senons, Canal Grande di Meduna, e valle di Forni, da cui appunto prendono il nome di appartenenza , in quanto più facilmente raggiungibili da tale versante. La più alta delle due, Vetta Fornezze, offre una via normale che partendo dall’ abitato di Forni di Sotto, passa per il Col della Valle e dal catino tra le due Fornezze guadagna il costone Nord-Ovest fino alla cima.

Il costone Nord-Ovest dove sale la via normale a Vetta Fornezze.

In primo piano il Chiarescons; sotto il costone Nord-Ovest dove sale la via normale a Vetta Fornezze.

Ben più impegnativo è l’ approccio dalla Val Senons. Una possibilità è un Viaz d’ animali che da Casera Senons porta alla cresta Nord-Ovest; per saperne di più clicca qui. L’ altra via è una vera e propria ascensione protoalpinistica completa di cengia mozzafiato, brevi arrampicate sul vuoto, e spettacolare foro di uscita. Tale via , denominata Via del Foro, è stata aperta da Giorgio Madinelli e Celestino Folegot il 10 dicembre 2015; la relazioniamo qui dopo aver effettuato la prima ripetizione ufficiale il 18 giugno 2016.

Da Casera Senons si prende il sentiero che sale a Forcella Nartais; giunti circa a quota 1675, un segnale su un albero ci indica un bivio; tralasciando il sentiero che sale in forcella, si segue una traccia tagliata tra i mughi che verso sinistra porta a traversare sotto le pareti fino ad entrare nel Ciol delle Medate e lo si risale integralmente fino a giungere all’ intaglio che ne fa capo.

Vetta Fornezze

Traversando verso il Ciol de le Medate.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Nel Canalone.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Giunti qui, si prende la cengia che verso sinistra aggira un costoncino erboso che si risale ad uno stretto intaglio oltre il quale qualche metro di spigolo affilato ma con roccia buona deposita su un altro costoncino cui fa capo una formazione rocciosa che ricorda un roditore.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Si aggira la formazione passando a sinistra e ci si ritrova in un piccolo catino sospeso sopra la Val Senons oltre i quale ci appare il caratteristico foro da cui prende il nome la via.

Vetta Fornezze

Superato un angusto canalino (attenzione ai sassi instabili) si passa il foro lavorando in opposizione e pervenendo su un esposto e panoramico pulpito affacciato verso la gemella Cengle Fornezze.

Vetta Fornezze

A questo punto, passata un’ esile cengetta si sale per alcuni metri esposti ma di buona roccia ed aiutati dai mughi in pochi minuti si è ai prati sommitali della cima.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Ore 3.00, difficoltà A, con diversi tratti di I ed un passo di II. Prima ripetizione effettuata da Giorgio Madinelli, Andrea Fiorot, Jacopo Verardo, Maja Ogrizek, Tiziano Ros, DolomitiDxTagliamento; un ringraziamento ai partecipanti per aver condiviso le foto presenti in questo articolo.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Cima Nartais (1914 m)

Poco faticosa e con difficoltà di orientamento accettabili, Cima Nartais è una cima minore a cavallo tra la Val Senons e il misterioso Canal Grande di Meduna. Dotata di ampio panorama su insolite cime e valli nascoste, risulta essere ottima per un allenamento in attesa della bella stagione.

Cima Nartais

Dalla Casera Senons si prende il tratturo che parte accanto al tavolo esterno, e dirigendosi verso Nord si infila nel fitto bosco dietro alla casera. Dopo essere passati accanto a due doline, si seguono gli ometti che si inoltrano nella faggeta (attenzione ad un ceppo con sopra ometto posto all’ inizio del sentiero).

Cima Nartais

Il sentiero sale a stretti tornanti la bella faggeta, sempre segnalato da provvidenziali ometti e tagli nella vegetazione, fino a giungere a quota 1700 circa, dove due frecce incise su un albero indicano un bivio: a sinistra si traversa in direzione del Vallon delle Medate, mentre noi proseguiamo in salita seguendo il sentiero che aggira un piccolo sperone pervenendo subito dopo sulla sommità dello stesso.

Cima Nartais

Risalito un ghiaioncino per pochi metri, ci si presenta un piccolo canalino che va risalito dapprima sul fondo, e poi portandosi sul prato alla sinistra di esso fino a quando va ad esaurirsi sotto le rocce; si attraversa il canale, e si risale ancora per qualche metro mantenendosi sul fondo, oppure tra i mughi a destra.

Cima Nartais

Quando il canalino sembra dirigersi verso Nord-Ovest , lo si abbandona iniziando un panoramico traverso verso destra che oppone subito una cengetta non esposta ma con detrito, dopo la quale si intravede la Forcella Nartais.

Cima Nartais

Cengetta con detrito.

Cima Nartais

A destra si intravede la Forcella Nartais.

Cima Nartais

Da sinistra Caserine Alte, Forcella di San Francesco, Corn de Senons, Quota 2213, Cima di San Francesco, Cima Pussa.

Si continua a traversare mantenendosi sotto le pareti a volte abbassandosi leggermente ed evitando le varie tracce di animali che portano in alto. Giunti in forcella, si prosegue verso Est mantenendosi in versante Meduna; seguendo tracce di animali tra i mughi alternati a schiarite erbose, in breve si giunge in cima.

Da Forcella Nartais il canale che scende nella Val Meduna.

Da Forcella Nartais verso la Val Meduna…

...ben visibile il Cenglon.

…ben visibile il Cenglòn.

Cima Nartais

Da Cima Nartais panorama verso la Val Settimana.

Da Cima Nartais panorama verso la Val Settimana.

Ore 2,00 da Casera Senons; difficoltà E.

Cima Nartais

Cima Nartais

Cima Nartais

Monte Libertán (2087 m)

Dal Rifugio Pussa (presso il generatore) si sale a sinistra per sentiero segnavia CAI 364 internandosi nella Val delle Camosce e risalendo poi a tornanti il vasto Bosco Libertán.

Camoscia che risale il Bosco Libertan.

Camoscia che risale il Bosco Libertán.

 

Monte Libertan

Monte Libertan

Ad una radura con cespugli e radi larici (1540 m; qui c’ era la Casera Libertán) si lascia la mulattiera segnavia CAI 364, che prosegue a sinistra per raggiungere in circa trenta minuti la Forcella Laresèit, e si sale diritti imboccando un rugo fra i mughi.

Monte Libertan

La camoscia si destreggia...

La camoscia si destreggia…

Monte Libertan

Monte Libertan

Usciti dalla fascia di mughi, per terreno erboso e ghiaioso si sale fino alla base delle rocce di cresta fino a raggiungere la Forcella Libertán 2000 metri, a destra del bel torrione roccioso del Monte Chiarescòns.

Monte Libertan

La Forcella Libertán verso le Caserine. Sotto, la Casera Senons.

La Forcella Libertán verso le Caserine. Sotto, la Casera Senons.

Monte Libertan

Panorama dalla forcella. In primo piano l’ Anello di Casera Pramaggiore.

Per un canalino ghiaioso ed una cresta friabile, si sale in pochi minuti e senza difficoltà sulla panoramica vetta, vero balcone verso il gruppo Caserine – Cornagét, subito a Sud Ovest della Forcella Libertán.

Il Chiarescons.

Il Chiarescons.

Monte Libertan

La Val Settimana.

Ore 3.30, difficoltà EE.

Monte Libertan

Monte Libertan

Monte Libertan

Monte Libertan