Archivio della categoria: Col Nudo Cavallo

Casera Bitter (1139 m)

Casera BitterCasera Bitter è un piccolo ma molto accogliente edificio situato nel bel bosco di faggio a cavallo della cresta che divide la Val Pentina dalla Val Prescudin. Inizialmente ricovero forestale degli anni ’50, venne abbandonato e poi ristrutturato del comune di Barcis. Dal 2002 richiamò l’ attenzione del Gruppo Montagna Fiume Veneto che, deciso di utilizzarlo come punto di appoggio, in collaborazione con la Comunità di Barcis ne cura il mantenimento. Dotato di tavolo con panche, caminetto e cucina economica al piano terra, dispone di 10-12 posti letto con brandine al piano superiore accessibile dal retro dell’ edificio. Nei pressi anche una legnaia.

Casera Bitter

Per raggiunger il bivacco si deve imboccare il sentiero CAI 978 presso Case Nest in Val Pentina. Il sentiero risale prima a comodi tornanti la piccola Val dei Tass incontrando un paio di fonti per poi salire sulla cresta erbosa sempre comodo a portarsi dentro ad una valletta di faggi.

Casera Bitter

Casera Bitter

Casera Bitter

Risalita la valletta ci si trova in un punto panoramico con panca dopo il quale si contorna il fianco boscoso sempre per marcato sentiero raggiungendo infine il ripiano sempre nel bosco dove sorge la casera. Ore 1.45, difficoltà E.

Casera BitterCasera Bitter

Dalla Casera il giro classico che si può affrontare è alla sommità del Monte Laura dalla quale si può proseguire lungamente per cresta seguendo il recente segnavia CAI e chiudere l’ anello tornando alla macchina (ore 6.00 per compiere l’ anello completo; EE).

Casera Bitter

Ai fini escursionistici di questo sito ci dedichiamo al prosieguo del sentiero CAI 978 diretto in Val Prescudin favorendo le proposte di collegamento con i bivacchi presenti.

Casera Bitter

Dal bivacco Bitter si continua a seguire il sentiero il quale continua nel bosco in leggera salita. Ignorando il bivio per il già citato Monte Laura si prosegue a sinistra guadagnando la cresta divisoria tra Prescudin e Pentina che si fa aerea ed erbosa nonché molto panoramica verso i contrafforti Pianina-I Muri-Paster-Mésser.

Casera Bitter

Dove la cresta diviene più frastagliata ed esposta il sentiero improvvisamente si abbassa una cinquantina di metri in versante Pentina su zolle erbose per poi proseguire in quota tagliando il versante sotto la cresta fino alla boscata Forca di Sass.

Casera Bitter

Casera Bitter

Giunti alla Forca si divalla con brevi tornanti mettendo piede ufficialmente in Prescudin scendendo di un centinaio di metri ad un bel pianoro di faggi che finisce presso una selletta che scende dalla vicina Croda de Piera.

Casera Bitter

Da qui ancora in discesa ad incrociare il sentiero CAI 978 proveniente da Villa Emma che sale al Bivacco Pastour, oppure all’ imbocco del sentiero CAI 980 per il Bivacco Val Zea.

Ore 1,15 dal Bitter al bivio sentiero CAI 978 (difficoltà E); dal bivio ore 0.45 a Villa Emma, ore 2.00 al Bivacco Groppa-Pastour, ore 3.00 al Val di Zea (difficoltà come da relazione accessibile con il link).

Casera Bitter

Casera Bitter

Casera Bitter

Monte Páster (2067 m)

Il Monte Páster è una delle tante cime appartenenti all’ acrocoro della catena Col Nudo Cavallo, attraversate dall’ Alta via Numero 7.

Monte Paster

Il settore centrale del Col Nudo-Cavallo visto dal Monte Fara. Da destra, in evidenza il Crep Nudo, Venal, Antander, Mèsser, Brut Pass e Monte Paster.

Dalla cima del Monte Mèsser, il Monte Paster è quello al centro della foto.

Dalla cima del Monte Mèsser, il Monte Paster è quello al centro della foto.

Tale cima, essendo una modesta elevazione posta nelle vicinanze del ben più pronunciato Monte Mèsser, quasi non si nota percorrendo l’ Alta Via. Ben altra sensazione invece produce l’ ascensione ad essa partendo da fondovalle nella scorbutica Val Prescudin, dopo lungo avvicinamento al Bivacco Groppa Pastour nell’ isolato e suggestivo Gravon dai Salz.

Salendo il Gravon dai Salz.

Salendo il Gravon dai Salz.

Dal bivacco si sale verso sinistra fino a raggiungere un canalone d’ origine del Gravon dai Salz; per il canalone, superando a destra una paretina e poi piegando per il ramo di destra ad una biforcazione, seguendo il segnavia a bolli rossi, si raggiunge la cresta spartiacque e, poco sopra, la panoramica vetta.

Monte Paster

Il canale da risalire si intuisce tutto a sinistra.

Il canale da risalire si intuisce tutto a sinistra.

Monte Paster

Monte Paster

Monte Paster

Ore 1.15 dal bivacco Groppa Pastour, difficoltà Alpinistica.

Monte Paster

Monte Paster

Bivacco Fisso Groppa Pastour (1617 m)

Bivacco Groppa PastourIl bivacco, di proprietà dell’ Azienda delle Foreste della Regione Friuli Venezia Giulia, è un prefabbricato a semibotte con 9 posti letto ed è sempre aperto.

Bivacco Groppa Pastour

Da Arcola (frazione a monte di Barcis) si sale per la strada della Val Prescudin (sbarra all’ inizio, divieto di transito per gli automezzi non autorizzati dalla Forestale) e si raggiunge la Villa Emma (o palazzo Prescudin).

Bivacco Groppa Pastour

Villa Emma.

Si prosegue a sinistra per una strada non asfaltata che risale la Val del Tasséit fino a circa quota 730.

Dalla strada forestale si osserva il settore centrle del gruppo Col Nudo-Cavallo. Spicca tutto a destra il Monte Messer e, a sinistra, il Gravon dai Salz dove sale il nostro sentiero.

Dalla strada forestale si osserva il settore centrle del gruppo Col Nudo-Cavallo. Spicca tutto a destra il Monte Messer e, a sinistra, il Gravon dai Salz dove sale il nostro sentiero.

Qui ha inizio un sentiero (segnavia 978) che, prima in bosco e poi per un lunghissimo ghiaione (Gravon dai Salz) sale a tornanti regolari fino a raggiungere il promontorio dove sorge il bivacco.

Risalendo il Gravon dai Salz.

Risalendo il Gravon dai Salz.

Bivacco Groppa Pastour

Durante la salita, a circa 950 metri si lascia a sinistra l’ itinerario (segnavia 978) diretto in Val Pentina e a Barcis oltre la Forca di Sass e a quota 1250 l’ itinerario (segnavia 980) diretto, verso destra, al bivacco Val di Zea. Ore 4.00, difficoltà T.

Bivacco Groppa Pastour

Dal bivacco si può salire alla vetta del soprastante Monte Paster, o traversare per la Forcia Bassa verso la Forca Grava Piana. Entrambi gli itinerari sono escursionisticamente non facili.

Bivacco Groppa Pastour

Monte Antánder o Cima Piái (2184 m)

Monte Antander

Dal Bivacco Toffolon si scende sulla destra della Val Antánder, tenendosi alla base del monte, per il primo tratto quasi pianeggiante.

Monte Antander

Monte Antander

Si segue quindi il segnavia dell’ Alta Via numero 7 che si porta sulla cresta Sud del Monte; tenendosi presso la cresta si sale in vetta aggirando a sinistra un salto di roccia.

Monte Antander

Monte Antander

Monte Antander

Ore 1.00, difficoltà EE.

Il Crep Nudo e Monte Venal.

Il Crep Nudo e Monte Venal.

Monte Mèsser e alle spalle il massiccio del Cavallo.

Monte Messer e alle spalle il massiccio del Cavallo.

L' Alpago e il Lago di Santa Croce.

L’ Alpago e il Lago di Santa Croce.

La selvaggia Val Prescudin.

La selvaggia Val Prescudin.

Le Malerope.

Le Malerope.

Monte Antander

Abbiniamo a questa vetta la discesa in Alpago presso la Casera di Pian Formosa tramite un percorso non segnalato nella mappa.

Ritornati sul sentiero Alta Via numero 7 si prosegue verso la Forcella Federole, ed aggirato il costone Ovest del Monte Antánder ci si trova nella valle cui fa capo la forcella; guardando in basso, si scorgerà un altro sentiero con segnavia CAI che dal fondovalle sale alla forcella.

Alta Via numero 7.

Alta Via numero 7.

Forcella Federole.

Forcella Federole.

Raggiunto quindi tale sentiero, lo si segue in discesa fino a quando svolta bruscamente a destra (freccia bianco rossa su un albero); a questo punto si abbandona il sentiero proseguendo dritti per una traccia che si perde dopo pochi metri in un prato.

Monte Antander

Monte Antander

Dal prato si deve prestare attenzione a reperire a sinistra un bollo sbiadito su un albero dal quale parte un marcato sentiero che attraversando una zona di schianti porta ad un breve passaggio in cengia. Dopo la cengia, la traccia prosegue marcata su terreno erboso molto inclinato traversando una zona di paretine con landri dalla quale si esce sui macereti della Val Antánder andando a reperire il sentiero CAI 979 che ci porterà alla Casera di Pian Formosa.

Monte Antander

Ore 2.00 dalla vetta del monte Antánder, difficoltà EE.

Monte Antander

Monte Mèsser (2230 m)

Dalla vetta del monte Messerpanorama verso la Val Prescudin e il Monte Resettum.

Dalla vetta del monte Messer panorama verso la Val Prescudin e il Monte Resettum.

Dal Bivacco Toffolon presso la Forcella Antánder si sale per il ripido pendio erboso lungo la cresta; seguendo il segnavia dell’ “Alta Via” lungo la cresta Nord oppure scendendo a sinistra per pochi metri nella caratteristica conca ghiaiosa, ben visibile da Barcis, e quindi raggiungendo la facile ma esposta cresta Est, si perviene sulla panoramica vetta.

Monte Messer

Monte Messer

Salendo lungo la cresta Nord. Da destra in primo piano il Crep Nudo, Venal e Antander.

Monte Messer

Panorama verso Barcis e il suo lago; sopra di essi il monte Raut.

Panorama verso Barcis e il suo lago; sopra di essi il monte Raut.

Monte Messer

Panorama verso l' Alpago.

Panorama verso l’ Alpago.

Ore 1.00, difficoltà EE.

Monte Messer

Monte Messer

Monte Messer

Bivacco Fisso Alessio Toffolon (1993 m)

Bivacco Toffolon

La Forcella Antánder è formata da due insellature separate da uno sperone roccioso; il bivacco si trova su un ripiano ad Ovest della sella alla base del pendio che sale verso il Monte Mèsser, poco più basso della sella stessa. Di proprietà della Sezione CAI di Vittorio Veneto, ha nove posti letto ed è sempre aperto.

Forcella Antánder. Sopra il dosso al centro, non visibile da questa prospettiva, vi è il bivacco.

Forcella Antánder. Sopra il dosso al centro, non visibile da questa prospettiva, vi è il bivacco.

Dal Rifugio Alpago (proprietà privata, sempre aperto), raggiunto per rotabile da Chiès d’ Alpago, si prosegue per un breve tratto per la rotabile e quindi si sale per una strada che raggiunge una cava e prosegue (asfaltata) fino al pascolo della Casera Pian Formosa; fin qui ore 0.40.

Bivacco Toffolon

Il pascolo di Pian Formosa in veste autunnale.

Si prosegue per mulattiera alla base della soglia franosa della Val Antánder, la si rimonta o la si aggira e quindi si risale la valle, aperta fra il Monte Antánder a sinistra ed il Monte Mèsser a destra, fino a pervenire al bivacco.

Salendo la soglia franosa della Val Antánder.

Salendo la soglia franosa della Val Antánder.

Bivacco Toffolon

Il bivacco Toffolon alla Forcella Antánder verso il Monte Antánder.

Ore 3.00, difficoltà Escursionistica.

Affacciandosi alla Forcella Antánder. Spicca la mole rocciosa del Crep Nudo.

Affacciandosi alla Forcella Antánder. Spicca la mole rocciosa del Crep Nudo.

La Val Prescudin e le Dolomiti Destra Tagliamento.

La Val Prescudin e le Dolomiti Destra Tagliamento.

Dal bivacco si possono raggiungere le remunerative vette dei monti Mèsser e Antánder entrambe raggiungibili in un’ ora di tempo.

Bivacco Fisso Val di Zea (1245 m)

Bivacco Val Zea

Il bivacco (prefabbricato a semibotte, sempre aperto, con 9 posti letto) è di proprietà dell’ Azienda delle Foreste della Regione Friuli-Venezia Giulia, proprietaria di tutto il bacino idrografico del Prescudin.

Alcune pareti che racchiudono il bacino del Prescudin da Villa Emma.

Alcune pareti che racchiudono il bacino del Prescudin da Villa Emma.

L’ accesso più diretto (nonchè l’ ultimo rimasto accessibile ufficialmente) al bivacco avviene dalla località di Arcola, frazione a monte di Barcis.

Da Arcola si sale per la strada della Val Prescudin (sbarra all’ inizio, divieto di transito per gli automezzi non autorizzati dalla Forestale) e si raggiunge la Villa Emma (o Palazzo Prescudin).

Val Prescudin

Lungo la strada della Val Prescudin.

Villa Emma

Villa Emma.

Si prosegue a destra e per carrozzabile si attraversa prima il Torrente Tasséit e poi il Torrente Prescudin e si risale la Val Zea fino al termine della strada a circa quota 700 metri.

Val Prescudin

Val Prescudin

Si prosegue per un bel sentiero (segnavia CAI 980) che sale sulla sinistra idrografica della valle in un piacevole bosco di faggio e di abeti, avvicinandosi all’ imponente e dominante vetta del Crep Nudo.

Bivacco Val Zea

Bivacco Val Zea

A quota circa 1200 metri, si lascia salire a destra il sentiero (ex segnavia CAI 969 oggi dismesso) diretto alla Sella di Monte Formica e si piega a sinistra. Attraversato un rugo in una zona sconvolta dalle valanghe, si sale ancora per pochi minuti raggiungendo il bivacco sul bordo inferiore di una faggeta.

Bivacco Val Zea

Bivacco Val Zea

Difficoltà T; ore 3.00 (ore 2.00 dalla fine della strada della Val Zea).

Bivacco Val Zea

Bivacco Val Zea

Vecchia Strada della Val Cellina

La vecchia strada della Val Cellina, costruita nel 1906 e dismessa nel 1992, è oggi una bellissima e nostalgica passeggiata percorribile anche con bambini. Aperta nei mesi estivi con entrata regolamentata da Ponte Antoi (Barcis) e dalla località Ponte Molassa, è inserita nella Riserva Naturale Forra del Cellina. Personalmente per me quella strada è sinonimo di avventura in quanto legata al ricordo delle prime esplorazioni con il mio amico Adriano che mi portò anni fa a percorrerla quando ancora non era stata riaperta al pubblico.

Strada Val Cellina

Scorcio della strada provenendo da Ponte Antoi.

Da qualche anno è stato allestito un sentiero CAI con segnavia 996 che da Montereale Valcellina percorre le falde del monte I Cameroni in destra orografica, e il Monte Fara alla sinistra potendo realizzare un ideale anello. Ideale in quanto i due tronconi di sentiero sono divisi dalla strada che è aperta solo in estate, e tuttora parzialmente, in quanto un franamento ha portato le autorità competenti a tenere chiuso il tratto interessato in quanto non in sicurezza.

Strada Val Cellina

Un mio amico però mi ha proposto un piano diabolico per effettuare l’ anello partendo dal cimitero di Montereale; nonostante abbia appurato che il punto di partenza è a quota 333 (perfetta metà del Numero della Bestia), e sapendo bene che il mio amico, come un mio Zio fa le pentole ma non i coperchi, accetto di partecipare…

Strada Val Cellina

Dal cimitero si punta alla salita alla prima galleria per la Valcellina; alla prima curva salendo dal ristorante si prende un sentiero che poco più in alto sbuca su una pista. Si segue la pista verso Ovest portandosi sul crinale sopra il paese del monte Castello; passata la forcellina tra l’ elevazione del Castello e il Monte Spia si prosegue seguendo il segnavia CAI che lambisce la strada e poi giunge presso un pozzo in un caratteristico spiazzo lastricato nel bosco. A questo punto il sentiero scollina sul versante Nord e si inizia ad intravedere i primi scorci sulla Val Cellina.

Strada Val Cellina

Il sentiero prosegue ora in quota nel bosco, offendo alcune deviazioni verso Casera Rupeit, oppure verso il basso sulla vecchia strada; proseguiamo in quota seguendo fedelmente il segnavia bianco rosso.

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

La catena del Resettum. Al centro la Forcia Bassa, a sinistra l’ omonima vetta e a destra il Colciavas. Spunta il Monte Corta e la Guardia.

Dopo aver passato un canalone con rio secco ed esserci portati sotto le pareti della Cengla dai Pic, il sentiero scende decisamente fino a depositarci sull’ asfalto della vecchia strada nei pressi di una galleria in località Siviledo.

Strada Val Cellina

Volendo limitare l’ escursione si potrebbe percorrere la strada verso Sud alla località di Nale dove uno dei sentieri precedentemente incontrati riporta al segnavia CAI 996. Per saperne di più clicca qui. Noi proseguiamo passando la galleria ed entrando nel canyon della Val Cellina.

Strada Val Cellina

Sulla vecchia strada.

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

Dopo una quarantina di minuti di cammino accompagnati dal torrente e da suggestivi scorci della forra, si giunge al cancello che delimita la Riserva Naturale Forra della Val Cellina nei pressi di quella che era la Vecchia Diga.

Strada Val Cellina

Vecchia diga.

Strada Val Cellina

La strada nei pressi della confluenza con il Torrente Molassa. A destra si intravede il franamento che ha interessato la strada.

Strada Val Cellina

Strada Val Cellina

L’ orrido della Molassa.

Giunti in quache modo al ponte Molassa (altro cancello) si prosegue per la galleria stradale oltre alla quale, nei pressi di un’ opera per lo scolo delle acque, si nota un cartello che indirizza su per una costa boscata. Qui il nostro segnavia CAI 996 coincide con il 983.

Monte Fara

La salita nel bosco sul costone occidentale del Monte Fara.

Il sentiero, a tratti inesistente ma costantemente segnalato, sale per il bosco guadagnando quota. Giunti al bivio segnalato, si abbandona il 983 per seguire il nostro 996 che valicando il costone ci porta ad affacciarci sul versante Ovest del monte Fara; qui l’ambiente cambia nettamente e passiamo da un tranquillo sentiero nel bosco ad una esile traccia su un ripido versante in cui prestare molta attenzione.

Sentiero 996

Scorcio su Barcis e la catena del Col Nudo Cavallo. Spiccano da sinistra i monti Paster, Mèsser, Antander, Venal, Crep Nudo e Col Nudo.

Sentiero 996

Sentiero 996

La vecchia strada vista dll’ alto.

Traversando lungamente in quota si scavalcano tre sellette; dopo la terza il sentiero scende per un macereto a toccare il fondo di un canale; poco dopo si trova un antro adattato a ricovero, ottimo per una meritata sosta.

Sentiero 996

Sentiero 996

Sentiero 996

Antro con muretto a secco.

Ripreso il cammino su una caratteristica cengia, il sentiero migliora decisamente mantenendosi su un versante con pendenza minore. Dopo aver incontrato la deviazione che sale al monte Fara ci si abbassa lungo un altro canale ghiaioso attrezzato con cavetto inutile e divelto, si giunge finalmente ne pressi della galleria del Fara, dove si potrebbe raggiungere la strada e rientrare a Montereale.

Sentiero 996

Sentiero 996

Sentiero 996

Decidiamo ugualmente di proseguire lungo il sentiero che risale decisamente il versante meridionale del monte Fara. Risalendo faticosamente il costone dove parte la Via Michela, si traversa in ghiaione in direzione Est con interessanti scorci sul sottostante invaso di Ravedis.

Sentiero 996

Sentiero 996

Raggiunta faticosamente una croce a ricordo di un defunto cacciatore finalmente finisce la salita ed iniziamo l’ ultimo tratto dapprima in leggera discesa, poi con pendenza più marcata.

Sentiero 996

Nei pressi della croce sul cocuzzolo denominato Sucul Pitau.

In quest’ ultimo tratto il sentiero 996 va ad immettersi sul sentiero CAI 967 che scende in località Fous presso il Ponte di Ravedis. Segnaliamo che poco prima del bivio si può reperire un altro sentiero non numerato che scende direttamente al ponte.

Per compiere l’ anello completo 10 ore; difficoltà E fino a Siviledo, EE dal bivio 983 alla galleria del Fara. Obbligatorio dotarsi di casco da indossare quando si percorre la strada.

Ringraziamo Houdini e Sultana per averci offerto un passaggio fino alla macchina.

Cornòr (2170 m), Castelát (2208 m) e Guslón (2195 m)

Da Col Indes (rotabile da Tambre per S. Anna) si sale per la strada delle malghe (chiusa al traffico) fino alla curva prima della Casera Pian delle Lastre. Per sentiero si sale a destra, si passa presso un’ altra casera e, lasciando più in basso l’ itinerario per Casera Palantina, si prosegue salendo diagonalmente fino a raggiungere la cresta Sud-Ovest della Cima delle Vacche. Il sentiero risale la cresta (caratteristici alcuni alberi secchi) fino a circa quota 1800; qui inizia la lunga traversata sul ripido versante che guarda la Val de Piera e che porta ad unirsi con l’ itinerario basso per il Sassón della Madonna (segnavia CAI 923).

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Passando alla base delle pareti del Monte Cornòr, in breve si raggiunge il Rifugio Semenza e la soprastante Forcella Lastè; fin qui ore 2.45.

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Rifugio Semenza

Dalla forcella si segue la cresta che, senza difficoltà alpinistiche, tocca in successione le tre panoramiche vette separate da forcelle non molto pronunciate. Difficoltà EE, rispettivamente ore 0.45, 1.30 e 2.00.

Inizia la cresta verso la vetta del Cornor.

Inizia la cresta verso la vetta del Cornor.

Cornor

La cresta Col Nudo-Cavallo Settore Centrale.

La cresta Col Nudo-Cavallo Settore Centrale. Il primo a sinistra é il Monte Messer.

Dalla vetta del Cornor il Castelat e la cresta da percorrere.

Dalla vetta del Cornor il Castelat e la cresta da percorrere.

Castelat

Castelat

Giunti quasi in cima al Castelat la vista si apre sul Guslon.

Dalla vetta del Castelat uno sguardo verso Est. Svetta la piramide del Monte Caulana.

Dalla vetta del Castelat uno sguardo verso Est. Svetta la piramide del Monte Caulana.

Il Guslon, l' ultima cima da raggiungere.

A destra il Guslon, l’ ultima cima da raggiungere.

Guslon

Guslon

Guslon

Dal Monte Guslón si può scendere direttamente a Col Indes per i prati del versante Sud-Ovest in ore 1.30.

Guslon

Guslon

Guslon

Tempistiche notevolmente accorciabili evitando continui cambi di assetto di abbigliamento.

Cornor

Cornor

Rifugio Baita Arneri (1630 m)

 

1

Baita Arneri. Foto di Giuseppe Camporini, progettista dell’ attuale allestimento del rifugio.

Adagiato sulle pendici meridionali del Monte Tremol, il Rifugio Baita Arneri è un turistico ristorante, fulcro del polo sciistico di Piancavallo. E’ infatti posto a monte del primo troncone della seggiovia (in funzione d’ inverno, ma anche nel periodo estivo), e ad esso legato in quanto aperto solo quando l’ impianto è in funzione.

Chi non volesse utilizzare la seggiovia per salire a piedi puó avventurarsi lungo il sentiero CAI 993 oppure per le piste da sci in circa 45 minuti. Tuttavia, in estate con seggiovia in funzione si raccomanda di porre la massima attenzione a non ritrovarsi sulla pista di downhill; il geniale tracciato infatti si trova ad intersecare il sentiero nonché le piste da sci.

Vista quindi l’ estrema pericolosità del sentiero, proponiamo un altro tragitto molto interessante che permette di compiere un bel anello passando per la vetta del Col Cornier (1797 m).

Salendo al col Cornier la vista si apre su Cima Manéra e il Cimón dei Furlani.

Salendo al col Cornier la vista si apre su Cima Manéra e il Cimón dei Furlani.

Dai campetti di sci del Sauc si prende il sentiero con segnavia giallo-blu denominato “sentiero delle carbonere”. Il sentiero dapprima risale i campetti raggiungendo una strada che attraversa una zona abitata immersa nel bel bosco. Ripreso il sentiero si sale nel bosco e dopo aver incrociato la pista da sci continua in falsopiano per poi impennarsi a risalire il costone meridionale del Sauc.

Col Cornier

Col Cornier

Col Cornier

Dopo aver toccato la rotonda cimetta del Sauc e la successiva forcella si prosegue seguendo le indicazione per il Col Cornier. Guadagnando quota il panorama si apre sul gruppo del Cavallo nonché verso la pianura e via via anche sulle vicine dolomiti; si prosegue sulla rotonda dorsale con piacevole dislivello fino ad arrivare alla cima del Col Cornier dalla quale spicca la caratteristica croce di vetta.

Col Cornier

Col Cornier

Col Cornier

Dalla vetta si prosegue lungo il sentiero verso Nord che lentamente scende ad aggirare delle colossali voragini formatesi a causa dell’ erosione del terreno di origine carsica. In leggera discesa si va a confluire nel sentiero CAI 993 che proviene da Casera Palantina; lo si segue verso Est raggiungendo il rifugio Arneri dal quale si scende a Piancavallo grazie alla seggiovia, oppure proseguendo lungo il sentiero e per le piste (sconsigliato nella stagione estiva in caso di seggiovia in funzione).

Col Cornier

Col Cornier

Col Cornier

Dalla sommitá del Col Cornier panorama sul gruppo del Cavallo: da sinistra dietro Guslon e Castelat, Cimón di Palantina, Cima Manéra e Cimón dei Furlani; in ombra, Monte Colombera e Tremol.

Ore 3.30 per l’ anello completo; difficoltà Escursionisti.