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Monte Ciampons (1831 m)

Monte Ciampons

Da anni osservo il Monte Ciampons con curiosità; la sua forma tondeggiante posta in mezzo alle alpi clautane non può che attirare l’ attenzione di chi cerca percorsi selvaggi e panorami inusuali. Se aggiungiamo poi una giornata serena di un Natale senza neve non poteva che uscirne un bellissimo anello.

Monte Ciampons

Dal ponte dell’ VIII Alpini si vede tutto il nostro itinerario.

Si parte da Lesis presso il parcheggio del Rifugio Pradut a Pian del Muscol e si attraversa il Cellina grazie al ponte presso l’ area pic-nic. Evitate un paio di deviazioni a sinistra (attenti al lupo) il sentiero svolta a destra e passa davanti ad alcuni edifici. Poco oltre, presso una stalla con cavo pendente, prima dello stabile parte il nostro sentiero che si alza tra i prati volgendo ad Est.

Monte Ciampons

Dopo aver incontrato una piccola ancona ed una vasca presso un’ altra stalla, il sentiero entra definitivamente nel bosco comodo e con pendenza moderata. Dopo aver oltrepassato i ruderi nascosti dalla vegetazione di altre due stalle, a quota 950 circa incontriamo sulla sinistra ben segnalato (frecce e lettera Z.) il sentiero che scende dalla Malga Zuncol e che useremo per il rientro. A questo punto la mulattiera passa un paio di canali e diventa più ripida ma sempre comoda e mantenuta con vari tagli fino ad esaurirsi presso una selletta con un rudere.

Monte Ciampons

Monte Ciampons

Siamo giunti sul crinale a picco sulle Grave di Gere che ci porterà alla panoramica cresta sopra i prati de La Pezzeda. Dalla selletta si sale quindi il pendio erboso e boscoso incontrando un piccolo salto di roccia.

Monte Ciampons

Risalito il salto ci si trova su un ripido prato che si continua a salire con attenzione. Dopo una cinquantina di metri il prato diventa meno ripido e si restringe diventando una crestina a picco sulle Grave alla nostra destra, boscosa e priva di esposizione a sinistra.

Monte Ciampons

Monte Ciampons

Man mano che si sale diventa sempre più netta la sagoma dell’ anticima verso cui converge la cresta e dalla quale parte la traversata in quota al monte Ciampons. Usciti quindi definitivamente dal bosco si percorrono gli ultimi metri di cresta erbosa a risalire l’ anticima dalla quale parte un magnifico camminamento sospeso tra la Valcellina e le Grave di Gere, dal Resettum al Cornaget.

Monte Ciampons

Monte Ciampons

Giunti alla forcella tra la cresta e la vetta principale, non resta che l’ ultima fatica a risalire la dorsale del Ciampon mantenendosi poco sotto i mughi e guadagnando il panorama definitivo su questo splendido sprazzo di Dolomiti Clautane.

Dalla vetta il sistema Dominzon-Dosaip.

Dalla vetta, il sistema Dominzon-Dosaip.

Monte Ciampons

Merle da On, Fale di Cione, Cima Ciolesan, Cima Ciol di Sass. A destra Forcella CIol di Sass e al centro foto in basso la Forcella Cadin.

Per il rientro si torna alla selletta a quota 1768 dalla quale si reperisce un sentiero abbastanza marcato segnalato anche da ometti che traversa verso Ovest arrivando poco sotto il crinale alla nostra sinistra che in questo punto si biforca: per giungere alla sottostante Malga Zuncol, si può sia proseguire scendendo il costone principale, oppure prendere quello a destra che porta alla Forcella Cadin dalla quale un sentiero in quota raggiunge la malga.

Monte Ciampons

Dai ruderi della malga, si contorna il cimotto prospiciente alla stessa (Zuncol) passandolo a destra e ricercando poco sotto nel bosco i resti di una vasca; dalla vasca un sentiero scende di qualche metro trovando una altro sentiero marcato che continuando a contornare lo Zuncol esce dal bosco per un evidente varco prativo dal quale il sentiero scende prima per traccia tra i prati, poi segnalato da bolli e frecce rosse ed evidenti tagli nella vegetazione di faggio e nocciolo fino a giungere al bivio incontrato lungo il sentiero di salita. Da qui a destra si ripercorre la mulattiera ad incontrare le varie stalle viste all’ andata fino alla macchina.

Monte Ciampons

Ore 4.00 alla vetta, 2.30 per il rientro passando per Malga Zuncol. Difficoltà EE. Il tratto più impegnativo è la salita della cresta lungo il ripido prato, per il resto  una piacevole passeggiata per esperti. Da non sottovalutare il fattore orientamento in discesa dalla vetta alla Malga Zuncol e poco oltre a reperire il sentiero di discesa.

Monte Ciampons

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Ricovero Casera Pramaggiore (1812 m)

Casera Pramaggiore

La Casera Pramaggiore, utilizzata per la monticazione del bestiame fino al 1966 e quindi andata praticamente in rovina, è stata ristrutturata e trasformata in ricovero dalla Sezione CAI di San Vito al Tagliamento nel 1982, ed è affiliata alla Fondazione Antonio Berti. É sempre aperta, ha una piccola cucina, ed è dotata di 8 posti letto. L’ acqua si trova a circa 10 minuti sul sentiero diretto verso Ovest al Passo Pramaggiore.

Dal ripiano della casera verso il gruppo Caserine Cornaget.

Dal ripiano della casera verso il gruppo Caserine Cornaget.

L’ accesso più diretto è dal Rifugio Pussa lungo il sentiero CAI 366 per il Ciól de Pès; in alternativa, sempre dal Rifugio Pussa per la Casera Col de Pòst (ore 3.15), oppure dal Ponte Riva del Ciartèr lungo il Filone Crocetta (ore 3.15). Relazioniamo qui di seguito il primo dei tre menzionati.

La mulattiera ha inizio subito a monte del ponte della carrozzabile della Val Settimana sul Ciól de Pès (bella cascata a sinistra), a circa 1,5 chilometri dal Rifugio Pussa. Risalita con numerosi tornanti la “Costa Danada”, la mulattiera si dirige alla vicina Casera Col de Pòst (1249 m); poco prima della casera (tabella), si lascia a destra la mulattiera e si scende con un sentiero ad attraversare il torrente circa 30 metri più in basso, in fondo alla Val delle Meríe.

Casera Pramaggiore

Casera Pramaggiore

Attraversato il torrente, si riprende a salire verso sinistra, si oltrepassa un altro piccolo rugo e quindi si sale ripidamente lungo un costone. Oltrepassata una faggeta,si attraversa il Ciól de Pès che scende con delle belle cascate e quindi, dopo essere salito diagonalmente verso sinistra, il sentiero rimonta un altro ripido costone con alti alberi.

Casera Pramaggiore

Si va quindi nuovamente verso destra e, attraversata una fascia di pino mugo, si risale una valletta erbosa che porta direttamente alle spalle del ricovero che si vede all’ ultimo momento.

Casera Pramaggiore

Dalla casera si può salire all’ omonima vetta soprastante, oppure alle cime Cadin e Postegae; una bella traversata è il rientro al Rifugio Pussa passando per Forcella Lareseit.

Il Monte Pramaggiore.

Il Monte Pramaggiore.

Casera Pramaggiore

Il massiccio del Cornaget. Al centro, nella conca verde il Bivacco Goitan.

Cenglòn

Casera Chiampiuz e Casera Senons sono le due belle casere del gruppo Caserine Cornaget affacciate rispettivamente sul versante Val Tagliamento e Val Settimana di due diversi settori del gruppo: dorsale del Limèt e Nodo Centrale.

Tra le due casere non vi è alcun collegamento ufficiale, ad eccezione del mai realizzato sentiero CAI 394 (che arriva però al Rifugio Pussa) e della traversata da noi effettuata attraverso le Lastre di Peschis, consigliabile in direzione Senons-Chiampiuz.

Bello, spettacolare, e consigliabile nel verso opposto è invece il Cenglòn, una bancata formata da una serie di catini ghiaiosi sospesi centinaia di metri sopra il Canal Grande di Meduna, generatasi dallo scorrimento delle faglie spinte dalla placca africana su quella europea, fenomeno geologico unico nella regione Friuli Venezia Giulia.

Evidenziate dal sole, a destra le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze.

Evidenziate dal sole, a destra Forca da la Crous e le Lastre di Peschis, al centro Forcella Claupe, e a sinistra la cresta senza nome sotto la quale si intuisce il Cenglòn. Dietro le Vette Fornezze. Foto scattata dal Frascola.

Da Casera Chiampiuz per il sopra citato sentiero CAI 394 si raggiunge in breve l’ ampia e verdeggiante Forca da la Crous, dalla quale ci si discosta in versante Meduna per una traccia che porta ad entrare in un catino ghiaioso posto a Sud delle Lastre di Peschis.

Forca da La Crous.

Forca da La Crous.

Cenglon

Questi va attraversato in leggera discesa seguendo le tracce di animali e raggiungendo una dorsale boscata dalla quale si entra nel bacino imbrifero del Rio Brustulat. Una volta raggiunto il fondo del canalone si continua a scendere seguendo l’ impluvio e dopo aver disceso una parte particolarmente friabile, si perviene ad una sorgente sulla destra.

Cenglon

Dalla sorgente si inizia a traversare in quota mantenendosi sotto le pareti, cercando a volte i varchi migliori tra la fitta vegetazione di mughi. Aiutati da tagli e radi ometti si passano un paio di punti friabili ed alcuni ripari naturali fino a trovarsi sotto al compluvio di Forca Claupe che si guadagna quindi in salita.

Foto di Jacopo Verardo.

Tra mughi e roccette. (Foto di Jacopo Verardo).

Foto di Maja Ogrizek.

Qui solo roccette. (Foto di Maja Ogrizek).

In Forcella Claupe. Foto di Antonio Armellini.

In Forcella Claupe. (Foto di Antonio Armellini).

Dalla forcella si prosegue verso Sud-Ovest risalendo la pala di quota 1906 e puntando ad una evidente lingua d’ erba che sale ripidamente diventando canalino e portando a guadagnare un panoramico pulpito rivolto verso le Lastre di Peschis.

Cenglon

Le Lastre di Peschis dal panoramico pulpito.

Qui un passaggio permette di tornare in versante Meduna su un costoncino sempre colonizzato da mughi che va disceso per una quarantina di metri volgendo poi verso destra dove improvvisamente ci si trova di fronte all’ imbocco del Cenglòn.

Costoncino con mughi. Foto di Maja.

Costoncino con mughi. (Foto di Maja).

L' imbocco del Cenglòn. Foto di Jacopo.

L’ imbocco del Cenglòn. (Foto di Jacopo).

Qui parte una meravigliosa cavalcata in quota che si mantiene costantemente in panoramica visuale sulle Sorgenti del Meduna, il pascolo di Casera Cuel e la dirimpettaia Cima Leadicia. A fare da sfondo Frascola, Celorum, Caserine, Cima Nartais.

Cenglon

Le Sorgenti del Meduna. Svetta il Burlaton e dietro di esso le Caserine Alte. A sinistra Forcella Pierasfezza ed in basso il pascolo di Casera Cuel.

Il percorso parte su ghiaino compatto e riserva subito uno spettacolare esempio di specchio di faglia formatosi dalla enorme pressione della spinta delle placche che ha levigato perfettamente le superfici di contatto degli strati.

Foto di Antonio.

Fotografando lo specchio di faglia. (Foto di Antonio).

Si attraversano poi una miriade di catini abbastanza larghi da non far intuire l’ estrema esposizione sul vuoto a cui si è sottoposti percorrendo il Cenglòn.

Foto di Antonio.

(Foto di Antonio).

Cenglon

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

La prima parte del Cenglòn da noi percorsa.

Cenglon

Cenglon

Cenglon

Foto di Andrea.

(Foto di Andrea).

Dopo aver sceso una bella e comoda rampa ghiaiosa, si giunge infine alla parte terminale della cengia che, come è iniziata, si conclude con un traverso su ghiaino compatto.

Cenglon

Comoda rampa finale. Foto di Tiziano Ros.

Comoda rampa finale. (Foto di Tiziano Ros).

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Forcella Nartais e il canolino che dovremo risalire per raggiungerla.

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Il Cenglòn si sta per esaurire. (Foto di Maja).

Si giunge quindi nel canalone che scende dalle due Vette Fortezze, lo si traversa, e si punta a raggiungere la soprastante Forcella Nartais risalendo il canale che da essa si genera (terreno molto friabile, pericolo di muovere sassi su chi segue, masso incastrato che obbliga ad un passaggio di III grado, ripido prato finale), oppure si suggerisce di puntare a raggiungere appena possibile gli arbusti posti sul costone in destra orografica per aiutarsi a risalire il ripido contrafforte (mugo-ferrata).

Cenglon

Il canalone tra le Fornezze.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Inizia la salita verso Forcella Nartais.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Parte del Cenglòn visto da dentro il canalino.

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Terreno sempre più ripido, friabile e sassoso. (Foto di Antonio).

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

Uscita dal canalino su ripidissimi prati.

In entrambi i casi si esce nei pressi di Forcella Nartais dove ad accoglierci troveremo dei mughi amicali.

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

Salendo verso i mughi amicali. (Foto di Andrea Fiorot).

In forcella! (Foto di Jacopo).

Dalla forcella prima per facile traverso su ghiaino e poi per comodo sentiero, in poco più di un’ ora si arriva a Casera Senons e di lì al Rifugio Pussa.

Ore 8.00 da Casera Chiampiuz al Rifugio Pussa. Difficoltà RR+

Traversata delle Lastre di Peschis (1871 m)

Le Lastre di Peschis sono una verdeggiante ed affilata cresta appartenente alla dorsale che da Forcella Lareseit al Passo Rest funge da confine naturale tra le province di Udine e Pordenone. Le Lastre si estendono brevemente da Forcella da la Crous alla Forcella Claupe presentando un severo versante Sud pieno di risalti su roccia instabile, mentre a Nord, verso Forni di Sotto, la montagna si presenta coperta di vegetazione ed abbandonata da anni.

In primo piano le Lastre di Peschis fotografate dalla vetta del Frascola. A destra Forca da la Crous, mentre a sinistra, fuori campo, si intuisce Forcella Claupe.

In primo piano le Lastre di Peschis fotografate dalla vetta del Frascola. A destra, verdeggiante, Forca da la Crous, mentre a sinistra, fuori campo, si intuisce Forcella Claupe.

Nonostante questo, sicuramente in versante Forni i sentieri alle sopraccitate forcelle potrebbero essere ancora rintracciabili (ipotesi da verificare), ma noi, affezionati alle avventurose traversate esplorative, abbiamo ideato un nuovo collegamento tra i ricoveri di Casera Senons e Casera Chiampiuz.

La cresta Sud delle Lastre di Peschis. Al centro in basso Forcella Claupe.

La cresta Sud delle Lastre di Peschis. Al centro in basso Forcella Claupe.

Da Casera Senons si sale alla Vetta Fornezze per la Via del Foro. Dalla vetta si scende lungo la via normale lungo la cresta Nord-Ovest portandosi nel sottostante catino tra le due Fornezze.

In discesa dalla Vetta Fornezze. Foto di Maja.

In discesa dalla Vetta Fornezze. Foto di Maja.

Vetta Fornezze

Il catino tra le due Fornezze. Giganteggia il Chiarescons.

Il catino tra le due Fornezze. Giganteggia il Chiarescons.

Giunti qui si sale alla forcella tra le due vette e poi a sinistra su per il cono di ghiaia lungo la via normale alle Cengle Fornezze fino alla forcellina tra la cima principale e Cima Stief.

Cengle Fornezze

Digressione alla cima di Vetta Fornezze.

Digressione alla cima di Vetta Fornezze.

Dalla forcella si scende il canalino ripido e franoso che in breve deposita sui catini in versante Forni.

Giù per il canalino.

Giù per il canalino.

Cengle Fornezze

Passata una prima forcellina, ci si mantiene in quota seguendo tracce di animali e varchi tra i mughi, ad aggirare lungamente la quota 1906 passando varie fasce rocciose che oppongono alcuni passaggi di arrampicata in discesa giungendo infine a Forcella Claupe.

Usciti dal canalino si vede tutto il nostro itinerario: Quota 1906 che traverseremo, e le Lastre di Peschis di cui percorreremo la cresta Sud; in mezzo si intuisce la depressione di Forcella Claupe.

Usciti dal canalino si vede tutto il nostro itinerario: Quota 1906 che traverseremo, e le Lastre di Peschis di cui percorreremo la cresta Sud; in mezzo si intuisce la depressione di Forcella Claupe.

Lastre di Peschis

Cengle Fornezze; alla base delle rocce a sinistra le ghiaie che scendono dal canalino da noi percorso.

Cengle Fornezze; alla base delle rocce a sinistra, le ghiaie che scendono dal canalino da noi percorso.

Lastre di Peschis

Iniziano i passaggi…

250

...in discesa per Forcella Claupe. Foto di Tiziano.

Foto di Tiziano.

Forcella Claupe.

Forcella Claupe.

Dalla forcella inizia la salita alle Lastre di Peschis con un’ esposta cengetta che permette di salire il primo risalto, dopodichè ci si immerge in un mare di mughi che oppongo una certa resistenza alla progressione.

Inizia la salita. Foto di Jacopo.

Inizia la salita. Foto di Jacopo.

Foto di Gongo.

Foto di Gongo.

La quota 1906 che abbiamo attraversato tra mughi e roccette. Foto di Maja.

La quota 1906 che abbiamo attraversato tra mughi e roccette. Foto di Maja.

Faticando tra i mughi.

Faticando tra i mughi.

Gioventù bruciate. Foto di Gongo.

Gioventù bruciate. Dietro di loro il Canal Grande di Meduna. Foto di Gongo.

Giunti ad un successivo salto impraticabile, ci si sposta a sinistra a risalire la rampa di un angusto canalino che porta ad una breve cresta sbrecciata molto esposta con rocce instabili, a cui segue un risalto di un paio di metri strapiombante con mugo risolutore.

La rampa.

La rampa.

Cresta sbrecciata.

Cresta sbrecciata. In alto a destra, in ombra, il passaggio chiave.

Superata anche questa difficoltà, rimane da fare il salto di una forcellina (il cosiddetto “salto della capra”) e subito si è in vetta alle Lastre di Peschis.

Il "Salto della Capra". Foto di Andrea.

Il “Salto della Capra”. Foto di Andrea.

Finalmente in cima!

Finalmente in cima!

La traversata continua lungo la cresta che prosegue verso Est. La cresta si presenta ricoperta di mughi a Nord, esposta sui baratri della Val Meduna a Sud.

Lastre di Peschis

Lastre di Peschis

Lastre di Peschis

Foto di Maja.

Foto di Maja.

Giunti nei pressi di una forcella tra la nostra cresta ed il Colle Pondeban, si scende definitivamente a Nord andando ad intersecare quello che avrebbe dovuto essere il sentiero CAI 394 (pulito dai mughi fino ad un certo punto e poi mai realizzato) che con andamento più tranquillo e pochi problemi di orientamento ci porta a raggiungere prima la Forca da la Crous, e poi Casera Chiampiuz.

Lastre di Peschis

Forca da la Crous.

Forca da la Crous.

500

520

Ore 10.00 per la traversata totale; difficoltà RRR (Rangiarse, RRangiarse, RRRangiarse!)

Note: la prima traversata delle Lastre di Peschis da Forcella Claupe a Forca da la Crous è stata effettuata da Giorgio Madinelli e Ruggero Petris.

La neo costituita sezione friulana della Federazione Italiana Greppisti Anomali dedicata a Sergio Fradeloni ha effettuato in data 18 giugno 2016 una gita sociale aperta ad iscritti e simpatizzanti in cui si è avuta la prima ripetizione della traversata, nonchè la prima traversata assoluta dalle Cengle Fornezze alla Forcella Claupe. Gli aderenti alla gita sono stati Giorgio Madinelli, Andrea Fiorot, Jacopo Verardo, Maja Ogrizek, Tiziano Ros, DolomitiDxTagliamento.

Ringraziamo per averci aiutato nella logistica della traversata Frencesco Bertelli, Luca Visentini e la moglie (o compagna) Claudia. Un plauso inoltre va elargito a Giorgio Madinelli per aver pianificato ed orchestrato tutti gli aspetti organizzativi.

Forca da la Crous

Forca da la Crous

Vetta Fornezze (2110 m)

Vetta Fornezze e Cengle Fornezze sono le Twin Peaks a cavallo tra la Val Senons, Canal Grande di Meduna, e valle di Forni, da cui appunto prendono il nome di appartenenza , in quanto più facilmente raggiungibili da tale versante. La più alta delle due, Vetta Fornezze, offre una via normale che partendo dall’ abitato di Forni di Sotto, passa per il Col della Valle e dal catino tra le due Fornezze guadagna il costone Nord-Ovest fino alla cima.

Il costone Nord-Ovest dove sale la via normale a Vetta Fornezze.

In primo piano il Chiarescons; sotto il costone Nord-Ovest dove sale la via normale a Vetta Fornezze.

Ben più impegnativo è l’ approccio dalla Val Senons. Una possibilità è un Viaz d’ animali che da Casera Senons porta alla cresta Nord-Ovest; per saperne di più clicca qui. L’ altra via è una vera e propria ascensione protoalpinistica completa di cengia mozzafiato, brevi arrampicate sul vuoto, e spettacolare foro di uscita. Tale via , denominata Via del Foro, è stata aperta da Giorgio Madinelli e Celestino Folegot il 10 dicembre 2015; la relazioniamo qui dopo aver effettuato la prima ripetizione ufficiale il 18 giugno 2016.

Da Casera Senons si prende il sentiero che sale a Forcella Nartais; giunti circa a quota 1675, un segnale su un albero ci indica un bivio; tralasciando il sentiero che sale in forcella, si segue una traccia tagliata tra i mughi che verso sinistra porta a traversare sotto le pareti fino ad entrare nel Ciol delle Medate e lo si risale integralmente fino a giungere all’ intaglio che ne fa capo.

Vetta Fornezze

Traversando verso il Ciol de le Medate.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Nel Canalone.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Giunti qui, si prende la cengia che verso sinistra aggira un costoncino erboso che si risale ad uno stretto intaglio oltre il quale qualche metro di spigolo affilato ma con roccia buona deposita su un altro costoncino cui fa capo una formazione rocciosa che ricorda un roditore.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Si aggira la formazione passando a sinistra e ci si ritrova in un piccolo catino sospeso sopra la Val Senons oltre i quale ci appare il caratteristico foro da cui prende il nome la via.

Vetta Fornezze

Superato un angusto canalino (attenzione ai sassi instabili) si passa il foro lavorando in opposizione e pervenendo su un esposto e panoramico pulpito affacciato verso la gemella Cengle Fornezze.

Vetta Fornezze

A questo punto, passata un’ esile cengetta si sale per alcuni metri esposti ma di buona roccia ed aiutati dai mughi in pochi minuti si è ai prati sommitali della cima.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Ore 3.00, difficoltà A, con diversi tratti di I ed un passo di II. Prima ripetizione effettuata da Giorgio Madinelli, Andrea Fiorot, Jacopo Verardo, Maja Ogrizek, Tiziano Ros, DolomitiDxTagliamento; un ringraziamento ai partecipanti per aver condiviso le foto presenti in questo articolo.

Vetta Fornezze

Vetta Fornezze

Cima Nartais (1914 m)

Poco faticosa e con difficoltà di orientamento accettabili, Cima Nartais è una cima minore a cavallo tra la Val Senons e il misterioso Canal Grande di Meduna. Dotata di ampio panorama su insolite cime e valli nascoste, risulta essere ottima per un allenamento in attesa della bella stagione.

Cima Nartais

Dalla Casera Senons si prende il tratturo che parte accanto al tavolo esterno, e dirigendosi verso Nord si infila nel fitto bosco dietro alla casera. Dopo essere passati accanto a due doline, si seguono gli ometti che si inoltrano nella faggeta (attenzione ad un ceppo con sopra ometto posto all’ inizio del sentiero).

Cima Nartais

Il sentiero sale a stretti tornanti la bella faggeta, sempre segnalato da provvidenziali ometti e tagli nella vegetazione, fino a giungere a quota 1700 circa, dove due frecce incise su un albero indicano un bivio: a sinistra si traversa in direzione del Vallon delle Medate, mentre noi proseguiamo in salita seguendo il sentiero che aggira un piccolo sperone pervenendo subito dopo sulla sommità dello stesso.

Cima Nartais

Risalito un ghiaioncino per pochi metri, ci si presenta un piccolo canalino che va risalito dapprima sul fondo, e poi portandosi sul prato alla sinistra di esso fino a quando va ad esaurirsi sotto le rocce; si attraversa il canale, e si risale ancora per qualche metro mantenendosi sul fondo, oppure tra i mughi a destra.

Cima Nartais

Quando il canalino sembra dirigersi verso Nord-Ovest , lo si abbandona iniziando un panoramico traverso verso destra che oppone subito una cengetta non esposta ma con detrito, dopo la quale si intravede la Forcella Nartais.

Cima Nartais

Cengetta con detrito.

Cima Nartais

A destra si intravede la Forcella Nartais.

Cima Nartais

Da sinistra Caserine Alte, Forcella di San Francesco, Corn de Senons, Quota 2213, Cima di San Francesco, Cima Pussa.

Si continua a traversare mantenendosi sotto le pareti a volte abbassandosi leggermente ed evitando le varie tracce di animali che portano in alto. Giunti in forcella, si prosegue verso Est mantenendosi in versante Meduna; seguendo tracce di animali tra i mughi alternati a schiarite erbose, in breve si giunge in cima.

Da Forcella Nartais il canale che scende nella Val Meduna.

Da Forcella Nartais verso la Val Meduna…

...ben visibile il Cenglon.

…ben visibile il Cenglòn.

Cima Nartais

Da Cima Nartais panorama verso la Val Settimana.

Da Cima Nartais panorama verso la Val Settimana.

Ore 2,00 da Casera Senons; difficoltà E.

Cima Nartais

Cima Nartais

Cima Nartais

Cima di Bortoluth (2160 m)

Cima di Bortolusc

La Cima di Bortoluth vista dall’ omonimo Cadin. Ben evidenti le tre rampe del versante Nord-Est, superiore, mediana e inferiore

Ignorata dai più in quanto non raggiungibile da alcun sentiero segnalato nelle mappe, la Cima di Bortoluth è una caratteristica vetta all’ ombra delle Caserine. La via normale aperta da G. Morassutti con A. Giordani si reperisce dal Cadin delle Pregoiane utilizzando il versante Nord-Ovest che è il più appoggiato; viceversa, rimanendo in ambito classico si può salire da Sud tramite la via Fradeloni-Segolin, oppure la più impegnativa via Casara-Cavallini sul versante Ovest. Tuttavia, Giorgio Madinelli ha svolto negli ultimi mesi un lavoro certosino di esplorazione ricavandone altre 3 vie di ascensione nei versanti Nord, ed Est. Descriviamo in questa sede la salita per il Canalone Est in quanto pregevole è l’ avvicinamento ad esso tramite il Cadin de Bortoluth.

Dalla Casera Senons si traversano i prati che la precedono e ci si abbassa nella fossa del rio sottostante. Guidati dagli ometti si traversa il greto e si va a reperire una traccia che risale un costone boscato.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

La traccia, ben visibile, sale nel bosco a tratti agevole e in alcuni punti più sconnessa e incerta fino ad entrare nel suggestivo Cadin de Bortoluth rinserrato tra l’ omonima vetta, Cima Pussa e Cima di San Francesco.

Cima di Bortolusc

Si attraversa quindi il cadin con percorso non obbligato puntando alle ghiaie che scendono dalla Cima de Bortoluth; raggiunta la base delle stesse, in terreno si fa più ripido e la salita più faticosa.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Guadagnando quota la prospettiva ci rivela la fenditura in cui scende la rampa-canale da affrontare, fin qui celata alla vista. Giunti alla base si attacca quindi la rampa cercando i passaggi migliori e facendo particolare attenzione alla roccia friabile, nonché a non smuovere possibili massi in bilico.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Dopo 200 metri di arrampicata divertente, ma da affrontare con la giusta concentrazione, si giunge quindi ad un foro naturale tramite il quale si esce dalla via pochi metri sotto la vetta.

Cima di Bortolusc

Panorama esteso sulla Carnia e Alti Tauri, Dolomiti e Alpi Giulie, le vicine Pregoiane e Pramaggiore.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Ore 3.30; difficoltà Escursionisti Esperti. Rientro per la via normale.

Cima di Bortolusc

Cima di Bortolusc

Casera Bregolina Piccola (o di Claut, 1746 m)

Casera Bregolina Piccola

Vecchio edificio pastorale […]; ricovero confortevole. Si trova ad Ovest e circa 100 metri piú in basso dell’ ampia forcella Dôf, in una zona di vasti pascoli a Nord delle Pale Candéle.

La Casera Bregolina Piccola, è di proprietà dell’ Ente Parco Dolomiti Friulane che ne ha apportato un’ ottima ristrutturazione. La casera presenta, oltre ad alcuni locali di servizio al Parco chiusi a chiave, un locale adibito a bivacco sempre aperto fornito di tavolo, caminetto, stufa, un soppalco con 3 posti letto e addirittura lavello con rubinetto e bagno interno. Al di fuori, una bellissima fontana fornisce acqua fresca.

Casera Bregolina Piccola

L’ accesso piú diretto alla casera è dal Ponte Rive del Ciartér in Val Settimana lungo il sentiero segnava CAI 370 in ore 3.15; difficoltà Escursionistica.

La mulattiera ha subito inizio dopo il ponte e, salendo verso sinistra, prende subito quota internandosi sulla sinistra idrografica della Val Cerosolín. La mulattiera attraversa numerosi canaloni (qualche passo richiede attenzione) e perviene a quota 1229 sopra una bella cascata e presso una sorgente.

La mulattiera ha subito inizio dopo il ponte e, salendo verso sinistra, prende subito quota internandosi sulla sinistra idrografica della Val Cerosolín. La mulattiera attraversa numerosi canaloni (qualche passo richiede attenzione) e perviene a quota 1229 sopra una bella cascata e presso una sorgente.

Si lascia a destra il sentiero segnavia CAI 388 diretto al ricovero “Casera Pramaggiore” e si attraversa il torrente sopra una bella cascata. Con un tornante in bosco, il sentiero segnavia CAI 370 si porta alla base del pascolo abbandonato di Casera Col d’ Agnéi che si vede poco sopra.

Casera col d' Agnei

Si traversa alla base del pascolo e, oltrepassato un canalone, si inizia a salire nel bosco in direzione Sud-Ovest.

Casera Bregolina Piccola

Si sale a sinistra del torrente che scende dalla Forcella Dôf in un bel bosco; poi, nella parte alta, si passa sulla destra del torrente e per terreno franoso si raggiunge l’ ampio prato pianeggiante della Forcella Dôf.

Casera Bregolina Piccola

Oltrepassata la forcella, si scende per buon sentiero ed in breve si raggiunge, sulla sinistra del fondo valle, la casera.

Altra possibilitá è dalla Val Cimoliana partendo dal Rifugio Pordenone e passando per Casera Bregolina Grande mediante lo stesso CAI 370; questo percorso viene  denominato Trekking delle Bregoline.

Dalla Forcella Dof si osserva il pascolo di Casera Bregolina Grande. In lontananza la Cima dei Preti.

Dalla Forcella Dof si osserva il pascolo di Casera Bregolina Grande. In lontananza la Cima dei Preti.

Piú avventuroso è invece l’approccio dalla Val Cimoliana tramite l’ex sentiero CAI 371 da Ponte Confóz (ore 4.30-5.00, difficoltà EE), oppure dalle Stalle Nucci in Val Settimana per la Sella del Turlon (2104 metri) tramite l’ ex sentiero CAI 385 (ore 5.30, difficoltà EE). Descriviamo qui di seguito quest’ ultimo percorso.

Si attraversa il Torrente Settimana su un ponte in ferro, si passa presso la vicina Stalla Nucci e quindi si segue un sentiero (segnavia 385) che, attraversato a destra un ruscello, sale alla base del ripidissimo versante meridionale delle Pale Candele.

Casera Bregolina Piccola

Il sentiero risale questo pendio arrampicandosi ripidamente sfruttando cenge e canalini su un terreno che dal basso sembra impercorribile. Senza difficoltà ma con notevole fatica e continua attenzione, si raggiunge prima una rampa inclinata sotto un’ alta parete lungo la quale si scende per alcuni metri e quindi, dopo un altro tratto molto ripido in mezzo ai mughi, il vecchio pascolo (Tamerút 1645 metri).

Casera Bregolina Piccola

Casera Bregolina Piccola

Si attraversa il prato verso sinistra (attenzione al segnavia fra le erbe alte) e quindi si sale verso alti alberi oltre i quali si ritrova il sentiero che, a tornanti, sale a raggiungere una crestina secondaria a monte di un caratteristico torroncino.

Casera Bregolina Piccola

Casera Bregolina Piccola

Il resto del percorso è ora visibile: si sale diagonalmente verso sinistra oltre fasce di pino mugo e zone franose fino ai ripidi prati sotto la forcella; per tracce sui ripidi verdi, sempre verso sinistra, si raggiunge la Sella del Turlón: splendido panorama; fin qui ore 4.30.

Casera Bregolina Piccola

Casera Bregolina Piccola

Dalla Sella Turlon, Cima dei Preti e Duranno.

Dalla Sella Turlon, Cima dei Preti e Duranno.

Ciol di Sass, Cima Ciolesan e la Val Piovín.

Ciol di Sass, Cima Ciolesan e la Val Piovín.

Monfalconi. A sinistra spunta il Campanile; piú alto di tutti il Monfalcon di Montanaia.

Monfalconi. A sinistra spunta il Campanile; piú alto di tutti il Monfalcon di Montanaia.

Casera Bregolina Grande.

Casera Bregolina Grande.

Si prosegue scendendo sul versante della selvaggia Val Pezzéda; si scende per tracce su prati e quindi per sentiero verso sinistra in mezzo a radi larici.

Dalla sella discesa nella Val Pezzeda. Al centro in basso il poggio di Casera Fabbro, sullo sfondo il Monte Ferrara, la Forcella Ciol de Mont, e la cresta delle Cime Postegáe.

Dalla sella discesa nella Val Pezzeda. Al centro in basso il poggio di Casera Fabbro, sullo sfondo il Monte Ferrara, la Forcella Ciol de Mont, e la cresta delle Cime Postegáe.

Raggiunto un torrentello (Le Saline), si piega a destra per un bel sentiero di pascolo e si passa alla base di un salto roccioso e di un ripido canalone. Si perviene cosí al poggio dove ci sono i ruderi della Casera Fabbro 1706 metri; si percorre ora un bel sentiero in quota e presso un marcato vallone si incontra il sentiero che sale da sinistra proveniente dalla Val Pezzéda e dalla Casera Bregolina di Cimolais. In leggera salita si segue ora il segnavia CAI 370 ed in breve si raggiunge il pascolo e la Casera Bregolina Piccola.

Casera Bregolina Piccola

Casera Bregolina Piccola

Casera Bregolina Piccola

Casera Bregolina Piccola

Si fa presente che il sentiero non essendo manutentato da una ventina di anni, pur non avendo problemi di interruzioni ed essendo ancora presente la segnaletica, richiede esperienza in quanto la traccia è molto debole e invasa dalle erbe sia nella parte dentro al bosco, che nella parte superiore negli ampi prati sommitali.

 

 

 

Via Bepino

“Quelli che pensano che tutto sia stato fatto nelle Alpi mi fanno sorridere. Mancano di riflessione. Resta pieno di problemi, puoi riempire la tua vita di avventura qui, senza andare a cercare altrove”.

                  Patrick Berhault

Oggigiorno, nell’ epoca degli exploit, dell’ XI grado e dell’ artificiale, tutti coloro che hanno a che fare con la montagna, gitanti della domenica come alti esponenti e accademici del CAI, sono fermamente convinti che per aprire una nuova via nelle Alpi debba essere necessario viaggiare almeno sul VI grado.

Accade invece che nelle lande desolate della Destra Tagliamento ci sia ancora terreno inesplorato e qualcuno in grado di tracciare nuove vie di difficoltà Escursionistica. Ed è cosí che il 27 settembre 2014 Giorgio Madinelli, accompagnato da Gloria Cossettini, Francesco Cofone e Francesco Marcolin apre una nuova via sul versante Est del monte Caserine Alte, totalmente indipendente dalla base all’ uscita presso la cresta principale, con difficoltà massime di I grado.

Quella che andiamo a descrivere ora è dunque la prima ripetizione avvenuta il 7 agosto 2015 ad opera dello stesso apritore, il fratello Andrea, e del sottoscritto.

Il problema oggettivo di questa via è che la parete Est delle Caserine si innalza dalla valle denominata Canal dal Vuár, raggiungibile solo dopo una giornata di avvicinamento su tracce di sentieri abbandonati; il luogo offre spartani punti di appoggio come il Clapón dal Vuár oppure il Clapón di Leandrina.

Clapòn di Leandrina.

Clapòn di Leandrina.

Clapòn di Leandrina.

Dal fondovalle non è possibile entrare direttamente nel canale principale, perciò si deve prendere un canalino secondario con acqua al quale si accede salendo una paretina vegeto-minerale molto articolata.

Via Bepino

La paretina vegeto-minerale.

Via Bepino

Risalito il canalino lo si abbandona quando non è piú praticabile tenendosi a sinistra sul costoncino che lo rinserra; quando i mughi non permetto piú la risalita, si traversa verso sinistra (tagli), si sale un solco e poi ancora a sinistra pervenendo finalmente nel canale principale dello Stavai Grant.

In entrata dello Stavai Grant.

In entrata dello Stavai Grant.

Via Bepino

Cima Leandrina e Cima Leadicia.

Da qui si sale lungamente dapprima nel fondo del canale per poi abbandonarlo a favore dei prati.

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Piú in alto anche i prati si esauriscono e lasciano il posto alla roccia fino a giungere alla cresta sommitale presso un caratteristico intaglio.

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Via Bepino

Lungo la cresta quindi, seguendo i bolli rossi in breve si giunge in vetta alle Caserine.

Via Bepino

Cornaget, quota 2213 e Cima San Francesco.

La cresta verso le Caserine Basse.

La cresta verso le Caserine Basse.

Via Bepino

La Val Senòns sovrastata dal Chiarescons.

La Val Senòns sovrastata dal Chiarescons.

Difficoltá EEA, con passaggi massimi di I grado; qualche passo di II sulla cresta. Ore 4.50 dall’  attacco all’ uscita in cresta; ore 5.00 alla vetta.

La via é dedicata a Bepino Madinelli.

Via Bepino

Caserine Alte (2306 m)

Il Monte Caserine Alte appare dalla pianura come una cima piatta, quasi fosse stata mozzata da un gigante per farne uno sgabello, oppure si trattasse di una pianura innalzata in tempi remoti da qualche misterioso cataclisma.

Le Caserine viste dalla Piana di Toppo.

Le Caserine viste dalla Piana di Toppo.

In realtà tale cima è la piú alta del sottogruppo, e dà quest’idea a causa della prospettiva schiacciata; infatti, dalla valle di Senòns la forma della vetta appare ben definita, e dalla stessa poi parte la lunga ed affilata cresta che porta alle Caserine Basse.

Caserine Alte viste da Casera Senòns.

Caserine Alte viste da Casera Senòns.

Se visto da Est invece il corpo del monte appare un’ imponente, maestosa, spettacolare successione di placconate che si innalzano per mille metri dal fondovalle.

Essendo la seconda cima di un gruppo pressoché sconosciuto ai piú, ovviamente il Caserine Alte non gode di grande fama; la via normale sale lungo la cresta Nord partendo dalla Forca del Pedòle e si svolge in gran parte su traccia evidente con qualche passaggio su roccia, segnalata da bolli e ometti.

Al Centro la Forca del Pedóle.

Al centro la Forca del Pedóle.

Dalla Casera Senòns si prende il nuovo sentiero del Parco con segnavia 393 che porta sotto al Cadin de Senons. Giunti al punto piú alto del sentiero, si deve reperire l’ ex sentiero CAI 393 diretto alla Forca dal Cuel; una volta giunti sotto la parete del Burlaton si abbandona il sentiero per portarsi sotto le pareti puntando alla Forca del Pedòle.

I pascoli di Casera Senòns.

I pascoli di Casera Senòns.

Al centro il Burlaton; a sinistra di esso la Forca dal Cuel, e a destra la forca del Pedòle.

Al centro il Burlaton; a sinistra di esso la Forca dal Cuel, e a destra la forca del Pedòle.

Forca del Pedòle verso il Canal dal Vuar.

Forca del Pedòle verso il Canal dal Vuar.

Giunti alla forca sulla destra si scorge evidente la traccia che parte dalla stessa e che aggirando uno spuntone si porta sui prati ad Est della forca che vanno risaliti fino a montare sulla cresta Nord delle Caserine Alte.

Caserine Alte

Caserine Alte

Dalla cresta ci si porta sotto le pareti ad affrontare una zona dirupata che presenta canalini con alcuni passaggi di I superiore oltre i quali la sommitá del monte diventa piú larga e meno ripida, e dove si segue un largo sentiero tra le ghiaie fino alla cima.

Caserine Alte

Campanula Morettiana.

Campanula Morettiana.

Caserine Alte

Panorama sulla Val di Senòns.

Panorama sulla Val di Senòns.

Dalla cima verso il Canal dal Vuar.

Dalla cima verso il Canal dal Vuar.

Cima di San Francesco e quota 2213.

Cima di San Francesco e quota 2213.

Difficoltá EE; dalla Forca del Pedòle ore 1.00, dalla casera Senòns ore 1.30.

Caserine Alte

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